Tertulliano, nella sua Lettera ai Martiri definisce lo Spirito Santo come «Allenatore dei martiri». Forse, se scrivesse oggi, userebbe un termine ancora più preciso e più noto, qualificandolo come “Personal trainer”, cioè un allenatore personale che gestisce, in maniera particolare per ogni individuo, gli esercizi più adatti a lui al fine di raggiungere una perfetta forma fisica, divenendo, nei momenti di stanchezza, un educatore e un motivatore, pronto anche a offrire i propri servizi a domicilio. S. Luca, in At 1,18, ci ripete una parola chiara di Gesù che, prima di ascendere al cielo, dice ai suoi: «…avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra». E il Catechismo della Chiesa cattolica al n. 2472 afferma che «Il dovere dei cristiani di prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del Vangelo e degli obblighi che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la verità. Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l’esempio della vita e con la testimonianza della parola l’uomo nuovo, che hanno rivestito con il Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti nella Confermazione». E al n. 2473 precisa che «il martirio è la suprema testimonianza alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità».
Quindi ognuno di noi è un testimone di Cristo anzi, come dice S. Cipriano è un «altro Cristo». E in Gesù Cristo, come uomo, lo Spirito Santo ha operato sempre, fin dal suo concepimento, infatti l’angelo dice a Maria: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la Sua ombra la potenza dell’Altissimo» (Lc 1,35). Così è lo Spirito Santo che rivela nel Battesimo l’identità di Gesù come Figlio di Dio. È poi lo Spirito che spinge Gesù nel deserto per lottare contro Satana (Mc 1,12), per prepararsi alla sua missione di Salvatore. Ed è sempre lo Spirito che ispira la sua predicazione, e che agisce in lui compiendo i miracoli. La Lettera ai Romani (1,4) e la Lettera agli Ebrei (9,14) ci ricordano che lo Spirito Santo è stato per Gesù, l’anima del suo Sacrificio, il principio dell’amore redentore. E Gesù risorge, come ci dice S. Paolo, per la potenza dello Spirito Santo: «Colui che ha risuscitato Cristo dai morti» (Rm 8,11).
Guardando la nostra vita personale possiamo chiederci: “Se essere cristiano significa essere ‘alter Christus’, cioè significa rivivere in noi la vita, i pensieri, le azioni di Cristo, come vivo ‘io’ il rapporto con lo Spirito Santo, come corrispondo alla sua azione in me? Poiché è certo che anche in ognuno di noi agisce lo Spirito Santo come in Gesù, io corrispondo a questa azione come ha corrisposto Gesù? Dovremmo poter fare un parallelo costante tra la vita di Gesù e la nostra: anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo quando siamo nati come figli di Dio nel Battesimo e di nuovo, con pienezza, nella Cresima; anche in noi lo Spirito Santo opera con la sua forza e ci aiuta a superare gli ostacoli, ad offrire noi stessi a Dio, a completare quello che manca alla Passione di Cristo a favore del Suo Corpo che è la Chiesa; anche a noi lo Spirito Santo dà i suoi sette doni e dà la forza di rendere testimonianza fino al martirio. Allora perché così spesso la minima difficoltà ci sembra insormontabile, perché continuiamo a rimuginare dubbi? Molto probabilmente dobbiamo riconoscere che lo Spirito Santo non è per noi, come è stato per Gesù, il principio efficace e insostituibile di vita, di santità, di azione e, soprattutto, di amore, infatti troppo spesso sostituiamo a lui altri principi privi di fondamento, senza riflettere che — come canteremo nella splendida Sequenza di Pentecoste — senza lo Spirito Santo “nulla è nell’uomo nulla senza colpa”. Affidiamoci allora allo Spirito Santo come al nostro “personal trainer” per eccellenza. Solo così per noi sarà ogni giorno Pentecoste e in ogni istante della nostra vita lo Spirito Santo ci potrà donare “virtù e premio”, per poterci donare nel nostro ultimo giorno, “una morte santa e la gioia eterna”.
Monache benedettine dell’Abbazia di S. Maria di Rosarno (Firenze)