Oggi, sabato 17 dicembre 2022, è stato consegnato a don Luca Favarin il decreto di sospensione a divinis, con effetto immediato. Tale disposizione è la naturale conseguenza della richiesta – presentata dallo stesso don Luca Favarin, il 13 dicembre 2022 – di essere esonerato dai compiti legati al ministero presbiterale e di avviare il procedimento di dispensa dal ministero ordinato. Tale provvedimento, che risponde al can. 1333 comma 1 del Codice di Diritto Canonico, prevede che don Luca non possa d’ora in avanti celebrare l’Eucaristia e gli altri sacramenti e sacramentali.
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A fronte di questa notizia che rappresenta motivo di tristezza e dispiacere per il Vescovo Claudio Cipolla e per la Chiesa di Padova, è necessario precisare e ribadire alcuni aspetti per evitare fraintendimenti e comunicazioni imprecise.
- Nei confronti di don Luca Favarin non c’è alcun atteggiamento di avversione, ma al contrario rispetto e apprezzamento per il suo impegno sociale e per l’attenzione, dimostrata in tutti questi anni, verso le persone più povere e fragili.
- La richiesta di dispensa è stata presentata da don Luca Favarin lo scorso 13 dicembre 2022.
- La sospensione a divinis è atto necessario e conseguente alla richiesta di dispensa dal ministero ordinato.
- La modalità operativa di agire in campo sociale di don Luca Favarin e la sua decisione di esonero dal ministero ordinato sono due questioni nettamente distinte e come tali vanno considerate.
- Per quanto riguarda l’agire in campo sociale, le iniziative di don Luca Favarin, per quanto pregevoli, sono personali e non pensate, condivise né maturate insieme alla Chiesa di Padova. In particolare sul fronte dell’accoglienza dei migranti la Diocesi di Padova ha scelto di non porsi come “gestore” diretto delle accoglienze, ma di affidarsi a cooperative sociali qualificate, esperte su questo settore, concordi nel collaborare con i volontari e nell’inserimento degli ospiti anche in attività di pubblica utilità. La Diocesi si è impegnata per far maturare e attuare lo stile delle microaccoglienze diffuse nell’intero territorio della Diocesi, sensibilizzando le parrocchie, mettendo a disposizione spazi e soprattutto favorendo reti di relazioni con il territorio, per cooperare insieme davanti alla complessità dei problemi. Contemporaneamente la Diocesi, in particolare attraverso la Caritas e il vicario per le relazioni con il territorio, ha intessuto dialoghi, talvolta anche impegnativi, con le diverse istituzioni presenti nell’intero territorio diocesano. Un orientamento che si è rivelato fruttuoso per le persone accolte, per le persone coinvolte nei progetti, per la crescita del territorio e delle parrocchie. La Diocesi preferisce procedere in modo ordinario, valorizzando tanti soggetti. Vanno ricordate molte altre attività di accoglienza e di sostegno a minori e vittime di tratta che vedono la Chiesa di Padova impegnata con apposite strutture gestite con umiltà e discrezione, in collaborazione con realtà religiose e tanti altri soggetti, tutti ugualmente degni di riconoscimento e di gratitudine.
- La scelta di Luca Favarin si è, invece, indirizzata diversamente, in forma autonoma e personale, sfociando in attività imprenditoriali su cui più volte la Diocesi ha chiesto informazioni, condivisione e trasparenza, proprio per poter valutare l’autorizzazione richiesta a un prete per procedere con tali attività (cfr. CDC can. 286). Una richiesta legittimata dal fatto che le azioni e le attività di un prete naturalmente coinvolgono l’intera Diocesi: quando un prete, parla, agisce, attua percorsi e progetti chiunque immagina che lo faccia a nome e per conto della Chiesa. Don Luca non ha accolto l’invito a far proprio lo stile diocesano, ritenendo opportuno continuare per la propria strada.
- La decisione di don Luca Favarin, prete da 24 anni, di lasciare il ministero si pone su un altro piano, da accogliere e rispettare in quanto ulteriore scelta personale che riguarda la verifica del suo essere prete, l’orientamento della sua vita e le motivazioni presentate ai superiori. Inevitabilmente, il ministero comporta una responsabilità condivisa a pieno titolo con tutti gli altri presbiteri, oltre che con il Vescovo.
- La Chiesa di Padova è amareggiata per ricostruzioni e commenti provenienti in questi giorni da più parti, che non rendono onore alla verità. Non è vero tra l’altro che la Diocesi di Padova, attraverso i suoi rappresentanti, non abbia mai visitato le realtà afferenti a don Luca Favarin.
- Il Vescovo Claudio e la Chiesa di Padova esprimono la loro profonda sofferenza per la vicenda e ribadiscono, allo stesso tempo, la vicinanza umana a don Luca.