Una delle priorità dei lavori del Sinodo diocesano nelle prossime sessioni di lavoro sarà il tema dei ministeri battesimali. La proposta 17 dello Strumento di lavoro 2 dal titolo Individuare e formare persone ai ministeri battesimali è stata evidenziata da 24 Gruppi di lavoro su 26, con anche molte preferenze personali (153 micro scritture) nel precedente incontro di Assemblea sinodale. Questa evidenza ha portato la Presidenza del Sinodo a indicare questa proposta come la priorità su cui lavorare nelle prossime sessioni, da cui potranno scaturire in seguito altre priorità.
È partito da questa considerazione e questa scelta – dopo la preghiera curata dalla parrocchia di Sant’Agostino di Albignasego – il secondo incontro della seconda sessione del Sinodo diocesano, svoltosi domenica 21 maggio in seminario vescovile, a Padova e supportato, nel servizio logistico dai volontari dell’associazione Noi di Voltabarozzo.
«Riteniamo centrale questa proposta (la 17)» ha evidenziato la presidenza del Sinodo, alla luce dei dati raccolti dai gruppi di lavoro dell’incontro precedente e «riteniamo che possa essere una potente leva di cambiamento, perché parlare di ministeri battesimali non è solo parlare di organizzazione interna delle nostre comunità».
«Questa scelta – ha ribadito il vescovo, mons. Claudio Cipolla – mi sembra bella, importante e condivido di orientare il lavoro su questo. Dal vescovo Filippo Franceschi a oggi le proposte pastorali si sono orientate ad approfondire una nuova stagione della Chiesa».
L’esperienza fatta negli anni – ha ricordato il vescovo – incontra anche la realtà attuale e futura dei numeri che manifestano una progressiva diminuzione del presbiterio (957 preti diocesani nel 1972; oggi 586; nel 2040 presumibilmente solo 151 preti diocesani sotto i 75 anni). Accanto a questo però una fioritura, una consistente presenza di laici impegnati in vari servizi e “ministeri” (oltre mille ministri straordinari della comunione, oltre 5mila persona impegnate nell’annuncio e nella catechesi, altri 4mila nei consigli pastorali della parrocchie e altrettanti in quelli di gestione economica, 1300 in ambito Caritas) portano a dire che «i ministeri battesimali sono riconosciuti come una “leva” di cambiamento».
La riflessione sui ministeri battesimali, ha chiarito il vescovo, è basata su due colonne: la riscoperta delle relazioni fraterne come contesto privilegiato per vivere la fede e la riscoperta della domenica come giorno del Signore e della comunità.
Ogni cristiano, come scrive papa Francesco in Evangelii Gaudium (nr. 120) è discepolo missionario, ciascuno portatore di una grazia nel campo della missione, dove per missione intendiamo tutti gli ambiti del vivere umano (famiglia, lavoro, socialità, politica, cittadinanza, comunicazione, relazioni …). Per questo «abbiamo bisogno di darci un’identità più evangelica» e i ministeri battesimali possono rappresentare una leva di cambiamento anche per i percorsi di Iniziazione cristiana, per i percorsi di formazione dei catechisti, per la formazione biblica e spirituale, per l’organizzazione stessa delle parrocchie. «Sono una leva per ripensare il nostro stile missionario e riscoprire il valore primario delle relazioni fraterne» ha chiosato il vescovo confermando la strada avviata.
L’Assemblea sinodale si ritroverà sabato 10 giugno 2023, per l’inizio della terza sessione di lavori.
L’aggiornamento sui lavori del Sinodo della Chiesa di Padova è disponibile nel sito sinodo.diocesipadova.it: qui si possono trovare tutti i materiali finora elaborati, lo Strumento di lavoro 2, le Schede elaborate dalle 28 Commissioni di studio in base al materiale raccolto dai gruppi di discernimento sinodale; una lettura della Presidenza del Sinodo del materiale finora prodotto.
Sul sito vengono inoltre aggiunti per ogni incontro un “diario di bordo” che raccoglie gli elementi salienti dei lavori, le foto e un video che racconta il momento introduttivo di ciascun incontro.
Il Sinodo diocesano vede al lavoro 366 persone ma l’intera Diocesi ne è coinvolta attraverso i volontari di alcune parrocchie che supportano di volta in volta la preghiera e la logistica degli incontri e grazie alla disponibilità di molte parrocchie di tenere le “chiese aperte” durante i lavori del sinodo per accompagnare l’Assemblea sinodale con un momento di sosta orante per chi lo desidera.
Inoltre una “squadra” di comunicatori aiuterà e terrà viva la comunicazione del Sinodo nelle parrocchie.