Giungano a tutti voi i miei auguri di un Buon Natale e di un Anno Nuovo “buono” e secondo i disegni del Signore.
Un anno che sarà “santo” – giubilare – e che ci invita a essere “pellegrini di speranza”.
In modo particolare rivolgo gli auguri ai miei più stretti collaboratori – presbiteri e diaconi – ma anche ai religiosi e religiose, alle persone consacrate e a quanti sono stati scelti dalle comunità e hanno dato la loro disponibilità come membri degli organismi di comunione e di partecipazione, perché hanno un compito particolarmente importante oggi e nell’attuazione del Sinodo diocesano. Come pure desidero ricordare, ringraziare e incoraggiare le tante persone che nel silenzio e nel nascondimento si adoperano per aiutare, fin nelle più piccole cose, la vita delle nostre comunità.
Grazie per esserci e per dare volto e anima alle nostre parrocchie che – ce l’ha ricordato anche il Sinodo diocesano – sono oasi di spiritualità in cui respirare il Vangelo di Gesù, luoghi di “ristoro” spirituale, di rigenerazione, una palestra per l’anima dove alimentare la propria fede e dare forza alla testimonianza nel mondo.
La maggioranza dei cristiani, infatti, vive “nel mondo”, spesso sui “confini” dei grandi problemi di ordine etico, morale, politico, amministrativo, a contatto con delicate questioni legate alla giustizia e all’ambiente…
I cristiani lavorano lì sulla soglia, sul confine e vorrei sostenerli e incoraggiarli perché diano una testimonianza bella e viva della gioia cristiana: abbiate la forza e il coraggio di rimanere e portare lì dove lavorate quella parola buona che ricavate dalla fede in Gesù Cristo e nel Vangelo.
Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi; è stato uno di noi.
Gesù viene ancora oggi ad abitare in mezzo a noi e questa sua presenza ci conforta e ci rassicura, ci dice la grande potenzialità che c’è nella nostra umanità, che può essere capace di grandi cose e di bene.
L’augurio che vorrei estendere a tutti in questo Natale è proprio questo:
di trovare il coraggio del bene;
di trovare il coraggio di ritessere le basi delle nostre comunità;
di trovare il coraggio di essere testimoni specie nei confronti dei giovani, per aiutarli a far emergere – a “tirar fuori”, perché questo significa educare – quel bello e quel bene che c’è nei loro cuori.
Un pensiero particolare va a tutte le popolazioni che vivono il dramma della guerra e della violenza, che non vedono all’orizzonte una speranza di pace; e alle tante persone che vivono disagi fisici, materiali e spirituali e soffrono la solitudine e l’inquietudine per il domani.
Il Giubileo della speranza che è alle porte possa essere occasione di grazia e di conversione.
Il Signore che viene illumini le nostre azioni e i nostri pensieri e aiuti a guardare con speranza e uno sguardo nuovo ciò che ci sta attorno per riuscire sempre a trarre il bene e testimoniarlo nella vita di tutti i giorni.
Buon Natale!
+ Claudio Cipolla, vescovo