Nelle prime ore di mercoledì 23 agosto il cuore di mons. Livio Destro ha cessato di battere. Proprio a motivo del cuore era ricoverato da qualche giorno all’ospedale di Santorso, dove aveva subito un intervento. Sembrava che fosse superato il pericolo, ma lui stesso aveva confidato ad un sacerdote amico la sua trepidazione per il futuro, manifestando anche tanta serenità. Era pronto.
Don Livio era nato a Tombelle di Vigonovo nel 1957 ed era diventato prete con il primo gruppo di ordinati del vescovo Filippo Franceschi nel 1982. Appena prete novello gli fu affidato uno dei più impegnativi patronati della diocesi, quello del Redentore di Este, accanto all’arciprete mons. Danilo Serena e vi lavorò per sei anni. In quel periodo promosse due meeting dei giovani della Bassa Padovana, cercando di andare anche alla radici culturali e manifestando già la sensibilità per il mondo del lavoro.
Questo spiega perchè nel 1988 il vescovo Franceschi lo chiamò a Padova come vice delegato per la pastorale sociale e del lavoro e assistente del movimento lavoratori dell’Azione cattolica. Si trovò a collaborare con don Giuseppe Masiero, inserito nel solco di una grande storia già avviata da preti come Pietro Zaramella, Giovanni Nervo, Giuseppe Pasini, Mario Gastaldo, Angelo Zilio.
La sua presenza si dimostrò subito dinamica, esuberante e nello stesso tempo progettuale e sapienziale. La collaborazione con i laici, sia nella commissione diocesana come negli ambienti di lavoro e nelle varie categorie professionali o sindacali, è sempre stata spontanea, in un autentico esercizio di corresponsabilità.
Nel mondo del lavoro don Livio si impegna per quasi vent’anni, assumendo nel 1995 la diretta responsabilità di delegato diocesano e della direzione del Centro di ricerca e formazione Giuseppe Toniolo, una realtà nuova voluta per guardare al futuro della società e del lavoro. Nel 1998 è nominato anche consulente ecclesiastico dell’ Unione cristiana imprenditori dirigenti e nel 2000 della Sezione Provinciale della Coldiretti. Ha collaborato con la scuola diocesana di formazione socio-politica e nel curare l’appuntamento annuale “Openfield”, promosso insieme da associazioni ecclesiali su un tema sociale emergente.
Per alcuni anni ha insegnato religione al Liceo Tito Livio di Padova, lasciando un segno negli alunni che l’hanno incontrato. E’ stato chiamato a fa parte di vari consigli, del Consiglio diocesano per gli affari economici, della amministrazione della fondazione Lanza, del Collegio dei Consultori. E’stato collaboratore festivo nelle parrocchie di Carpanedo, di Busa di Vigonza, di Limena e di Curtarolo e incaricato anche di seguire alcune situazioni parrocchiali in difficoltà.
Nel 2006 c’ è una svolta nella vita di don Livio: il vescovo Antonio Mattiazzo gli affida il compito di Arciprete di Thiene, succedendo a mons. Angelo Rigoni. Entra con tutta la sua energia nella pastorale ordinaria parrocchiale, dedicando la sua attenzione e la sua presenza a tutte le realtà presenti in parrocchia, dalla liturgia, ai gruppi. Attorno alla sua generosa attività personale, ha saputo far crescere un gran numero di collaboratori, di cui ha continuato ad avvalersi. Con il Consiglio Pastorale stava progettando a come dare continuità alla missione parrocchiale che si era svolta in maggio con i padri Cappuccini. Un segno della sua esperienza passata è stato il promuovere a Thiene un percorso di formazione socio-politica e una sezione dell’U.C.I.D. e ultimamente si era molto interessato per la continuità della presenza a Thiene della scuola paritaria.
Per due mandati era stato scelto dai preti e dal vescovo come vicario foraneo ed è bello ricordare come tratto singolare della sua personalità la cordiale vicinanza con i preti.
Don Livio è stato un prete sorridente, contento del suo ministero, a cui ha dedicato senza risparmio tutte le sue energie. Trametteva la gioia della fede vissuta, la sua passione per il Vangelo. Ne era un segno la preparazione che dedicava ad ogni intervento.
Il suo essere prete nulla toglieva alla sua ricca umanità, il suo amore per la vita a 360° (la montagna e il mare, il cibo e le cose belle, il gusto della compagnia…), l’attaccamento a mamma e sorella (e nipoti) e non guastava un pizzico di ironia.
Nei suoi 35 anni di ministero c’è una frase che ritorna costantemente: “Tutto è grazia”. E’ la felice sintesi di una persona che ha trovato nel Signore la gioia della vita.
La diocesi ringrazia il Signore per il dono di questo prete, ne piange la mancanza e invoca dal Signore il dono di altre vocazioni come la sua.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio, di commiato, presiedute dal vescovo Claudio, sarà celebrata sabato 26 agosto alle ore 10 nella chiesa arcipretale di Thiene; nel pomeriggio alle ore 15.30 a Tombelle ci sarà un’altra celebrazione. La salma verrà tumulata nel cimitero di Tombelle, suo paese natale