Don Pio Pampaloni nasce a Pionca di Vigonza il giorno 1 ottobre 1936 ed è ordinato prete il 10 luglio 1960. La famiglia, poi trasferitasi a Conselve, contava due sorelle e cinque fratelli, uno dei quali, Elia, è missionario comboniano in Uganda. Il padre era organista, maestro e compositore di musica.
Nell’ottobre 1960 è studente presso la Pontificia Università Lateranense e nell’agosto del 1963 inizia ad insegnare diritto canonico in Seminario Maggiore. Contestualmente diventa collaboratore festivo a Noventana (1963-1965), Sarmeola (1965-1966), Eremitani in Padova (1966-1968), Montegrotto Terme (1968-1969), San Bonaventura di Cadoneghe (1969-1971). Nel 1970 è Assistente provinciale Associazione Scoutistica Cattolica Italiana e Consulente provinciale del C.I.F. Nell’ottobre 1971 viene nominato insegnante di Teologia morale professionale e sociale in Seminario e parroco di Monterosso. Nel giugno del 1973 è vice-bibliotecario del Seminario Maggiore e collaboratore festivo a Ca’ Morosini e Balduina.
Nell’ottobre 1976 viene destinato alle missioni tra gli emigranti in Inghilterra. Al suo rientro, nell’autunno 1980, diventa insegnante di religione. Nel 1985 è delegato per la Curazia di San Lorenzo di Bovolenta; due anni dopo diventa giudice del Tribunale Ecclesiastico Diocesano. A partire dal febbraio 2010 è vice-direttore della Biblioteca Capitolare e collabora con don Pierantonio Gios nella revisione di testi e lavori di compilazione. Sebbene non fosse uno storico di formazione, era tuttavia dotato di una versatilità che gli consentiva di entrare con intelligenza anche in campi che non erano propriamente suoi. A lui, ad esempio, In quanto membro dell’Istituto per la storia ecclesiastica padovana, si deve la cura di un corposo e apprezzato volume del 2009, Gregorio Barbarigo alla corte di Roma (1676-1680). Lettere familiari e di governo. Collabora anche con la rivista Studia Patavina per le recensioni e altri compiti redazionali.
Dopo la permanenza nella Casa del clero, a seguito di un malore che lo blocca nell’autonomia fisica, ma non nella mente vivace e penetrante, nel 2013 è accolto all’Opera della Provvidenza, dove muore il 23 gennaio 2019.
Don Pio era uomo cordiale, originale nella spiritualità, dall’intelligenza fulminea, lucida e curiosa, dalla comunicativa schietta e immediata, dall’umanità ricca oltre che aperta ai problemi sociali. Idealista, inquieto, ma generoso, era culturalmente molto versatile, tanto da muoversi bene in discipline diverse e applicarsi a diversi incarichi con straordinaria professionalità, con risultati sempre plausibili, con serietà e fedeltà ferrea, sebbene non mancasse un costante senso critico, dovuto proprio al fatto che, nella personale lucidità, pareva cogliere con immediatezza anche i limiti e la provvisorietà di quanto doveva fare. Proverbiale, a questo proposito, la sua passione per le scienze naturali e il suo cattivo rapporto con il diritto canonico che poi insegnava, invece, in modo egregio, chiaro ed efficace. Una sorta di inclinazione alla protesta e alla irrequietezza, non tuttavia banali, non impediva la sua fedeltà e obbedienza alla Chiesa e al Magistero.
Nella permanenza all’Opsa, pur garantendo la preghiera personale e comunitaria, pareva essersi caparbiamente circoscritto in un mondo privato dando spazio ad un sorprendente attaccamento all’enigmistica. Allo stesso tempo, sorprende il fatto che non si sentisse don Pio lamentarsi della personale situazione fisica: il carattere sembrava essersi addolcito, come se l’equilibrio raggiunto all’Opsa fosse il punto di arrivo di una desiderata tranquillità.
Le esequie saranno celebrate dal Vescovo Claudio nella chiesa dell’Opsa, sabato 26 gennaio, alle 9.30. La salma sarà poi sepolta nel Cimitero maggiore di Padova.