Un attimo di pace ritorna per l’edizione di Quaresima dopo una fase di revisione del progetto. Abbiamo chiesto a don Marco Sanavio, responsabile del progetto e direttore dell’Ufficio di pastorale della comunicazione della diocesi di Padova cosa sia cambiato.
Non è stato facile allestire questa edizione, un po’ perché alcuni collaboratori che si occupavano del progetto non sono più disponibili, l’assetto dell’Ufficio diocesano è cambiato, e in parte anche per l’aspetto economico: siamo sempre stati attenti alla sostenibilità e, per quanto ci è stato possibile, abbiamo svolto opera di raccolta fondi. Abbiamo dovuto variare anche le strutture tecniche che supportano il progetto dietro le quinte.
Fortunatamente abbiamo ricevuto il sostegno e l’incoraggiamento di molti, ma è la prima edizione preparata in così poco tempo senza che questo vada a scapito della qualità che desideriamo sia sempre alta e adeguata.
“Un attimo di pace” non è gestito da volontari?
La squadra che dà vita al progetto è ampia, in parte sono disponibili dei volontari e, in parte, ci appoggiamo a percorsi professionali. Sostenere esperienze di questo tipo non è semplice: percorsi analoghi ed efficaci come “Gridare di gioia” proposto dalla Pastorale giovanile e vocazionale della diocesi di Mantova oppure Chicercate.net, un accompagnamento quaresimale con i nuovi linguaggi, hanno avuto, purtroppo, una sola edizione nel 2015 e poi si sono fermati.
Qual è, esattamente, l’obiettivo del progetto?
“Un attimo di pace” è nato per raggiungere quegli adulti che hanno perso confidenza con la pratica cristiana, che magari hanno ibernato la loro fede poco dopo la cresima, quelli che i francesi definiscono “ricomincianti”. Per questo investiamo molte energie e anche qualche risorsa economica nel raggiungere più persone possibile attraverso una campagna multicanale molto attiva nelle reti sociali che spesso, e ne abbiamo restituzioni, risveglia l’appetito di una spiritualità non convenzionale. Non inviamo il vangelo del giorno con una riflessione allegata, come alcuni ritengono ad uno sguardo superficiale, ma costruiamo relazioni attraverso i social media, entriamo in ambienti laici con percorsi di fede, raggiungiamo carcere e ospedale, stimoliamo tra gli adulti la condivisione di contenuti spirituali.
Le novità di questa edizione, quindi, quali saranno?
Innanzitutto un sito rinnovato, semplificato e in grado di gestire automaticamente molti aggiornamenti. Non ci sarà spazio per momenti di incontri in presenza che, in questo periodo, non risultano più sostenibili ma che contiamo di riattivare in futuro perché hanno generato tante relazioni significative. Poi transiteremo da Whatsapp, ormai sovraccarico di richieste di invio, a Telegram, più adatto a questo tipo di progetti. Nell’ottica della collaborazione con la diocesi di Pordenone le meditazioni domenicali, che solitamente venivano proposte dai vescovi, verranno offerte dal vicario per la pastorale della diocesi concordiense, don Fabrizio De Toni, oppure tratte dai testi proposti dal Centro missionario diocesano di Padova. Anche lo stile delle riflessioni è mutato: saranno più brevi e più adatte alla fruizione in mobilità. I riferimenti restano gli stessi: www.unattimodipace.it il sito internet, www.facebook.com/1attimodipace/ la pagina Facebook, @1attimodipace su Twitter e Un attimo di pace su Telegram.