Ai Dirigenti degli Uffici scolastici di Padova, Vicenza, Venezia, Belluno e Treviso
Ai Dirigenti e al personale,
agli studenti e ai genitori
delle Istituti scolastici presenti nel
territorio della Diocesi di Padova
Carissimi,
in questi giorni così “strani”, proprio nel cuore dell’Anno scolastico, desidero raggiungere con un pensiero particolare i bambini e i ragazzi, le loro famiglie, i dirigenti e il personale docente e ausiliario delle scuole presenti sul territorio della nostra diocesi. La scuola infatti è uno degli ambiti maggiormente “colpiti” dall’emergenza determinata dalla diffusione del Covid-19. Questa situazione sta mettendo in evidenza le nostre fragilità, ci porta a non sentirci sempre e comunque invincibili e quindi nella condizione di permetterci tutto; ci restituisce alla limitatezza della nostra umanità e, al contempo, interpella da un lato la scienza e la medicina a rinvenire efficaci misure di contrasto alla malattia, dall’altro spinge la gente comune a recuperare il senso della misura, del tempo, il valore di piccoli gesti di civiltà, anche in ordine ai comportamenti più banali, come il lavarsi le mani: sembrano aspetti di poco conto ma, in una società della frenesia e della corsa sfrenata, assumono un significato non banale, anche sul versante educativo; richiamano al valore del rispetto e della buona educazione verso se stessi e verso gli altri.
Immagino quanto pesi ai bambini più piccoli (infanzia e primaria) non poter frequentare in questi giorni la scuola, insieme ai loro amici e alle loro maestre: per loro la scuola rappresenta il primo ambito di socialità extra-familiare e l’assenza prolungata incide sicuramente sulla loro emotività.
Posso poi immaginare che la sospensione del servizio crei non pochi disagi ai genitori che, comunque, devono continuare la loro attività lavorativa: tutti siamo consapevoli di questo, ma è evidente che la determinazione delle autorità alla sospensione è stata indotta dal dovere di proteggere il bene primario della salute dei bambini, adottando tutte le misure precauzionali necessarie. Speriamo che l’emergenza abbia a spegnersi e che si possa tornare presto alla normalità. Al contempo, mi auguro che questi giorni possano essere l’occasione per i genitori di trascorrere più tempo con i loro bambini, aiutandoli magari con giochi, disegni e proposte creative ad allontanare la paura e a dare un senso anche a quanto sta avvenendo.
Forse per gli studenti della scuola secondaria, la sospensione delle lezioni sarà sembrato un “regalo”, ma sono sicuro che, dopo qualche giorno, anche loro sentono la nostalgia della scuola, dei loro compagni e insegnanti. Immagino anche che sia forte la tentazione di perdere tempo: dormire fino a tardi, mettersi davanti alla televisione o stare ore e ore davanti al computer, visto che i professori non controllano e magari anche mamma e papà sono al lavoro, potrebbe rappresentare una facile alternativa all’impegno scolastico quotidiano. Credo invece che questi giorni rappresentino per i nostri giovani una splendida occasione per dimostrare il loro senso di responsabilità, anzitutto verso se stessi, dedicando del tempo in più per recuperare qualche materia in cui si sentono più deboli, approfondire gli argomenti che li interessano, coltivare qualche sano hobby, trascorrere bene il loro tempo: auguro loro di non lasciarsi prendere dalla noia che è un brutto virus che toglie entusiasmo, ma sappiano riempire questo tempo di cose buone che fanno bene! So che molte scuole si sono già attrezzate per fornire lezioni on-line o, comunque, per accompagnare gli studenti in questi giorni: sono opportunità preziose che la tecnologia ci consente.
Spero anche che per le famiglie questo tempo prolungato sia occasione propizia per vivere il gusto dello stare insieme, di parlare un po’ di più, di condividere anche gioie e preoccupazioni: spesso noi adulti ci lamentiamo che i giovani non parlano, ma spesso siamo noi che fatichiamo a raccontarci a loro…
Rivolgo infine un grato pensiero a tutti i dirigenti, insegnanti e personale ausiliario: la straordinarietà dei giorni che stiamo vivendo li interpella non solo sul piano dell’organizzazione del lavoro, ma forse ancor più sul senso e il valore del compito educativo loro assegnato. Sicuramente sarà forte la preoccupazione per il ritardo inevitabile che si sta accumulando nello svolgimento dei piani di lavoro, nelle valutazioni, ma penso e spero che ogni educatore si senta ancor più chiamato a rinvenire modi efficaci per aiutare gli alunni a riflettere sul senso della vita, sulla necessità di rivedere il nostro modo di stare al mondo e di abitare la terra, recuperando il significato profondo dell’appartenenza alla famiglia umana, del rispetto reciproco, dei valori della solidarietà e del vivere comune. Ha fatto tanto bene a me e spero anche a tutti coloro che operano nella scuola leggere la lettera indirizzata dal dirigente del Liceo “Volta” di Milano ai suoi studenti: parole semplici che fanno onore alla scuola italiana.
Solitamente il valore di una cosa si percepisce quando essa viene a mancare: è così anche per la scuola. In questi giorni in cui essa manca nella vita dei ragazzi e degli adulti che in essa lavorano, ma anche per chi la vive solo indirettamente, magari solo perché vede le strade piene di studenti al mattino o all’ora di pranzo e sente il loro vociare, recuperiamone il profondo valore sociale: rendiamoci sempre più consapevoli che la scuola costituisce un momento indispensabile per costruire la città di oggi e di domani e sentiamoci felici – anche come cristiani – di contribuire al suo compito e di accrescerne la qualità.
Non serve che vi dica che sto pregando per tutti voi: il tempo di Quaresima che abbiamo iniziato in modo così inusuale, quasi nel deserto, ci aiuti a superare la paura e a rimetterci in cammino.
Padova, 4 marzo 2020
+ Claudio Cipolla, vescovo di Padova