VEGLIA PASQUALE
Sabato 8 aprile 2023
Padova, basilica Cattedrale
Omelia
“Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto”
Ho e abbiamo creduto alla testimonianza delle prime discepole. Era l’angelo che parlava. La sua parola veniva accolta nel terreno buono delle prime discepole: Il Signore Gesù è risorto!
Da quell’evento e da quella Parola accolta è scaturito un dinamismo che ancora oggi, dopo duemila anni, muove cuori, ispira vocazioni, crea operatori di bene, dona coraggio e forza così da vincere ogni paura.
Siccome Gesù è risorto, anch’io – e penso di poter dire anche noi –, pur nella povertà, nella debolezza e fragilità che ci accompagnano riprendiamo la nostra corsa: È vivo, il Signore Gesù!
Contando su lui, sulla sua stabile presenza nella nostra storia personale e storica, sulla sua vicinanza, sul suo affetto abbandoniamo in fretta i nostri sepolcri, dove sono custodite disillusioni, stanchezze, sconfitte, e rinnoviamo la disponibilità per proseguire la corsa del Vangelo.
Parlo ovviamente innanzitutto per me.
Siccome il Signore è risorto, rinnovo l’impegno per promuovere il protagonismo missionario delle comunità cristiane con i loro presbiteri, con i diaconi, con gli animatori della carità, con i consacrati e le consacrate, perché le nostre comunità siano attente ai poveri, a tutti i poveri che vivono sul nostro territorio. Oggi si presentano come profughi, disoccupati, adolescenti che abbandonano la scuola, donne sfruttate e vittime della tratta. Sono solo alcuni richiami; all’interno della nostra società, secondo una recente ricerca della Cariplo, a preoccupare è la progressione sempre più accentuata delle diseguaglianze: i poveri vanno verso povertà più gravi.
Parlo di comunità attente ai poveri non di singole persone, di comunità che hanno un volto capace di accogliere, di promuovere, di includere (superando i facili protagonismi individuali ed evitando il rischio di considerare i poveri come i nostri piedistalli). Penso a comunità che custodiscono la madre terra e il creato.
Siccome il Signore è risorto, rinnovo l’impegno di promuovere il protagonismo delle nostre comunità cristiane per i cristiani e per tutti gli uomini e le donne che abitano nei paesi poveri disseminati nel mondo intero. Siamo consapevoli che sono nostri fratelli e sorelle: anche a loro sfruttati a causa della loro dipendenza e schiavitù, vogliamo portare la consolazione del Risorto che prende il volto della giustizia, dell’equità, della pace, della solidarietà. Noi da casa nostra in Occidente possiamo fare molto a livello di cultura e di sensibilità. Siamo accanto ai nostri presbiteri Fidei Donum presenti in Tailandia, Etiopia, Kenya, Venezuela e Roraima ma anche ai tanti membri padovani di Istituti missionari.
Siccome il Signore è risorto, rinnovo l’impegno per promuovere il protagonismo delle comunità cristiane e poiché la missione del Vangelo è possibile solo nella comunione occorrono nuove strade per creare unità nella nostra Chiesa. Unità non uniformità. L’unità nello Spirito richiede che a convertirsi siano i cuori, le intenzioni. L’unità per la quale preghiamo in ogni eucaristia – donaci unità e pace diciamo – riguarda i presbiteri tra loro uniti in fraternità sacramentale, i presbiteri con le comunità dei cristiani che devono presiedere come servi, come padri con amorevole affetto, i presbiteri con il vescovo segno dell’unità della Chiesa. Dal sinodo spero che ci sia concesso il dono di sentirci insieme, uniti nel cammino verso la stessa direzione, verso gli orizzonti che il Signore ci indicherà.
Siccome il Signore è risorto, rinnovo l’impegno per promuovere il protagonismo delle comunità cristiane perché i battezzati, ognuno per la Grazia ricevuta, si sentano tutti e ciascuno strumento dello Spirito del Risorto e possano dedicarsi per le realtà del Regno di Dio che sempre più devono trovare spazio su questa terra e in questa nostra storia umana: la Pace in Ucraina e nel mondo intero, il rispetto e la custodia del creato, l’uguaglianza nella distribuzione delle risorse, la giustizia umana, la finanza come spazio di equilibrio mondiale, il servizio alla vita e alla qualità di vita di ogni persona, il disarmo a livello mondiale.
Siccome il Signore è risorto, rinnovo l’impegno per promuovere il protagonismo delle comunità cristiane a formare i nuovi cristiani, con un particolare pensiero alla vocazione educativa verso i nostri ragazzi e giovani.
Questa sera, qui e in varie parrocchie, 20 adulti accolgono la chiamata del Signore Gesù ad essere suoi discepoli. È un grande dono per noi, una grazia vivere questo passaggio. Il Signore ha chiamato personalmente voi, carissimi catecumeni-neofiti ma tramite voi chiama anche ciascuno di noi. Siamo contenti. Il Signore è veramente risorto e opera. Opera in modo silenzioso e spesso nascosto ma opera tantissimo.
Siccome il Signore è risorto, noi siamo qui, totalmente coinvolti nella sua Pasqua.
Carissimi cristiani, tutto quello che diremo e che vivremo con la voce, con i gesti del nostro corpo, con i segni materiali è perché anche noi rinasciamo ancora una volta dalla Pasqua e possiamo indossare, come i catecumeni, la vesta bianca quella che indica la vita nuova del Risorto. Come loro anche noi ministri di questa Veglia pasquale indossiamo quella veste bianca. Per ricordare che tutti i battezzati portano nella loro vita interiore questa veste bianca. Lo esprimono bene anche le comunità del cammino neocatecumenale qui presenti.
Con l’acqua battesimale passerò in mezzo a voi per bagnare tutti e per rinnovare la vostra vita spirituale e interiore. Poi insieme parteciperemo della santa cena, vertice di questa veglia.
Tutto perché il Signore è risorto e come le donne ci avviciniamo a lui, vogliamo abbracciare i suoi piedi, lo adoriamo e per lui, con lui ed in Lui intendiamo proseguire il nostro cammino nel mondo portando il suo Vangelo.
Il Signore è risorto, è veramente risorto, Alleluia!
+ Claudio Cipolla