Forse un’espressione dialettale come Beato tì non rende l’intento. Ma per noi veneti, esprimerci così, significa invidia, di quella buona! Significa vedere nel “beato” che si ha davanti (“ti”), qualcosa che non si è ancora realizzato o raggiunto nella nostra dimensione personale. O semplicemente, con un’espressione tale vogliamo apprezzare un desiderio che da parte nostra non è ancora stato concretizzato. “Beato ti” è l’inizio di un nuovo itinerario: un cammino con le beatitudini di Gesù. Il pensiero del mondo è su un altro versante, e con esso anche a noi verrebbe da dire: “Beati i ricchi”, “Beati i furbi”, “Beati quelli che sono potenti”, “Beati quelli che sanno arrivare ai propri scopi con ogni mezzo”; “Beati quelli che non si fanno problemi e la cui coscienza non è sempre attivata, soffrono meno”. Ma non è il pensiero di Gesù. Le beatitudini sono la radiografia del cuore di Gesù: il segreto della sua riuscita di vita che offre a tutti come indicazione di felicità. Questo itinerario è offerto a ciascuno, giovani e adulti, sposati o singoli. “Beato tì” è un invito a te e potrebbe essere anche un invito che tu estendi a qualcuno che conosci e al quale vuoi bene. È un cammino che dura un anno, con la possibilità di iscriversi anche ad uno solo o più incontri, seguendo però le indicazioni riportate nelle informazioni/iscrizioni.
Il quinto appuntamento è sabato 22 febbraio a Villa Immacolata a Torreglia dalle 16.00 alle 19.00.
Accompagnati don Federico Giacomin, direttore di Villa Immacolata, Maria Elisa Baccaglini e Silvia De Franceschi dell’equipe di “Beato tì” ci si soffermerà sulla beatitudine Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.