L’omelia del vescovo Claudio nella solennità di San Prosdocimo, primo vescovo di Padova e patrono principale della Diocesi – 7 novembre 2022
Vivere la santità oggi è il richiamo che viene dalla celebrazione del patrono e fondatore della nostra chiesa diocesana.
Ci vengono presentati, dalla composizione di questa assemblea, alcuni percorsi di santità. Non ci spaventi questa denominazione: la santità è la condizione normale del cristiano che è stato scelto dal Signore e che cammina desiderando di obbedire alla sua parola.
C’è la presenza dei diaconi: 35 anni fa in questa circostanza la nostra diocesi ha ripristinato questo grado dell’ordine. Da allora i diaconi sono stati oltre sessanta, alcuni di essi già in cielo.
Ci sono i sindaci, amministratori dei nostri territori, provenienti da tutte e cinque province su cui insiste la nostra Diocesi.
Ci sono numerosi insegnanti di religione che nella scuola vivono l’impegno di accompagnare bambini e adolescenti nella loro crescita personalexx.
Ci sono poi i nostri fedeli servitori. All’elenco degli scorsi anni si aggiungono altre 30 persone. Sono cristiani che hanno dato belle testimonianze del Vangelo.
Accanto a loro ci siamo tutti noi: presbiteri, uomini e donne di speciale consacrazione, e poi tutti noi, popolo consacrato a Dio nel Battesimo e chiamato al servizio alla chiesa e a nome della chiesa.
I diaconi rimandano all’immagine di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli ma anche a quella di Gesù che si occupa dei miseri, dei cuori spezzati, dei prigionieri, degli afflitti, come era stato profetizzato da Isaia. Il diacono ci ricorda Gesù che passava sanando e beneficando tutti coloro che erano prigionieri del male. La chiesa non può restare senza questa voce: la voce della Carità e senza l’annuncio di questo Vangelo: il Vangelo della Misericordia di Dio.
Parlare di Dio che ci ama, raccontarlo con una visita, con gesti di attenzione e di prossimità, vedere e riconoscere la sofferenza (spesso fatta di solitudine) e a nome della chiesa essere sempre nelle strade e nelle case per consolare è il modo proprio del diacono di vivere oggi la santità portata alla nostra terra da san Prosdocimo.
Non c’è un modo concreto, una tecnica; non ci sono cose precise da fare per essere diaconi. Piuttosto c’è un mandato, o meglio un cuore divino che manda, uno spirito: trasformare in atti o in cultura, oggi, in questo nostro tempo, tra le nostre preoccupazioni e le paure dei nostri fratelli l’unico Vangelo di sempre.
C’è poi una strada tanto delicata quanto importante, quella del servizio al bene comune. Questa strada è percorsa da chi si è disponibile ad amministrare, a nome della società che lo compone, un territorio, promuovendo i diritti di tutti ma prendendo le parti soprattutto dei poveri e degli emarginati, di quanti cioè non fanno paura perché non hanno potere.
Sì, anche amministrare un comune è campo di missione per un cristiano. Campo nel quale impegnare la propria vita nel nome del Signore e senza imporre ad altri la propria fede. Quasi, vorrei dire, insegnando, in nome della propria fede cristiana, la laicità nel contesto del convivere tra persone e gruppi sociali diversi.
È strada di Santità! Ci sono stati nella nostra storia molti esempi di sindaci e di amministratori che hanno servito il bene, la giustizia, pace e lo hanno fatto in modo esemplare proprio ispirandosi al Vangelo.
Oggi il terreno – come sempre – è senz’altro terreno scivoloso, minato: ci tensioni sociali; ci sono attese eccessive e spesso espresse con aggressività, c’è il rischio di indebolire il valore dei nostri risparmi, c’è incertezza nel mondo del lavoro. C’è la preoccupazione di chi non ha risparmi e vede le entrate non sufficienti al proprio mantenimento.
Insomma ci sono le conseguenze della crisi legata al Covid 19 e alla guerra in Ucraina.
Adesso poi si aggiunge la preoccupazione per l’ambiente al punto che non sappiamo gustare appieno le bellissime giornate che inaugurano questo mese di Novembre.
E voi sindaci siete chiamati a offrire sicurezza e prospettive, a costruire solidarietà tra componenti e interessi diversi del nostro tessuto sociale. È un grande ed importante servizio. In esso è nascosto un mandato evangelico.
La vostra strada per la santità è quella di vivere la politica come forma della Carità di Dio. Vorremmo esservi accanto, nel rispetto delle vostre autonome e libere responsabilità per darvi coraggio e per tenere vivo il mandato che nasce dal vostro battesimo.
L’altra strada di santità è quella della vita fraterna e comunitaria, tipica delle nostre realtà ecclesiali, delle parrocchie, delle associazioni ecclesiali, delle famiglie..: niente di speciale o di eroico. Sono i nostri tempi di volontariato, di servizio disinteressato, della disponibilità gratuita anche e soprattutto nelle piccole cose. Dal pulire e seguire i nostri edifici di culto, al servire con il canto o la musica una assemblea liturgica. Insomma piccole cose che però segno di sostegno per coloro che vivono la loro missione nel mondo: dove ci sono luoghi di lavoro e di impegni difficili, dove ci sono famiglie con problemi che solo il Signore conosce, dove ci sono bambini e adolescenti da educare tramite lo sport o altre forme di aggregazione. Chi vive la propria missione nel mondo trova alla domenica un momento di pace per riposare, un luogo di fratelli e sorelle dove riprendere coraggio e anche grazie a ciascuno riprendono con più coraggio la loro strada nel mondo, missionari dello stesso vangelo della carità nel quotidiano.
Si tratta di storie di servizio normali alla portata di tutti, storie di testimonianza semplici nelle quali vediamo i frutti del nostro battesimo e percepiamo che il battesimo abilita tutti noi a parlare del Vangelo.
Sono storie di Santità appunto come quella di San Prosdocimo.
+ Claudio Cipolla, vescovo di Padova