Ringrazio il Sindaco Sergio Giordani per l’invito a rendere omaggio a Maria Immacolata, che qui veneriamo come protettrice dei tassisti e di tutti coloro che svolgono servizi di pubblica utilità nella nostra città. Siamo sotto questa immagine sacra; e fra poco saremo tutti invitati ad alzare gli occhi per gustare il momento dell’omaggio floreale alla Madonna dei Noli: questi gesti mi fanno pensare a quanto importante sia, per una città, la capacità di elevare lo sguardo, la mente e il cuore, mentre si costruiscono la convivenza civile e il bene comune.
Su questo vorrei ricordare un piccolo segno che come cristiani abbiamo voluto “regalare” alla città: l’adorazione perpetua presso la Chiesa del Corpus Domini, in via Santa Lucia, a pochi passi da qui. Nella Chiesa del Corpus Domini, 24 ore su 24, si alternano uomini, donne, giovani, anziani, bambini per pregare, di fronte al pane dell’Eucaristia. Per i cristiani la preghiera è fondamentale: è un modo per invocare i doni di Dio, primo fra tutti la pace. La preghiera è elevare lo sguardo, la mente, il cuore, per cercare il bene nelle situazioni e nei problemi del mondo con animo libero e liberato, mettendosi in relazione con il Bene Assoluto che è Dio. Offriamo alla città il dono di questa preghiera di adorazione perpetua con semplicità e umiltà, consapevoli che nella nostra città ci sono tante fedi, tante sensibilità, ma anche certi che l’elevazione dello sguardo, della mente e del cuore che si realizza nella preghiera, è un atto che non fa male a nessuno e fa bene a tanti: oserei dire che sia quasi indispensabile per una comunità umana.
Collegato a questo segno di preghiera incentrato sul pane eucaristico, voglio ricordare anche l’impegno che stiamo mettendo nel continuare il lavoro delle Cucine popolari, che abbiamo posto sotto il patrocinio di due grandi uomini della nostra città, don Giovanni Nervo e don Giuseppe Benvegnù Pasini, con la Fondazione a loro dedicata che ora gestisce questa preziosa realtà. Lì, e non solo lì, viene distribuito ogni giorno il pane materiale, quello che dà la vita fisica. Vogliamo continuamente sostenere e migliorare queste realtà della nostra città, ispirate dalla fede cristiana. Oggi merita un ricordo speciale nella preghiera anche Suor Lia, che da alcuni mesi non sta operando nelle Cucine popolari a causa di un brutto infortunio: per lei, anima delle Cucine da tantissimi anni, vogliamo fare una preghiera tutta particolare a Maria, affinché possa recuperare in pieno la salute.
Vorrei condividere anche un altro pensiero, per la nostra città. Nel Vangelo proclamato per la festa dell’Immacolata risuonano le parole dell’angelo a Maria, impaurita dall’ignoto che le sta per accadere: «non temere!». La paura: è un sentimento che oggi è molto presente nelle persone, a volte enfatizzato dalla comunicazione, ma certamente reale, in particolare in coloro che si sentono fragili, soli, impoveriti. Spesso questa paura, poiché non trova chi la prenda sul serio e la accompagni senza strumentalizzarla per altri fini, si trasforma in rancore, in avversione. Dio si è fatto carico della paura di Maria, e l’ha accompagnata. Nella Bibbia troviamo scritto “non temere” 365 volte, un numero che non sembra casuale, e che ci dice che ogni giorno Dio si fa carico della paura dei suoi figli.
Anche in questa città è necessario farci carico continuamente e seriamente, delle paure di chi è più fragile, ascoltando, accompagnando, offrendo risposte concrete. Per vincere la paura è necessaria certamente la vicinanza e la prossimità organizzata, quella delle istituzioni, e quella che molti di voi qui rappresentate. Il vostro operato merita riconoscenza. Ma è necessario anche ricostruire reti di prossimità informale, relazioni di fraternità, nelle vie, nei quartieri, nei condomini, tra le case. È necessario intercettare con discrezione le solitudini nascoste, ravvivare il reticolato di relazioni che fanno sentire le persone meno sole; è necessario poter tornare a contare sul vicino, su colui che abita nella porta accanto. Le nostre parrocchie cercano di alimentare questa fraternità tra le case, incentivando le relazioni di prossimità: ma affinché la parola “non temere” possa giungere nel cuore di ciascuno, bisogna che tutti insieme continuiamo a immaginare e concretizzare strumenti e scelte che riportino Padova ad essere una città a misura d’uomo, libera dalla paura, solidale e fraterna, dove tutte le persone tornino a poter contare veramente le une sulle altre.
Maria ci accompagni in questo cammino.
Fonte: Ufficio stampa diocesano