Comunità cristiane tutte e realtà ecclesiali,
cari presbiteri e diaconi, cari religiosi e religiose,
vi raggiungo con questa lettera all’inizio del Tempo di Avvento. Il Signore ci stupisce sempre nel fluire del tempo e, puntuale, torna a incrociare la nostre esistenze con il succedersi delle stagioni e degli avvenimenti. Come pioggia che scende dal cielo, anche il ripetersi degli eventi liturgici ci offre la Grazia di vedere e discernere i segni della fedele presenza del Signore che a tutto dà senso e che tutto porta a sé.
Al Signore che è, che era e che viene, affidiamo la Chiesa di Padova, chiamata in questo tempo a conoscere e a dare attuazione a quanto il Sinodo ha scelto e indicato come priorità. Viviamo un tempo nuovo, laborioso e fecondo, dove non sempre appaiono chiari i contorni di quanto desideriamo costruire, ma crediamo che il Signore del tempo renderà importanti i nostri giorni, perché caratterizzati da un sentire ricco di concordia e comunione. Il Vangelo sia ancora per noi e per la nostra Chiesa la «buona notizia» che non viene meno.
Nella Lettera post-sinodale Ripartiamo da Cana avevo indicato alcuni segni diocesani in cui riconoscerci tutti: alle porte del Natale, domenica 22 dicembre, dedicheremo la chiesa dell’Opera della Provvidenza Sant’Antoniodi Sarmeola, elevandola a Santuario di Maria Madre della Provvidenza. L’Opera della Provvidenza contribuisce a comunicare il volto di una Chiesa attenta e premurosa verso le persone fragili e vulnerabili. Un secondo segno mi piace ricordare: con il nuovo anno inizieranno anche i lavori di preparazione della nuova sede delle Cucine Economiche Popolari presso il complesso del Tempio cittadino della Pace. L’intera comunità diocesana è sostenuta da una trama quotidiana di fede, speranza e carità che le fanno onore: nel corso dei secoli la nostra Diocesi ha sempre corrisposto in maniera grande alle esigenze sociali, educative e assistenziali che via via si presentavano: non sono mai mancati coraggio e lettura dei segni dei tempi, fiducia nella Provvidenza e apertura di cuore.
Con la Solennità del Natale, poi, il Signore ci raggiungerà nel cuore delle nostre vicende per annunciare che Lui è con noi, l’Emmanuele: è presente nelle nostre fatiche comunitarie ed apostoliche, ci sostiene nei momenti dei troppo facili ottimismi ed entusiasmi, come nei momenti delle stanchezze e dello scoraggiamento, facendoci uomini e donne di speranza che responsabilmente camminano verso il Regno di Dio.
Proprio alla «speranza che non delude» ci vogliamo affidare: come sapete, infatti, nella notte del 24 dicembre Papa Francesco aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano, dando inizio al Giubileo ordinario del 2025, come indicato nella Bolla di indizione Spes non confundit.
Domenica 29 dicembre, come in tutte le Cattedrali del mondo, anche noi apriremo l’Anno Santo perché il Signore, ancora una volta, ci doni la sua grazia, si mostri indulgente e misericordioso nei nostri confronti, ci apra alla conversione dei pensieri, dei sentimenti e dei desideri, facendo di noi dei «pellegrini di speranza».
A questo proposito, vorrei proprio invitarvi a celebrare con me il Signore che non delude. In rappresentanza di tutte le parrocchie invito espressamente e calorosamente all’apertura dell’Anno giubilare i presbiteri e i diaconi, qualche membro degli Organismi di comunione oppure alcuni operatori pastorali: sarei davvero contento che fossero presenti come segno della comunità di cui sono parte. Ovviamente invito anche i rappresentanti delle comunità religiose sparse nel territorio, delle Associazioni e movimenti ecclesiali, delle tante aggregazioni che si sentono portatrici di particolari carismi. Daremo inizio alla celebrazione nel Seminario vescovile, alle ore 16.00 per poi portarci in processione verso la Cattedrale. A queste mie parole seguiranno nei prossimi giorni altre indicazioni più concrete, ma volevo intanto farvi giungere il mio invito perché, nella preghiera comune, il Signore ci apra la porta della benevolenza e di una vita buona.
Ricordandoci reciprocamente nella preghiera, vi auguro di vivere il tempo di Avvento «nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo».
+ Claudio Cipolla, vescovo