L’idea di coinvolgere con alcuni momenti di preghiera nel mese di maggio i vicariati della città è nata dal dialogo con il vescovo Claudio e l’abate dom Giulio di Santa Giustina.
Nei pensieri condivisi, ormai un anno fa, emergeva la disponibilità della comunità monastica benedettina di accogliere le persone interessate a partecipare alla preghiera di compieta in monastero.
Lo scorso anno qualche parrocchia, alcune persone affezionate e dei giovani in cammino vocazionale hanno condiviso l’orazione di fine giornata. Quest’anno la proposta, che si tiene alle ore 21 nella basilica di Santa Giustina (il coro vecchio sarà accessibile dalle 20.50 entrando da via G. Ferrari 2/A sul retro della basilica), viene impreziosita da altri due momenti: le lodi con i canonici della basilica Cattedrale alle ore 8.00 e i Vespri con le sorelle clarisse del monastero di San Bonaventura in via Cavalletto 15 alle 16.30 alla domenica e alle 17.25 dal lunedì al sabato.
Perché vengono offerte queste opportunità? Quale è il valore della liturgia delle ore? Con la parola liturgia si vuole dire che la preghiera di cui si parla è un’azione liturgica, cioè un atto della Chiesa in quanto tale e pertanto partecipato da tutti i cristiani in virtù del loro essere battezzati. Inoltre la riscoperta del Salterio è un dono del Concilio Vaticano II che lo propone e lo raccomanda come preghiera di tutto il popolo di Dio attraverso la Liturgia delle Ore. Ciò costituisce il motivo per il quale i due monasteri e i canonici ritengono importante offrire questa possibilità a coloro che lo desiderano.
La liturgia delle ore celebrata insieme, infatti, ci aiuta a vivere la risurrezione di Cristo all’interno del tempo che scorre e a far nostre le necessità e le aspirazioni di ogni persona. Per le comunità monastiche e per i canonici, inoltre, arricchire, con le dovute attenzioni, la preghiera comune attraverso la presenza di altre persone comporta un ulteriore guadagno perché aumenta la lode e la fedele adorazione al Signore.
Il valore del pregare insieme con la liturgia delle ore esprime la profonda comunione che lega i cristiani e l’umanità intera. È un modo per far circolare l’amore di Dio che vive dentro di noi. La preghiera liturgica apre il cuore di ogni cristiano alle dimensioni del mondo e gli permette di farsi carico nella sua preghiera di tutte le intenzioni della Chiesa.
A proposito dello slogan che accompagna questa iniziativa “Vivere i giorni, seguire la luce, cantare le ore” mi vengono in mente le parole di Paul Claudel quando afferma che «la vita è una grande avventura verso la luce».
“Cantare le ore” significa che i cristiani vivono ogni giorno e ogni ora insieme con Cristo e ciò è reso possibile attraverso una forma ritmata di preghiera nei vari momenti della giornata. “Seguire la Luce” indica la disposizione interiore che il cristiano sperimenta quando si concede spazio e tempo per il Signore. La luce è la Luce del Risorto. “Vivere i giorni” richiama la vita vera.
Attraverso la preghiera che ci permette di sperimentare la gioia del Risorto nel quotidiano diamo una spinta verso l’alto alle giornate.
In conclusione viene utile ricordare le parole di Benedetto XVI a proposito della liturgia delle ore: «L’anima della preghiera, infine, è lo Spirito santo. Sempre, quando preghiamo, è in verità Lui che viene in aiuto alla nostra debolezza, intercedendo con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili» (cfr Rm 8, 26).
don Antonio Oriente
Delegato Vescovile per la Vita Consacrata