Don Giovanni Vallarin, parroco di Onara fino al 13 novembre scorso, ha concluso la sua vita terrena nella sera venerdì 26 gennaio all’Opera della Provvidenza. Il male che l’ha portato alla morte si era manifestato nell’autunno del 2015 e, su segnalazione di amici, si era fatto ricoverare a Bologna nella Casa di cura Madre Fortunata Toniolo, gestita dalle Piccole Suore della Sacra Famiglia. Lì è stato operato ed assistito con molta attenzione anche nella serie delle chemioterapie. Nell’affrontare la malattia don Giovanni ha manifestato tutta la sua tenacia, continuando a svolgere il suo servizio di parroco. L’invalidità della sorella Maria, che da molti anni lo aiutava in canonica, lo orientò a chiedere ospitalità per tutti e due all’Opera Immacolata Concezione nella sede di Mandria a Padova. Vi rimase per pochi giorni, perchè l’aggravarsi della malattia lo riportò nella clinica di Bologna. Da qui, consapevole della gravità del male, aveva chiesto di essere ospitato nella Opera della Provvidenza, a cui da sempre si sentiva legato, perchè il realizzatore di quell’Opera, su indicazone del vescovo Girolamo, è stato un prete di Onara, mons. Francesco Frasson.
Don Giovanni è nato nel 1935 in una numerosa famiglia a San Pietro Viminario. Forse non è insignificante ricordare che suo papà suo era cresciuto alla scuola del servo di Dio don Lucio Ferrazzi, arciprete di Pernumia. Percorso tutto l’iter seminaristico è stato ordinato prete nel 1961 dal vescovo Girolamo, alla vigilia del Concilio Vaticano Secondo, ed ha conservato un costante legame con i suoi compagni di ordinazione. Il suo ministero di giovane prete si svolge come cooperatore in tre parrocchie: all’Immacolata in Padova, ad Albignasego, a Ponte di Brenta, svolge anche il compito di insegnante di religione nelle scuole.
Nel 1971 arriva come parroco ad Olmo di Bagnoli dove resta per tredici anni. Nel 1984 è nominato assistente ecclesiastico dell’ENAIP e dei centri di formazione professionale, prendendo dimora nella casa per preti San Gregorio Barbarigo a Saletto di Vigodarzere. Nello stesso tempo svolge anche il compito di Consulente ecclesiastico della Federazione Provinciale della Coldiretti.
Don Giovanni, sulla spinta anche del rinnovamento conciliare, sente il bisogno di una più esigente formazione e frequenta il corso di Licenza in Liturgia Pastorale presso il monastero di Santa Giustina. Si specializza sul cammino di preparazione al matrimonio e prepara lui stesso un corso per fidanzati che proporrà inizialmente a Villa Immacolata di Torreglia e poi continuerà nella parrocchia. Perché nel 1995 il vescovo Antonio gli chiede di succedere a don Gaspare Alberton come arciprete di Onara.
La realizzazione più impegnativa è stato il nuovo centro parrocchiale che volle bello ed accogliente. Assieme al restauro del campanile e della canonica, fu una spesa notevole che la comunità fu chiamata a sostenere, ma don Giovanni allargò il conto destinando una percentuale delle spese previste alla missione del padre Carlo Scapin, nativo di Onara, che lavorava nel Camerun. Così mentre le opere parrocchiali salivano ad Onara, sorgeva una scuola ed una chiesa a Mvog-Banda. Era convinto la carità avrebbe aperto le porte alla Provvidenza. La fiducia nella Provvidenza era un motivo centrale nella sua spiritualità. Desideroso di annunciare e far conoscere la Parola di Dio usava tutte le strade (lectio, arte, Powerpoint …).
La parrocchia ricorda la sua esemplare testimonianza di vita sacerdotale. La sua fede traspariva dal modo con cui celebrava l’Eucaristia e dalla fedeltà alla preghiera.
Ha lavorato, donando tutto se stesso, con tenacia e fedeltà, per il servizio alla comunità. Noi crediamo che sulla porta della Vita, il Signore l’abbia accolto con l’invito: Vieni servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio, di commiato sarà celebrata nella chiesa di Onara martedì 30 gennaio alle ore 9.30, presieduta dal vescovo Claudio. La salma sarà deposto accanto ai suoi genitori nel cimitero di san Pietro Viminario.