Sabato 24 marzo, dalle 10.30 alle 12, nell’Aula Magna di Palazzo Bo, si è svolto l’evento “Perché prendersi cura di mamma e bambini”. Un’occasione per leggere la nostra realtà e affrontare le sfide complesse poste dall’immigrazione da un punto di vista interessante e insolito. Perché prima le mamme e i bambini?’ Perché in Africa aiutiamo, prima di tutto, proprio loro? A queste e molte altre domande si cercherà di dare risposte, nella mattinata di sabato 24, con esperti di varie discipline.
Il punto di partenza è semplice: è ormai dimostrato che se cala la mortalità infantile e quella da parto cala anche la natalità e, in Africa, oggi questa è una delle grandi sfide da affrontare. Uno studio condotto da Gianpiero Dalla Zuanna, Alessandra Minello e Leonardo Piccione, docenti dell’Università di Padova, dimostra proprio che la modernizzazione di un paese è accompagnata dalla riduzione della natalità e della mortalità. Si tratta di uno studio effettuato sui registri di 46 parrocchie del Veneto centrale che mette a fuoco un parallelismo tra il Veneto di ieri, (tra ‘800 e ‘900), e l’Africa di oggi. Ancora una volta, la storia e la statistica ci aiutano a conoscere il passato, per comprendere meglio il presente e volgere uno sguardo fiducioso al futuro.
«Questo grandioso mutamento, definito “transizione demografica”, ha investito tutto il pianeta, ma con tempi diversi: è iniziato in Europa e in Nord America a partire da metà Ottocento, è proseguito in quasi tutta l’Asia, in America Latina e in Africa Settentrionale a partire da metà Novecento, investe oggi l’Africa Sub-Sahariana e i paesi asiatici più poveri. La transizione demografica nell’Africa Sub-Sahariana ha delle affinità con quanto è accaduto in Veneto» spiega Gianpiero Dalla Zuanna.
Migliorare il sistema produttivo, quello scolastico e quello sanitario di un paese sono quindi passi fondamentali per un cambiamento delle condizioni di vita e una riduzione della natalità.
«Nessuna politica sanitaria e nessun programma sanitario sono perfetti ma interventi ben concepiti, ed efficacemente realizzati, hanno contribuito a ridurre la mortalità materna nell’Africa sub-Sahariana – precisa Giovanni Putoto, responsabile Programmazione del Cuamm -, che è passata da 990/100.000 nati vivi nel 1960 a 547/100.000 nel 2015. Questi miglioramenti sono avvenuti anche in contesti in cui la crescita dell’economia e del reddito pro-capite è stata lenta, modesta o quasi inesistente. Significa che anche in situazioni economiche di difficoltà, le misure di welfare e di salute pubblica offrono una rete di assistenza e di protezione cruciali per le prospettive di vita delle persone e per la stabilità sociale».
Il convegno nasce dalla collaborazione tra Medici con l’Africa Cuamm, il Centro Missionario diocesano, il Dipartimento di Statistica dell’Università di Padova, il Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, e gode del patrocinio dell’Università di Padova.
Programma
Conduce
Alessandro Russello, direttore Corriere del Veneto
Saluti di:
Rosario Rizzuto, Magnifico rettore dell’Università di Padova
mons. Claudio Cipolla, Vescovo di Padova
Dialogo tra:
Gianpiero Dalla Zuanna, Professore di demografia, Università di Padova
Alessandra Minello, Sociologa
Giovanni Putoto, Responsabile programmazione di Medici con l’Africa Cuamm
Giorgio Perilongo, Direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, Università di Padova
Elena Cavaliere, medico in formazione specialistica in Pediatria, Università di Padova
Saluto conclusivo
Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm
Evento a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
Iscrizione obbligatoria su www.mediciconlafrica.org – 049/8751279 (Chiara Menegazzo)