Don Valerio Nardo (Limena, 20 aprile 1935 – Sarmeola di Rubano, 27 gennaio 2019)
Don Valerio nasce a Limena il 20 aprile 1935, in una famiglia che conta sei tra fratelli e sorelle. Viene ordinato prete nella chiesa del Seminario di Padova il 10 luglio 1960, assieme ad altri 21 compagni di percorso.
Viene subito nominato vicario a Fossò, mentre nel 1963 è inviato al Bassanello. Nell’autunno del 1965 diventa vicario a Carmignano di Sant’Urbano. Dopo un periodo con i Paolini entra a servizio della Chiesa di Roma, inizialmente come vicario a Sant’Ignazio di Antiochia (1970-1971), poi a San Girolamo (1971-1978). Nel frattempo viene incardinato tra il clero di Roma il 15 luglio 1977. Il primo incarico di parroco a San Paolo della Croce a Corviale (1978-1994) arriva quando viene eletto Papa Giovanni Paolo II. Alla figura del Pontefice don Valerio rimane molto legato tanto da dedicargli il libro Giovanni Paolo II raccontato da un parroco di Roma (EMP, 2008).
Nell’Introduzione scrive:
Ho conosciuto da vicino il papa Giovanni Paolo II. A fine febbraio del 1992 sono stato a pranzo con lui e i suoi collaboratori più stretti. Due giorni dopo, domenica 1 marzo, egli venne in visita pastorale nella mia parrocchia, San Paolo della Croce a Corviale, una parrocchia della periferia. Un giornale romano scrisse per l’occasione: «Sorride beato, don Valerio Nardo, chissà da quanto tempo non era così felice. Il papa lo ha preso per mano, ha cantato con i suoi ragazzi, è venuto ospite in una delle “case” più povere della capitale, e ne è uscito felice, sorpreso che il cemento scaricato a Corviale non abbia sepolto la vitalità delle persone che lo abitano». Il papa tornava da un viaggio missionario in terra d’Africa e nell’isola di Gorée aveva visitato la Casa degli schiavi, ora a Roma riprendeva le visite pastorali alle parrocchie. Era la duecentesima visita a una parrocchia romana. La mia esperienza di prete di parrocchia a Roma è iniziata quando fu eletto papa, nel 1978.
Al già ricordato incarico a San Paolo, si aggiungono poi Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (1994-2000) e San Lorenzo in Damaso (2001-2011). Dal 2007 al 2011 è stato parroco Prefetto della IIa Prefettura e il 10 maggio 2008 era stato nominato anche Cappellano di Sua Santità. Don Valerio trova accoglienza all’Opsa nel novembre 2016 e qui muore il 28 gennaio 2019.
Nonostante la lontananza, don Valerio si è sempre sentito parte del suo gruppo di ordinazione, che vedeva volentieri in occasione dell’anniversario di ordinazione, magari raccontando della periferia romana con il suo accento romanesco e con tratti gradevoli. Nell’Introduzione del testo già ricordato, don Valerio riportava le parole di Giovanni Paolo II nel primo incontro con il clero di Roma:
Dobbiamo amare dal più profondo dell’animo il nostro sacerdozio. Dobbiamo amarlo come l’essenza della nostra vita e della nostra vocazione, come base della nostra identità cristiana e umana. Ognuno di noi deve, in ginocchio, ringraziare Cristo per il dono della vocazione.
I funerali vengono celebrati ad Altichiero, dove la famiglia aveva trovato residenza, giovedì 31 gennaio alle 10.30, presieduti dal vicario generale, mons. Giuliano Zatti.