Saluto tutti voi qui presenti; quanti servono la città mediante il loro impegno quotidiano e con i mezzi davanti a noi schierati. Qui, tra gli altri, c’è una parte di quella città che ha fatto meritare a Padova il titolo di Capitale Europea del Volontariato per il 2020. Grazie anche a nome della Chiesa per ciò che rappresentate!
Ringrazio il Sindaco Sergio Giordani per l’invito e, soprattutto, per aver voluto ancora una volta, insieme con l’Amministrazione comunale, rinnovare questa bellissima tradizione cittadina, che ci vede riuniti ai piedi della statua della Madonna, detta dei Noli.
Maria di Nazareth era una giovane. Viveva immersa nella fede del suo popolo, e si nutriva continuamente delle grandi parole che la Scrittura conteneva, capaci di svelare il senso profondo del vivere, di squarciare i limiti dell’esistenza terrena, con le sue contraddizioni e le sue ferite, aprendo alla speranza di un bene e di una pace senza fine; parole capaci di spronare all’impegno per dare concretezza alla pace anche su questa terra e di infondere gioia anche in mezzo alle tempeste di questa vita; parole di fiducia in Dio, che permettevano di non disperare mai.
Pensando a Maria ragazza, penso anche ai giovani della nostra città. Abbiamo preparato per loro un mondo ricco: molti limiti e miserie, non esistono più; chi è nato qui non ha conosciuto la guerra, generalmente non ha sofferto la dura fame delle passate generazioni. Abbiamo offerto loro un’istruzione eccellente e possibilità impensabili solo 40 anni fa.Domandiamoci insieme: quali parole di senso abbiamo consegnato, insieme al benessere, alle nuove generazioni?
La domanda non vuole essere un rimprovero, ma desidera tenere viva l’attenzione sulla necessità di saper trasmettere alle nuove generazioni, oltre al resto, anche parole che dicano loro dove stiamo andando, cosa stiamo cercando veramente come città, come comunità.
I giovani hanno davanti a sé sfide immense: la parabola del benessere potrebbe essersi esaurita; essi sono sempre di meno, e questo li rende meno rilevanti perché meno rappresentati; rischiano di dover pagare i debiti – non solo economici – che abbiamo contratto in questi decenni; entrano sempre più in contatto con coetanei che la guerra e la fame l’hanno vissuta sulla propria pelle, e che hanno culture diversissime; si ritrovano ad abitare un pianeta sempre più compromesso nel suo equilibrio ecologico. Per affrontare queste sfide devono potersi nutrire anche di valori e significati che alimentino la speranza, che diano loro ancora la forza di fare il bene, che aprano orizzonti che trascendono la materia, per tendere all’infinito di cui hanno fame i loro cuori.
Spetta a noi, generazione adulta, offrire loro grandi parole che diano senso alla loro vita.
Ogni società ha parole e valori – spesso rappresentati da simboli, non solo religiosi – che animano la speranza comunitaria, e che rendono forti le generazioni che si susseguono. Simboli e parole di senso ci vengono dal messaggio cristiano, che ancora oggi, seppur più sommesso, risuona in mezzo a noi. Siamo avvolti dai simboli cristiani radicati, in vario modo, nel cuore di tanta gente, anche al di là della fede. Nella loro semplicità tali simboli sono offerti a tutti, senza distinzione alcuna. La Chiesa non può non annunciare la realtà che essi rappresentano. Oggi vorrei con gioia ricordare che i simboli cristiani rimandano a qualcosa di reale: agli eventi della vita di quel Gesù di Nazareth, che è nato e morto per noi. E in definitiva ci rimandano alla presenza viva di Lui che è realmente risorto, ed è presente in mezzo a noi.
Da qui, dunque, traggo la parola di speranza e di senso che oggi desidero condividere con la città di Padova, e in particolare con i giovani: Dio abita la storia, e per questo vale sempre la pena compiere il bene e costruire la pace, anche quando sembra inutile o impossibile. Ogni frammento di bene fatto, per quanto piccolo sia, verrà raccolto e portato a compimento, fino alla misura dell’infinito. Nessun momento di difficoltà e di crisi è privo di germogli di nuova nascita. Questa è una legge della storia, ne siamo fermamente convinti, con la fede ma anche con la ragione. Possiamo sempre alzare lo sguardo e vedere i germogli. Non scoraggiamoci nel fare il bene!
Dio porti a compimento tutto il bene che ciascuno di voi ogni giorno inizia a fare, e vi dia la gioia contagiosa di farlo a testimonianza dei giovani che un domani prenderanno il vostro posto, sperando che anche in un futuro lontano lo spirito di servizio e l’impegno per il bene rimangano un tratto caratteristico della nostra città, grazie alle nuove generazioni che crescono.
Maria, madre di speranza e custode della promessa, interceda per noi!
+ Claudio Cipolla, vescovo di Padova