Mai come in questi giorni di disorientamento, di sofferenza e di morte abbiamo visto con i nostri occhi lo strazio della Croce e il dramma della morte, e abbiamo sperimentato la paura, il silenzio e la mancanza della Sua presenza che avevano vissuto le donne attorno alla croce.
Oggi le stesse donne si recano al sepolcro. Quelle donne, ancora avvolte dall’odore della morte, si dirigono alla tomba per trovare conforto e senso al loro incommensurabile dolore. Ecco, entrano e un angelo le attende per annunciare che Gesù, non è più lì, non è più deposto in quel luogo buio.
No, Gesù non è più qui! È risorto. È risorto dai morti.
Con la risurrezione del suo corpo Gesù è sceso nelle tenebre della morte per poterci dare una vita nuova.
Sì, ora la morte non è più l’ultima parola perché essa è stata sconfitta e con essa ogni tenebra.
Tuttavia, non pensiamo solamente alla morte ultima, quella che ci porterà a vedere il volto del Nostro Signore, ma anche tutte quelle “piccole morti” che ci accompagnano nel quotidiano della nostra vita. Quando?
Quando non siamo portatori di vita, cioè quando non sappiamo accogliere l’altro nelle sue fragilità; quando il giudizio diventa il nostro modo abituale di vedere il fratello e la sorella; quando vediamo chi ci sta accanto come una persona misera e non come segno della misericordia di Dio o quando il nostro sguardo si fa così breve da non accorgerci che chi ci sta accanto sta vivendo nella sofferenza o nella solitudine. No, il Risorto non è qui!
Dov’è allora il Risorto?
Il Risorto vive dentro me quando mi faccio portatore della sua luce nella vita.
Così scriveva san Francesco nelle sue Ammonizioni:
Dove è amore e sapienza, ivi non è timore né ignoranza. Dove è pazienza e umiltà, ivi non è ira né turbamento. Dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia. Dove è quiete e meditazione, ivi non è affanno né dissipazione. Dove è il timore del Signore a custodire la sua casa, ivi il nemico non può trovare via d’entrata. Dove è misericordia e discrezione, ivi non è superfluità né durezza.
Quanta luce di Risurrezione anche in questi giorni di epidemia!
Questa è la luce che ci guida ad una vita nuova, già qui ed ora. Questa luce, con raggi che emanano amore, umiltà, perdono, verità, è il segno che il Cristo Risorto è uscito dal sepolcro per vivere in noi, qui e ora! Per portare a tutti la Speranza!
Viviamo allora questa Pasqua come un tempo di vita nuova, diamo a noi stessi sempre una possibilità nuova di uscire dai nostri sepolcri e ricominciare una vita nuova.
Cristo non è più nella tomba, ma è vivo. È davvero risorto ed aiuta a risorgere anche me! Alleluia!
Sorelle povere di Montagnana