Don Pietro Baldan è tornato al Padre

Le esequie lunedì 5 agosto alle 10 a Peraga

È mancato giovedì 1 agosto al Cenacolo di Montegalda don Pietro Baldan.


Don Pietro nacque a Mirano (Ve) il 7 dicembre 1933 e venne ordinato prete il 13 luglio 1958. La sua prima destinazione fu la parrocchia cittadina della Guizza, alla quale seguì, nel 1962, quella di Villanova di Camposampiero. Qui la sua giovane, promettente e bella figura suscitò un clima di simpatia e coinvolgimento. L’educazione alla fede, l’associazionismo cattolico, l’accompagnamento personale, discreto e preciso, le discussioni aperte (erano gli anni di don Milani e Barbiana) furono per tanti un «tempo di grazia» accanto «all’amico fidato»: 

Ci solcò la via, in quel volo fatto di spigolature rocciose, ma altresì forti e spesse. «Quello che serve – disse – sono le pietre dell’Amore, della Carità e del Credo. Ci sentiamo aquile. Le parole senza opere restano vuote e sterili». 

Don Pietro diventò, poi, parroco di Lova dal 1970 al 1982, riproponendo i tratti che già si erano fatti notare negli anni precedenti. Si aggiunsero l’attenzione ai piccoli della Scuola materna, per i quali percorse il paese in lungo e in largo a bordo del pulmino parrocchiale, che diventò luogo di incontri e di parole. Sotto lo sguardo della sorella Sara, che per tanti anni avrebbe seguito don Pietro, molti giovani e ragazzi frequentarono la canonica fino a tardi, tormentati di continuo perché «coltivassero la propria zucca»: ed ecco il doposcuola di musica, inglese, matematica e musica curato dai più grandi a favore dei più piccoli (di nuovo don Milani), in un contesto nel quale la bontà e affabilità del parroco andarono di pari passo con le sue tenaci direttive. Sono anche gli anni nei quali «la pastorale passa dalle montagne»: complici la natura, la fatica comune, la possibilità di una vacanza alla portata di tutti: 

Don Piero sa contagiare grandi e piccoli verso le montagne, tutte senza distinzione. Ed è così che si passano le vacanze e si cresce assieme. Con don Piero parli di montagne e si illuminano il cuore e la mente. È come celebrare una liturgia, una comunione di vita.

Dal 1982 e fino al 2012 don Pietro fu parroco di Peraga. Negli anni 1984-1989 fu anche vicario foraneo (vicariato di Vigonza) e dal 1990 al 1993 membro del Consiglio presbiterale diocesano, sempre attento alla fraternità presbiterale. A Peraga si fece notare di nuovo per la presenza incisiva, sebbene schiva e discreta, tanto da lasciare un segno indelebile.

Siamo letteralmente cresciuti con lui un po’ soggiogati da questo prete così fuori dalle righe (a Lova aveva fatto arare il campo sportivo!) un po’ affascinati perché i discorsi e le risposte che ci proponeva non erano mai banali, stereotipate, bigotte, avulse dalla nostra realtà. La nostra fede adulta è maturata grazie alle innumerevoli discussioni, (a volte agli infiniti monologhi) alle quali abbiamo partecipato con i gruppi giovanissimi e giovani. Grazie a don Piero abbiamo potuto costruirci quegli indispensabili punti di rifermento che ci aiutano quotidianamente. 

Il caro don Piero è un esperto di teologia, psicologia, diritto civile ed ecclesiastico, storia, botanica, recitazione, matematica, lettere, filosofia, geografia e da poco di architettura e costruzioni edili. Ma la sua passione principale è da sempre la montagna!

E a Peraga acquistò una casa a Caralte perché la vacanza divenisse occasione di formazione estiva alla fede, coinvolgendo piccoli e grandi, famiglie e anziani. Nel 1998 lanciò la riscoperta del card. Bonaventura da Peraga, beato e martire, proponendone una festa che sarebbe diventata successivamente una rievocazione storica. Restaurò il centro parrocchiale e costruì la scuola materna. Senza nulla togliere alle altre opportunità formative, occasione di riflessione e dialogo furono gli articoli di fondo del notiziario quindicinale della parrocchia, dove don Pietro continuò a mostrarsi uomo saggio, innovativo e curato nei contenuti, che si trattasse di gratuità, di partecipazione comunitaria, di sociale, di vocazioni, di laicato o di fede, con argomentazioni, sensibilità e linguaggio che hanno sapore di attualità.

La strada che sta prendendo il nostro Consiglio pastorale, che ha in mano una specie di documento costituzionale, non è quella di cancellare iniziative, ma di aprire nuove proposte perché nella nostra parrocchia il vangelo con i suoi valori rivoluzionari sia sempre ripetuto a tutti senza stancarsi. Le iniziative (sagra, coro, teatro…) dovrebbero trovare il loro fondamento e gli spazi proporzionati in un insieme più vivo e più ricco di fermenti.   

(Notiziario quindicinale, 29 giugno – 13 luglio 1997)

Terminato il servizio di parroco, per limiti di età, fu nominato nell’agosto 2012 collaboratore e penitenziere nell’unità pastorale di Vigonza, non prima di aver ricevuto la cittadinanza onoraria di Vigonza. Nel novembre 2015 si ritirò presso il Cenacolo Nostra Signora di Fatima a Montegalda, dove la morte lo ha colto il primo giorno di agosto, nelle prime ore pomeridiane. 

Sono restato sempre quello che parla molto, forse con l’esperienza ho imparato a tenere più conto della sensibilità degli altri e quindi ad essere più misurato. Ho sempre trovato più facile stare insieme con i più giovani che avendo meno preoccupazioni per la vita quotidiana si interessano di più a riflessioni e proposte che vanno un po’ al di là del quotidiano (2008).

La liturgia di commiato sarà celebrata lunedì 5 agosto, alle ore 10, dal vescovo Claudio nella chiesa di Peraga.

condividi su