Ordo Viduarum

ORDO VIDUARUM NELLA CHIESA ANTICA E IN QUELLA CONTEMPORANEA
L’Ordo Viduarum o Ordine delle vedove consacrate è una forma di vita ecclesiale composta da vedove consacrate a Dio dal vescovo diocesano ed è stato istituito nella Diocesi di Padova il 7 ottobre 2024, giorno della Festa di Santa Giustina, copatrona di Padova.
Alcuni cenni storici
È importante spiegare il valore ecclesiale del cammino di consacrazione vedovile così antico e così nuovo, segno di un amore eterno ed escatologico, cioè proiettato verso i Beni ultimi. La figura della vedova è stata sempre oggetto di attenzione dalla Sacre Scritture. L’Antico Testamento ci ha consegnato la memoria di vedove che son rimaste anche nella tradizione cristiana dei paradigmi immortali, come la vedova di Sarepta (1Re 17, 7-16), Giuditta, Rut, che è presente anche nella genealogia di Gesù, per citare solo le più note. Così anche il Nuovo Testamento ne dà ampia testimonianza a partire da Anna di Gerusalemme, figlia di Fanuele, vedova e profetessa, votata alla preghiera e al servizio fedele nel tempio, dove, guidata dallo Spirito, accolse col vecchio Simeone il piccolo Gesù presentato da Maria e Giuseppe (Lc 2, 22-40). Paradigmi immortali sono anche la vedova di Nain (Lc 7,11-17), la vedova dell’obolo (Lc 21, 1-4), la vedova insistente (Lc 18, 1-8), segno della forza della preghiera di intercessione.
Le prime avvisaglie della presenza attiva delle vedove nella Chiesa apostolica, soprattutto nell’ambito della preghiera e della carità, si trovano nella prima Lettera a Timoteo di San Paolo (1Tm 5,3-16) dove sono menzionate le vedove Catalogate, cioè inserite nel Catalogo della Chiesa nel quale si era ammesse se si possedeva particolari requisiti, fra i quali la testimonianza costante di opere di carità.
Ignazio di Antiochia, Tertulliano e Policarpo danno testimonianza dell’esistenza di queste vedove attive nella Chiesa, infatti la presenza di un vero Ordine delle vedove risale fra la fine del II e il III secolo dopo Cristo. Anche i documenti di quel periodo o immediatamente successivi a quel periodo ne danno testimonianza, come la Traditio Apostolica e la Didascalia Apostolorum.
Tutto questo dimostra che la vedovanza, vissuta nel proposito della castità perpetua, è ritenuta un prezioso dono per la Chiesa che considera infatti la vedovanza uno stato ufficiale di vita, riconosciuto e organizzato nell’Ordo Viduarum. Processo analogo e parallelo avviene per le Vergini che hanno professato il proposito di verginità perpetua, che viene ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa e parallelamente organizzato nell’Ordo Virginum.
Nei secoli della Chiesa antica le vedove professe si dedicano soprattutto alle donne, visitano a casa le inferme, organizzano la preghiera nell’ambito domestico, sono di aiuto al presbitero durante l’amministrazione del battesimo che, avvenendo per immersione, richiedeva l’assistenza di una donna che cospargesse di olio le neofite e le copriva con pudore, prima e dopo l’immersione nella vasca battesimale. Non hanno incarichi liturgici, ma punto fondamentale della loro missione è il servizio della preghiera e la diaconia della carità. Vivono sole nelle proprie case, prestando un servizio umile e fedele alla Chiesa.
Un documento molto importante che riguarda il rito di consacrazione delle vedove è contenuto nel Pontificale romano-germanico (X sec.), dal titolo Consecratio viduae quae fuerit castitatem professa, rito che ebbe ampia diffusione in Occidente e soprattutto a Roma e fu celebrato fino alla scomparsa dell’Ordine, il cui declino era iniziato molto prima a causa della diffusione della vita monastica e la proibizione della Chiesa, rivolta sia alle vergini che alle vedove, di vivere nel mondo, nelle proprie case.
Il Concilio Vaticano II, che è tornato alla purezza delle origini della Chiesa, ha ripristinato il Diaconato e l’Ordo Virginum. Infatti nel 1970 il rito di consacrazione delle vergini ha ricevuto il riconoscimento apostolico ed è stato esteso a tutta la Chiesa universale, con la ricostituzione dell’antico Ordo Virginum.
L’Ordo Viduarum ha visto, sin dalla fine del secolo scorso, la nascita di numerosi Ordini diocesani delle vedove, mostrando così la vitalità spirituale dell’antico cammino di Consacrazione vedovile.
San Giovanni Paolo II, nell’esortazione apostolica post sinodale Vita Consecrata (25 marzo 1996), ha preso atto della fioritura nel periodo postconciliare di questa antica forma di vita consacrata e le ha dato un riconoscimento ufficiale nell’art. 7 di Vita Consecrata, ponendola accanto all’Ordine delle vergini e agli eremiti. L’articolo 7 così recita:
«È motivo di gioia e di speranza vedere che […] torna oggi ad essere praticata anche la consacrazione delle vedove, nota sin dai tempi apostolici (cfr.1 Tim 5,5.9-10;1 Cor 7,8), nonché quella dei vedovi. Queste persone, mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa».
La vocazione alla consacrazione vedovile
Per alcune donne vedove la morte del marito, vissuta come prova nella fede, col tempo, e per grazia, si può rivelare anche in modo inaspettato come una chiamata a vivere la propria condizione come una vera e propria vocazione ad appartenere a Dio senza condizioni e senza riserve.
Da questa vocazione nasce il proposito di vivere la propria vedovanza in castità perpetua, segno del Regno di Dio. La vedova consacrata sente che la grazia ricevuta dal sacramento del matrimonio continua a produrre i suoi effetti anche in questa nuova situazione di vita. Si dona a Cristo per vivere con Lui, per il Padre nello Spirito Santo, in gioiosa attesa dei tempi ultimi e facendo offerta di sé in uno stile di vita sobrio e di preghiera in obbedienza al proprio Vescovo.
La Chiesa, nella persona del Vescovo, è chiamata a riconoscere e accogliere pubblicamente come un dono questa particolare vocazione delle vedove, presentandole ai fedeli come segno profetico.
Da chi è composto l’Ordo Viduarum?
L’Ordo Viduarum è formato dalle vedove che emettono liberamente e in forma definitiva il proposito di permanere per sempre nella condizione vedovile e che, dopo un cammino di formazione e discernimento di qualche anno, vengono consacrate a Dio mediante il rito liturgico approvato dal proprio Vescovo, per aderire ad una forma di vita nella quale vivere più profondamente la consacrazione battesimale, la confermazione, come pure la vocazione coniugale, come «partecipazione al mistero dell’unità e dell’amore fecondo tra Cristo e la Chiesa» (LG 11), acquisendo così una peculiare identità nella Chiesa.
Aspetti fondamentali della vocazione nell’Ordo Viduarum:
- LA PREGHIERA: la vedova consacrata fa della preghiera l’impegno primo della sua vita attraverso la Liturgia delle Ore, la Santa Messa, i momenti di adorazione e ogni altra occasione di preghiera, unita in quotidiana comunione con tutta la Chiesa.
- IL SERVIZIO: in modo particolare la vedova esprime la sua vocazione alla consacrazione nella “diaconia della carità” ponendosi al servizio degli ultimi e dei più bisognosi. Le sarà proprio il ministero della consolazione, in virtù di quanto già da lei sperimentato, dimostrando attenta vicinanza alle persone sofferenti, accompagnandole a cercare, alla luce della fede, un segno di speranza ed una risposta al dolore. La vedova consacrata si pone al servizio della chiesa diocesana mettendosi a disposizione all’interno delle comunità parrocchiali o della diocesi stessa.
- L’ANNUNCIO: la vedova, per grazia nella fede, testimonia la vitalità del matrimonio, pur nell’assenza del coniuge, cui continua a rimanere fedele anche oltre la morte. Essa vive nella fede la forza della risurrezione già in questa vita e, come Maria Maddalena, anche se ancora nel buio del mattino della risurrezione, si sente inviata dal Cristo ad annunciare la sua morte e risurrezione. La vedova potrà comunicare i valori legati all’amore fedele di Dio nella bellezza del sacramento del matrimonio ai giovani, alle coppie, a chi ha avuto un lutto, ad altre vedove, ai sacerdoti stessi.
Come si realizza l’impegno della vedova consacrata:
La vedova consacrata non deve rinunciare a vivere la sua vocazione iniziale di sposa, madre e nonna nel contesto quotidiano di sempre. Anzi, la sua risposta a questo desiderio di consacrazione al Signore, si esprime proprio nel migliore e più attento servizio declinato:
- nella cura della famiglia in cui essa continua ad essere attiva nella fedeltà alla vocazione coniugale.
- in parrocchia come utile collaboratrice, motivata sul piano della preghiera e del servizio, e visibile esempio di una consacrazione nel proprio stato di vita.
- in diocesi dove si renderà disponibile a collaborare alle iniziative che il Vescovo vorrà proporre.
Pur non essendo prevista alcuna forma di vita comunitaria, l’appartenenza ad uno stesso Ordo crea un vincolo stabile di comunione tra le vedove consacrate della diocesi e il loro Vescovo. In uno stile sinodale e di corresponsabilità le vedove dell’Ordo sono chiamate a condividere il cammino di dialogo e condivisione riguardo la dimensione spirituale e la formazione secondo le indicazioni del vescovo e accompagnate dal suo presbitero incaricato. La verifica costante della loro vocazione e la condivisione della preghiera le aiuta a confermarsi nei propositi evangelici di castità, sobrietà ed obbedienza di cui sono testimoni.
Non va trascurato nemmeno l’impegno a vivere la corrispondenza con gli altri Ordo Viduarum con i quali, soprattutto negli ultimi anni, si è attivato un collegamento nazionale su invito della CEI che ha nominato un vescovo referente. Un servizio di comunione che favorisce la conoscenza reciproca tra le vedove consacrate d’Italia e il confronto arricchente sugli aspetti istituzionali e formativi.
In definitiva possiamo descrivere la vita della vedova consacrata come testimonianza di un’esperienza gioiosa di incontro con il Risorto come quello al sepolcro vuoto che oggi come allora spalanca la strada ad un oltre, ad una vita e ad un Amore per sempre da annunciare al mondo.
Per un primo contatto si può chiamare l’incaricato diocesano per l’Ordo Viduarum, don Paolo Marzellan, cell. 347-1731517, oppure scrivere una mail a: ordoviduarum@diocesipadova.it
TESTI PER APPROFONDIMENTI
- Giovanni Crisostomo – “L’UNITA’ DELLE NOZZE” - CITTA’ NUOVA EDITRICE, 1984
- PER SEMPRE SPOSE – Una proposta di spiritualità vedovile – a cura di Francesco Pilloni – EFFATA’ EDITRICE, 2006
- Lucia Cerciello Cingolani – “L’ANELLO E IL GREMBIULE” Riflessione sulla Consacrazione vedovile nell’Ordo viduarum – EDIZIONI VIVEREIN, 2020
- Lucia Cerciello Cingolani – “VEDOVE, VERGINI, DIACONE - nella chiesa antica con lo sguardo al presente” – ANCORA EDITRICE, 2023
- Agostino Montan (Dal Sito Ufficiale della Diocesi di Roma ) https://www.diocesidiroma.it/vitaconsacrata/index.php/component/zoo/item/lordo-viduarum-nel-suo-aspetto-giuridico
- “L’ORDO VIDUARUM NEL CAMMINO SINODALE DELLE CHIESE CHE SONO IN ITALIA – Donne esperte di umanità e costruttrici di comunità” – Atti del VI Convegno Nazionale - Sacrofano (RM) 30.09.2022-02.10.2022 a cura di P. Agostino Montan (copie disponibili su richiesta all’Ordo Viduarum di Padova)
- ESORTAZIONE APOSTOLICA “Vita Consecrata” (25 marzo 1996)| - S. Giovanni Paolo II