Veglia dei giovani
Padova, basilica Cattedrale
Lunedì 21novembre 2022, ore 20.45
Omelia
La scena si svolge di notte. La notte può essere considerata come un intervallo tra il tramonto e l’aurora: questo intervallo, soprattutto nell’antichità, era tempo rischioso! Nicodemo si muove di notte: ha coraggio, forse ha curiosità e interesse; qualcosa, qualche notizia ha sollecitato il suo desiderio di conoscere anche Gesù;
Anche la nostra presenza stasera, che è una testimonianza gli uni per gli altri, è rivelatrice di qualche cosa, qualche desiderio che ci ha portati fino qui.
La notte, in cui si svolge la scena, è anche uno stato del nostro cuore: Nicodemo non ha trovato ancora luce nella sua vita anche se è una bravissima persona con una posizione (è un capo) e una preparazione (regge il dialogo con Gesù con dignità e con domande appropriate). È notte forse perché si domanda che senso ha la sua vita, perché è al mondo.
E vorrei chiedere anche a ciascuno di voi: per te questa notte è quella astronomica o quella esistenziale? In ogni caso che ore sono della tua notte?
Durante questa notte Nicodemo va da Gesù e parla a Gesù: un privilegio, un onore, una grande occasione.
Intesse un dialogo, ascolta la sua Parola, si fa interrogare dalla sua Parola, trova il Signore pronto a stare con lui, nonostante sia notte. Stupore, confusione, intuisce che gli viene proposto un cambiamento che può riorientare la sua vita, ma non riesce ancora a capire bene cosa e come.
Gesù insinua un dubbio: sicuro di aver capito tutto di Dio e della vita?
Il punto cruciale del dialogo è l’espressione di Gesù: rinascere dall’alto!
“Se nascessi un’altra volta”, a volte diciamo ma è solo un modo di dire, una iperbole. Lo sappiamo che è impossibile!
Riavvolgere il nastro e riprendere con un nuovo cammino educativo? In fondo in fondo solo quando si cade molto in basso si può considerare di rimettere in discussione i nostri valori, le nostre abitudini, le nostre priorità; una sorta di rieducazione che immaginiamo molto impegnativa. Ma noi siamo abbastanza attaccati anche ai nostri piccoli difetti e al nostro stile di vita. E complessivamente non facciamo niente di male. Che cosa vuol dire allora rinascere dall’alto?
“Come è possibile” sembra dire Nicodemo, e forse anche noi. Ma forse noi aggiungiamo: che senso ha?
“In verità, dice Gesù, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio”. se non si rinasce dall’acqua e dallo Spirito.
Questa richiesta di Gesù è da sempre valida, da duemila anni, da quella notte di Nicodemo. Era valida per i nostri genitori e i nostri nonni ma per voi è vitale. Molti pensieri e molte conoscenze, molti leader e personaggi famosi, molti stili di vita e contesti culturali non hanno visione di Dio e vivono, abbastanza serenamente, nella propria solitudine spirituale. Un tempo, fino a ieri, era automatico il riferimento a Dio, oggi è automatico il distanziamento da Dio.
Allora prendiamo sul serio la Parola di Gesù: occorre rinascere, ritessere la nostra identità, come in un grembo, e le nostre membra interiori. Tutto di noi è chiamato a rinascere dall’alto, dall’amore di Dio. Dall’amore che Dio ha avuto per noi. Rinascere dall’amore, dall’amore del Padre di cui Gesù è testimone e segno. Di questo amore Gesù ci nutre, ci disseta riversandone come acqua nel nostro cuore.
Rinascere dall’alto significa ri-orientare la vita, ripartire, ricominciare, rimettere a zero il sistema e riaccendere i motori. Come?, chiede Nicodemo. E Gesù apre a Nicodemo con confidenza e tenerezza il cuore stesso di Dio, di un Dio Padre la cui volontà è che nulla vada perduto ma tutto e tutti si salvi nel suo nome.
Ha detto Papa Francesco: «Fratelli e sorelle, il potere di Gesù è l’amore, e Gesù ci dà il potere di amare così, in un modo che, a mio parere, pare sovraumano. Ma una simile capacità non può essere solo frutto dei nostri sforzi, è anzitutto una grazia – e grazia è qualcosa che noi chiediamo come un dono –. Poi prosegue: Una grazia che va chiesta con insistenza: “Gesù, tu che mi ami, insegnami ad amare come te. Gesù, tu che mi perdoni, insegnami a perdonare come te. Manda su di me il tuo Spirito, lo Spirito dell’amore”. Chiediamo questo… Questo è l’essenziale per il cristiano, saper amare come Cristo. Amare è il dono più grande, e lo riceviamo quando facciamo spazio al Signore nella preghiera, quando accogliamo la sua Presenza nella sua Parola che ci trasforma e nella rivoluzionaria umiltà del suo Pane spezzato».
Rinascere dall’alto, rinascere dall’amore di Dio per tutti e sempre: questa è vita pasquale, è vita nuova!
Incamminiamoci su questa vita nuova:
incamminiamoci sapendo che man mano avanziamo ci sembrerà di avere ancora più strada da percorrere;
incamminiamoci facendo qualche passo concreto;
incamminiamoci in compagnia di altri e dando la mano ad altri che vogliono seguire la stessa strada di Gesù per aiutarli e per farci aiutare;
cerchiamo un compagno o una compagna della vita che ci sostengano sulla strada dell’amore di Gesù;
rendiamoci disponibili a rispondere generosamente alla vocazione che il Signore ci ha riservato proprio per esprimere la vita nuova dell’amore;
cerchiamo una professione dove annunciare l’amore;
curiamo e alimentiamo pensieri, sentimenti e gesti di pace, di giustizia, di fratellanza, di verità.
«Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va»: non c’è una regola da seguire, non ci sono comandamenti da osservare: c’è spirito di libertà. L’amore nasce dalla libertà ed è la sua impronta.
+ Claudio Cipolla