Anche Progetto Miriam ha detto “No” alla tratta.
Nella decima giornata europea contro la tratta in varie piazze e città d’Italia si è tenuto un lancio simbolico di palloncini arancioni per liberare, come afferma la rete degli organizzatori “il sogno di molti bambini, donne e uomini del pianeta che vengono sfruttati”.
Una quarantina i presenti in piazzale della stazione a Padova che hanno coinvolto anche i passanti.
«È importante dare segnali nelle nostre città e sensibilizzare l’opinione pubblica» afferma suor Vera Crisafulli, francescana dei poveri, e referente del progetto Miriam per la diocesi di Padova.
Il progetto è nato nel 1998 per volere del vescovo Antonio Mattiazzo: il desiderio era di prendersi cura come chiesa diocesana della realtà delle donne che vivevano sulla strada vittime della tratta. E la missione è stata affidata alle francescane dei poveri, che hanno come carisma, appunto, poveri e bisognosi, attraverso l’amore e il servizio.
Oggi sono 3 le religiose che seguono una comunità di accoglienza in uno stabile di proprietà della diocesi di Padova. «Attualmente abbiamo 4 ospiti appena maggiorenni, tutte straniere, che seguiamo in percorsi di inserimento, dal punto di vista linguistico che di avviamento al lavoro».
Progetto Miriam fa anche parte del coordinamento antitratta della regione Veneto, il Progetto Nave, e collabora strettamente con la Caritas diocesana di Padova.
«Per noi religiose – sottolinea suor Vera – questo servizio è un dire siamo per la giustizia, la solidarietà, l’equità. È condividere un tratto di strada con le persone più fragili e deboli, che hanno vissuto situazioni di violenza e conosciuto la fame e la povertà. È cercare di sostenerle e aiutarle a ritrovare i valori della propria persone, la dignità e il rispetto prima di tutto verso se stesse. È un cammino di sostegno per il diritto all’autonomia e alla libertà».