Il cuore di don Pietro Casello ha cessato di battere il 4 marzo, dopo alcuni giorni di agonia, al mattino nell’ora in cui ogni sabato si celebra nel santuario mariano di Villafranca . Da più di un mese era all’ospedale sant’Antonio in Padova. Aveva subito un’operazione, ma le condizioni generali dell’organismo non hanno permesso una ripresa. Don Pietro già da alcuni anni aveva cominciato un lento declino delle forze e della vivacità in seguito a piccole ischemie cerebrali.
Don Pietro era nato a Casale Scodosia nel maggio del 1934. Completati gli studi seminaristici era stato ordinato prete nel 1964 ed erano suoi compagni di ordinazione due futuri vescovi: mons. Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova e mons. Paolo Schiavon, vescovo ausiliare di Roma.
Il suo primo ministero si svolse nella popolosa parrocchia del Duomo di Cittadella accanto a mons. Aldo Pesavento e poi a mons. Antonio Miazzi. Nel 1970 fu inviato come cooperatore a Milano nella parrocchia di S. Maria Liberatrice, che Padova aveva assunto anche come base per un piccolo gruppo di preti studenti presso la Facoltà Teologica di Milano.
Nel 1973 è a Roma come segretario del vescovo padovano mons. Andrea Pangrazio e consegue la licenza in teologia pastorale. Ritorna in diocesi nel 1975 come parroco di Schiavonia. Dopo nove anni il vescovo Filippo Franceschi lo nomina parroco di Fossò.
Una testimonianza che arriva da Fossò ricorda don Pietro per le sue omelie “che non ti lasciavano pensare ai fatti tuoi, ti scuotevano e ti facevano anche star male, ma colpivano sempre nel segno”. Ricorda anche la sua carità attenta alle singole persone, specialmente agli anziani o a chi si trovava in situazione di particolare bisogno, ma anche in forme comunitarie, come nel sostegno dato alla associazione Arcobaleno e all’associazione per il commercio equo e solidale.
Nel periodo dal 1990 al 1999 per tre volte è nominato dalla fiducia dei preti e del vescovo vicario foraneo del vicariato di Vigonovo. e il comune di Fossò gli conferì la cittadinanza onoraria. Nel 2005 il vescovo Antonio concorda con lui il passaggio alla parrocchia di Villafranca Padovana, come parroco e rettore del santuario. Dopo appena sei anni, accorgendosi che, per il suo decadimento psico-fisico, non poteva piu’ dare alla parrocchia quanto richiesto per il suo mandato, si ritira in silenzio presso l’Opera dell’Adorazione Perpetua, accanto alla chiesa di Santa Lucia.
Un suo amico testimonia che negli ultimi giorni, pur se prostrato dal male, pregava affidandosi alla Madonna delle Grazie che certamente lo ha aiutato nell’offrire la sua sofferenza al Signore come condivisione della sua croce. Ed ora noi lo crediamo unito alla gloria del Signore Risorto.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio, di commiato sarà celebrata mercoledì 8 marzo alle ore 10,30 nella chiesa della parrocchia natale Casale Scodosia, presieduta dal vescovo Claudio. La sepoltura come suo desiderio sarà nel cimitero del