Il vescovo Claudio ha iniziato la Quaresima celebrando il rito delle Ceneri a Legnaro

Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, interrompendo una tradizione secolare, in occasione dell’inizio della Quaresima, il mercoledì delle Ceneri (10 febbraio 2016), ha voluto celebrare un momento di preghiera e il rito dell’imposizione delle Ceneri non in Cattedrale, ma in una parrocchia della Diocesi, precisamente a Legnaro, una comunità cristiana che, da alcuni mesi, vive un momento di travaglio.
 
«Ho scelto di andare in questa comunità – spiega il vescovo Claudio in un videomessaggio/intervista disponibile da oggi sul sito diocesano – perché è una comunità che è stata ferita, proprio nella sua identità di comunità che si è dedicata agli altri, che è attenta ai poveri, che si riconosce nel Vangelo. E per di più è proprio il parroco precedente che è stato coinvolto in questa difficoltà. Mi sembra doveroso, come vescovo, farmi vicino a questa comunità, perché non perda la speranza soprattutto nel Signore e nel Vangelo e anche nella fraternità, nella possibilità di noi cristiani di aiutarci reciprocamente». L’errore – prosegue il vescovo – «va riconosciuto come errore».
 
Il vescovo manifesta inoltre il proprio dispiacere «innanzitutto per i poveri, perché i destinatari di queste somme sono i poveri, i primi offesi sono propriamente quelli a cui erano destinate queste risorse. E vorrei garantire che nulla deve essere orientato altrove quando un offerente manifesta in modo chiaro la sua intenzione di aiutare i poveri. Anzi noi, come Chiesa, dobbiamo essere garanti di questa intenzione».
 
Con la comunità di Legnaro mons. Claudio Cipolla ha voluto iniziare la Quaresima e per primo si è fatto imporre le ceneri da un giovane; insieme alla comunità ha desiderato avviare il cammino che porta alla Pasqua, per poter risorgere insieme con Gesù: «un’attenzione necessaria soprattutto oggi», tempo in cui molti personaggi della Chiesa sono stati chiacchierati. «E noi dobbiamo chiedere scusa, perdono e soprattutto chiedere sostegno alle nostre comunità. Noi come preti, anch’io come vescovo, abbiamo bisogno di appoggiarci sull’onestà, sulla carità, sulla fede delle nostre comunità. Dobbiamo camminare insieme. Il mio andare a Legnaro è per manifestare che dove una comunità è colpita, il vescovo si sente particolarmente coinvolto e partecipe della sofferenza».
 
Alla comunità di Legnaro il vescovo chiede di aiutarsi a restare fedeli al Vangelo e riprendere speranza nella possibilità di riorganizzarsi, assicurando anche una presenza costante di un gruppo di preti diocesani, in attesa della nomina del nuovo parroco: don Angelo Scarabottolo,a cui è affidata la gestione amministrativa; don Cesare Contarini, che per i prossimi mesi seguirà il cammino pastorale; il cappellano don Mariano Rosillo (che rientrerà a fine marzo) e don Alessandro Piran del seminario Minore. Una presenza moltiplicata per testimoniare «che una comunità ferita deve essere tenuta vicino al cuore di una Diocesi».
 
Infine il vescovo dedica un pensiero a don Lucio Sinigaglia. Il figlio che sbaglia va ripreso, ma rimane sempre un figlio: «Vorrei che si distinguesse la nostra giusta chiarezza, trasparenza e severità da una relazione che non può essere comunque interrotta. Don Lucio resta componente della nostra famiglia ecclesiale, resta una relazione filiale con la sua Chiesa e dobbiamo continuare a volergli bene e aiutarlo a riprendere anche il suo cammino, senza togliere nulla ai doveri di giustizia, ma aggiungendo uno sguardo di misericordia nei confronti anche di chi ha sbagliato».
 
 
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