Come la lampada consumato l’olio, così don Lorenzo Carraro si è spento a questa luce terrena, per aprire gli occhi a quella eterna nel pomeriggio di lunedì 3 settembre nel Cenacolo di Montegalda. Il giorno dopo avrebbe compiuto 84 anni e tre mesi di permanenza al Cenacolo. Vi erano giunto con l’organismo e la mente già debilitati da un progressivo declino, avvenuto negli anni quando si era ritirato dalla Parrocchia ed era vissuto in casa con l’assistenza di un collaboratore familiare.
Don Lorenzo era nato a Santa Giustina in Colle nel 1934, da una famiglia che darà al Signore un altro figlio salesiano, don Marcello, e un altro alla diocesi, mons. Luciano, già arciprete di Este. Questa abbondanza vocazionale non era un fatto isolato, ma era inserita in una straordinaria fioritura di vocazioni sacerdotali e religiose, frutto di una intensa cura per la formazione spirituale dei giovani del parroco don Giuseppe Lago. Don Giuseppe sigillò la sua pastorale con la morte sul sagrato della chiesa, insieme con il suo cappellano ed una ventina di uomini e giovani, a causa di una rappresaglia di soldati tedeschi in ritirata. La sua attività e la sua morte continuarono a portare frutti vocazionali. Lorenzo aveva allora undici anni e di lì a poco sarebbe entrato in seminario minore.
Fu ordinato prete nel 1958 dal vescovo Girolamo, insieme ad un gruppo di condiscepoli, per quei tempi piccolo, ma che rimase sempre molto affiatato. Sono rimasti sempre fedeli ad un appuntamento mensile. Don Lorenzo diceva con orgoglio: “siamo l’unica classe che non ha mai detto di no al vescovo”.
Svolse il ministero di cooperatore al Dolo per nove anni, altri tre anni ad Albignasego. Nel 1970 il vescovo lo inviò parroco a Calcroci. Non era una nomina di ordinaria amministrazione. Calcroci era una parrocchia eretta appena quindici anni prima, in una contrada di Camponogara, che aveva conosciuto un notevole sviluppo, per la vicinanza a Marghera. Il parroco don Teodoro Burrattin si era adoperato per farla diventare una comunità ed aveva in pochi anni costruito chiesa, canonica e scuola materna. Aveva appena concluso i lavori quando nel febbraio del ’70 una grave malattia l’aveva portato alla morte all’età di 45 anni. Don Lorenzo accolse l’eredità e svolse la sua azione con energia giovanile e grande apertura.
Solo dopo nove anni, nel 1979, il vescovo Girolamo, conoscendo la sua esperienza in terra veneziana, lo chiamò a guidare la parrocchia di Sambruson: una parrocchia di antica tradizione, ma dove molti degli abitanti da contadini erano era passati a lavorare a Marghera, entrando in un’altra cultura. In un’epoca e in paese dove era usuale creare un fossato o alzare un muro fra “i nostri” e “gli altri”, don Lorenzo, aiutato anche dalla sua indole estroversa, cercò le strade per avvicinare tutti, servendosi anche della tavola e dello sport. Fu un parroco che continuò la pastorale tradizionale, coltivando soprattutto la preparazione dei giovani al matrimonio con impegnativi percorsi. La singolarità di don Lorenzo era la capacità di avvicinare tutti.
Passati quasi vent’anni, nel 1998, chiese di passare a Murelle. Portò qui la sua umanità schietta e scanzonata, la sua disponibilità ad incontrare e a farsi incontrare. Tutti i parroci celebrano, predicano, qualcuno ha il dono di una umanità semplice, schietta, capace di relazione e questa diventa sacramento dell’amore di Dio per le persone incontrate nelle forme più varie. Questo ricordano i fedeli di Murelle del loro parroco che, nel 2013, a 79 anni, rinunciò al compito e si ritiro al suo paese natale, Santa Giustina in Colle.
La diocesi di Padova ringrazia il Signore per questo umile, laborioso pastore concesso alla nostra chiesa e chiede al Signore che possa rinnovarsi nei nostri giorni la fioritura vocazionale concessa alla parrocchia dove è nata la sua vocazione.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio, di commiato sarà celebrata giovedì 6 settembre alle ore 15.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Giustina in Colle, presieduta dal vicario generale mons. Giuliano Zatti, essendo il vescovo Claudio impegnato nella visita alle missioni in Brasile. La salma sarà tumulata nel cimitero del paese.