Si è da poco conclusa, a Cagliari, la 48a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, dal titolo Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale. Vi ha partecipato anche una delegazione della Diocesi di Padova, composta da sette persone: don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con le istituzioni e il territorio; suor Francesca Fiorese, direttrice dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro; Luigi Gui, direttore della Fisp-Scuola di formazione all’impegno sociale e politico della Diocesi di Padova; Andrea Carraro, impegnato nella Pastorale Sociale nel vicariato di Monselice; Pierandrea Zaffoni, membro dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro; Roberto Bonato, in rappresentanza del Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro; Valentina Bruscagin, giovane del gruppo di lavoro di Progetto Policoro.
Fra pochi giorni, sabato 18 novembre, Padova ospiterà Openfield – il campo aperto di riflessione e approfondimento sociopolitico organizzato da Pastorale Sociale e del Lavoro, Fisp – Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, Azione cattolica, Acli, Agesci, Csi, Noi Associazione – e anche in questo caso l’attenzione si concentrerà sul lavoro: Fair Jobs & Growth. Il valore del lavoro.
C’è un filo rosso che unisce questi due appuntamenti della Chiesa italiana e della Chiesa locale e che sottolinea la presenza di una Chiesa attenta al contesto attuale, che parla di lavoro, suggerisce percorsi, promuove formazione, sottolinea attenzioni e valori.
A Cagliari, dal 26 al 29 ottobre, si è vista una Chiesa italiana che c’è, che vuole, che fa, come sottolineano quanti vi hanno partecipato: «non è stata una carrellata di assoli di voci di esperti, ma c’è stata una coralità di partecipazione e di contenuti da parte di quanti hanno partecipato, rappresentanti di una Chiesa che sta imparando a pensarsi e a muoversi in modo sinodale. A Cagliari c’era una Chiesa riunita non fuori dal tempo e dallo spazio, ma raccolta attorno alla preoccupazione dell’assetto sociale, politico e antropologico coinvolto nelle trasformazioni in atto e in particolare dalla mancanza di lavoro».
In relazione a queste attenzioni è emersa una Chiesa che richiama a un’esigenza primaria dell’umanità che è quella di un lavoro libero, creativo, partecipativo, solidale, degno e che ha offerto un contributo all’intera società italiana per uscire dalla crisi in cui versa.
Come? Offrendo alcune proposte al Governo italiano e al Parlamento europeo, che si traducono in alcune priorità e in sette indicazioni specifiche, tre al Governo italiano e quattro all’Europa.
Le priorità:
- – rimuovere gli ostacoli che impediscono il lavoro: un ecosistema favorevole per chi crea lavoro e chi lavora;
- – invertire la rotta di una cultura che crea la corsa al ribasso sui costi del lavoro e ne distrugge la dignità;
- – ridare dignità agli scartati e agli esclusi favorendo il reinserimento nel mondo del lavoro:
– porre il patrimonio culturale come volano per l’economia italiana.
Le quattro proposte specifiche al Governo Italiano
- Rimettere il lavoro al centro dei processi formativi;
- Canalizzare i risparmi dei Piani individuali di risparmio (PIR);
- Accentuare il cambio di paradigma del Codice dei contratti pubblici;
- Rimodulare le aliquote IVA per le imprese che producono rispettando criteri ambientali e sociali minimi, oggettivamente misurabili (a saldo zero per le finanza pubblica). Anche per combattere il dumping sociale e ambientale.
Le tre proposte per il Parlamento Europeo e le Istituzioni Europee
- Armonizzazione fiscale ed eliminazione dei paradisi fiscali interni;
- Investimenti infrastrutturali e investimenti produttivi (anche privati) loro trattamento nelle discipline di bilancio;
- Integrazione nello Statuto della BCE del parametro dell’occupazione accanto a quello dell’inflazione come riferimenti per le scelte di politica economica.
Dignità e crescita del lavoro sono i fari che vogliono illuminare anche l’appuntamento padovano con Openfield, in programma sabato 18 novembre, dalle 9 alle 13, in Facoltà teologica del Triveneto, a Padova. Organizzato da Pastorale Sociale e del Lavoro, Scuola di formazione all’impegno sociale e politico della Diocesi di Padova e dalle principali associazioni (Azione cattolica, Acli, Agesci, Noi Associazione, Csi). Openfield edizione 2017 ha come titolo Fair Jobs and Growth. Il valore del lavoro e si pone in stretta relazione con il “contemporaneo” appuntamento europeo del Social Summit di Göteborg (17 novembre), iniziativa organizzata e promossa dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo, in collaborazione con il Governo Svedese, che vede la partecipazione dei capi di stato e di governo dell’Unione Europea, istituzioni dell’UE, parti sociali europee, società civile e altri attori chiave, con l’obiettivo di discutere e dibattere proprio sulla tematica di “Crescita e Lavoro equo”.
«L’idea del lavoro – spiegano i promotori di Openfield – come semplice impiego è messa a dura prova dal contesto di crisi economica e dalla progressiva perdita dei diritti lavorativi e sociali. Diventa per noi prioritario riaffermare un modello di lavoro dignitoso (Fair), fondato sul rispetto e sulla promozione della dignità della persona umana. Il lavoro così inteso è opportunità di crescita (Growth) per la persona e la comunità, valorizza la persona all’interno di un gruppo, è base della giustizia e della solidarietà sociale, genera la vera ricchezza».
Su questo tema si confronteranno il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla; il responsabile del servizio per la pastorale sociale e del lavoro di Milano, don Walter Magnoni e il segretario generale della FIM-CISL, Marco Bentivogli.
fonte: ufficio stampa diocesi di Padova