Un’occasione “storica” la visita di oggi, martedì 22 febbraio 2022, del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, alla realtà del Teatro Verdi di Padova e alla “comunità” teatrale che ne fa capo.
Una visita che fa seguito all’attenzione che il vescovo Claudio ha avuto, già in tempo d’avvento (con le celebrazioni domenicali dedicate ad alcune categorie di lavoratori particolarmente toccati dalle conseguenze del Covid) per quanti operano nel mondo dello spettacolo, tra i più segnati dalle chiusure dovute alla pandemia.
E così oggi la visita al Teatro, che ha visto l’accoglienza e il saluto da parte del presidente del Teatro Stabile del Veneto, Giampiero Beltotto, del personale della struttura e dell’assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio, del vicepresidente dell’OPV, Paolo Giaretta.
Il vescovo Claudio Cipolla, accompagnato dal direttore dell’Ufficio di Pastorale della cultura, don Giorgio Bezze e dal direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali, don Daniele Longato, con la sua presenza ha ribadito solidarietà, vicinanza e sostegno al mondo dello spettacolo. Ha quindi visitato i locali del teatro e nel foyer ha ascoltato alcune testimonianze dei giovani dell’Accademia Carlo Goldoni, del personale, oltre alle riflessioni del presidente dello Stabile Giampiero Beltotto e del vicepresidente dell’OPV Paolo Giaretta.
Rivolgendosi in particolare ai giovani allievi dell’Accademia, il vescovo Claudio – felice di aver visitato il teatro Verdi in tutte le sue strutture e incontrato personale e maestranze – ha ricordato loro che arte e Chiesa hanno in comune la bellezza del messaggio che custodiscono e c’è necessità di ristabilire un’alleanza. «Se è vero che senza l’arte la vita è più povera, è altrettanto vero che la fede senza l’arte è più povera ma anche l’arte senza la fede è più povera». Ai giovani ha ricordato che «l’artista è colui che sa dire quelle cose che altrimenti rimarrebbero inespresse e ogni artista è portatore, nel tempo in cui vive, di qualcosa di grande». Non solo: i giovani e gli artisti – ha sottolineato il vescovo – «hanno anche la responsabilità di trasmettere la bellezza della vita».