Qual è la fotografia della povertà nel territorio diocesano? Quali sono i bisogni e le fragilità emergenti? Qual è il profilo delle persone che si rivolgono ai diversi servizi di Caritas Padova?
Con il Report 2022 dell’Osservatorio sulle povertà e le risorse Caritas Padova cerca di trovare risposte e disegnare una situazione. Dopo qualche anno di pausa, dovuto a cambiamenti di sistemi di rilevamento e pandemia, torna il Report della Caritas diocesana che ha come titolo La comunità osservante, un titolo con cui si vuole «identificare per centri concentrici – spiega nell’introduzione il direttore di Caritas Padova, Lorenzo Rampon – una base di osservazione che vuole essere costituita dai nostri operatori, da quelli delle Caritas parrocchiali, da chiunque appartiene alla comunità cristiana diocesana e da chi condivide con noi l’attenzione per le persone più fragili». Tutto ciò con l’obiettivo di «considerare e leggere i fenomeni sociali utilizzando come criteri di lettura della realtà i diritti fondamentali della persona e il valore evangelico della dignità di ogni essere umano».
Il Report riporta i dati relativi ai servizi del Centro di ascolto diocesano (a Padova, in via Bonporti), che intercetta in particolare persone in condizioni di grave marginalità; dei Centri di ascolto vicariali (38 sportelli distribuiti su 26 vicariati) dedicati in particolare all’ascolto e all’accompagnamento delle persone; dell’ambulatorio Caritas presente a Padova dal 1999, che offre un supporto odontoiatrico e oculistico a persone indigenti. Non manca poi un resoconto sull’attività dello Sportello disagio finanziario, sulle accoglienze e sul progetto di contrasto alla povertà educativa “È per te”.
Nel 2022 le persone intercettate dai diversi servizi Caritas sono state 445 nel centro di ascolto diocesano, 1.481 nei centri di ascolto vicariali distribuiti nel territorio e 101 nell’ambulatorio Caritas), con diversi profili e richieste a seconda del servizio.
Al Centro di ascolto diocesano di Padova si rivolgono soprattutto uomini (78,9%) tra il 35 e i 64 anni con cittadinanza non italiana, senza dimora o con alloggi di fortuna. Diversamente nei Centri di ascolto vicariale prevalgono le donne (60,6%) tra i 35 e i 64 anni, coniugate, con casa in affitto o di proprietà, l’utenza è a metà tra italiani e non italiani, ma aumenta anche la percentuale di persone over 65 (15,3%). All’ambulatorio si rivolgono prevalentemente stranieri che vivono in affitto e un buon numero di minori (19,8%).
Tra i dati rilevanti del 2022, emerge con evidenza che la metà (51,9%) delle persone che si sono rivolte al Centro diocesano di ascolto sono “nuove”: sono “nuovi poveri”. Percentuale che scende al 37,2% nei centri vicariali. «Nonostante ciò – si legge nel Report – più di un quarto delle persone sono in carico ad un Centro di Ascolto da 5 anni o più. In particolare, il 28,7% presso il CdAD e il 29,4% nei CdAVx. Questo dato fa riflettere su come spesso sia difficile trovare soluzioni che aiutino le persone a uscire dal circuito dei servizi. Inoltre, tra tutti i beneficiari dei servizi Caritas, almeno la metà è costituita da stranieri, i cui Paesi di provenienza (ad es. Marocco, Tunisia, Romania, Moldavia) lasciano intravedere una prevalenza di migranti sul territorio padovano da lungo tempo. È presente anche una forte componente di persone nigeriane».
Dati comunque che evidenziano una crescita dei bisogni, tra cui emerge da un lato il tema della precarietà o mancanza lavoro e dall’altro il fenomeno dell’invecchiamento precoce, che coinvolge in particolare gli uomini della fascia dei 55-64 anni che vivono situazioni di grave marginalità.
Per quanto riguarda i “bisogni”, nei Centri di ascolto vicariali emergono in particolare alcune voci – bisogni economici, lavorativi, di salute e abitativi – ma non mancano problematiche familiari, psicologiche o di altra natura che emergono soprattutto laddove la conoscenza delle persone è protratta nel tempo.
Spostandoci in città, nel Centro di ascolto diocesano, sono almeno tre i bisogni che ciascuna persona presenta contemporaneamente, trovandosi tutte in situazioni di grave marginalità. Le possiamo riassumere in tre parole: soldi, casa, lavoro.
Diversa la situazione dell’ambulatorio Caritas dove le necessità più rilevanti sono naturalmente di natura sanitaria.
Lo Sportello Disagio finanziario – che sostiene persone o famiglie che vivono una situazione temporanea di difficoltà finanziaria, con la formula del “prestito di sostegno sociale”, per un massimo di 5mila euro – nel 2022 è venuto incontro alle necessità di cinque persone/famiglie per un sostegno complessivo di 19.500 euro. Mentre, grazie alla convenzione con la Fondazione antiusura Giuseppe Tovini di Verona, sono state aiutate due diverse situazioni per un valore complessivo di 53mila euro.
Sul fronte delle accoglienze di persone italiane e straniere senza fissa dimora o in emergenza abitativa, nel 2022, sono state accolte 25 persone (23 uomini e 2 donne) tra i 14 e i 73 anni, grazie a sei appartamenti messi a disposizione grazie alla disponibilità di alcune parrocchie di Padova (Santa Maria del Carmine, San Filippo Neri, San Bellino, Santissima Trinità).
Infine nell’impegno di contrasto alla povertà educativa, la Caritas diocesana nel 2021 ha avviato insieme all’associazione Adam onlus e grazie al finanziamento dell’8xmille della CEI, il progetto “È per te” con l’intento di attivare una rete di supporto a famiglie a rischio di povertà educativa, intrecciando le risorse del territorio di sei contesti parrocchiali – Mortise, Madonna Pellegrina, Madonna Incoronata, Ponte San Nicolò, Vigodarzere e Vigonza – mettendo in campo tre operatrici sociali, un gruppo di coordinamento due supervisori esterni.
Il progetto ha favorito lo sviluppo di una comunità educante, nuovi doposcuola e nuove reti territoriali.