Don Lino Bottin riposa tra le braccia del Padre

È mancato la sera di lunedì 30 dicembre 2024 - le esequie sabato 4 gennaio 2025

Don Lino Bottin 

Carrara S. Stefano (PD), 14.09.1935 – Sarmeola di Rubano (PD), 30.12.2024

Don Lino, figlio di Giuseppe e di Erina Antonia Bertazzo, nasce a Carrara Santo Stefano il 14 settembre 1935 in una famiglia che conta 10 tra figli e figlie (di queste, due sono religiose). Ordinato il 10 luglio 1960, nel gennaio successivo è cooperatore a Conselve.

Nell’agosto 1968 è destinato come fidei donum alla diocesi brasiliana di Petropolis (nella Baixada Fluminense), verso la quale parte in nave il gennaio successivo. Nel Brasile della dittatura e della «fede rivoluzionaria» è parroco di São Sebastião a Gramacho, in un momento particolare carico di sfide. Insieme ad altri confratelli rivitalizza la parrocchia, riaprendo nel 1971 la chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Rua Boa Sorte, chiusa dal 1967.

Ad Alto da Serra, invece, (dove sarebbe poi arrivato don Caterino Longo) inizia lo studio del Concilio Vaticano II, con i documenti delle Conferenze latino-americane di Medellin (1968) e di Puebla (1979); partecipa con alcuni parrocchiani ai corsi tenuti da teologi della liberazione; segue gruppi, laici e famiglie. Oltre l’educazione ai sacramenti è responsabile di quattro scuole parrocchiali con 1500 alunni. «Il popolo capiva che bisognava uscire da una situazione di povertà e repressione e la liturgia era così viva e vibrante. Bibbia e liturgia portavano le comunità alla rivendicazione della libertà, della dignità. La passione per l’altro, il com-patire, patire assieme, non qualcosa di passivo». Nel 1976 inizia in Brasile la collaborazione delle suore Dimesse, che ad Alto da Serra si mettono subito al servizio dell’ambulatorio medico, della formazione dei catechisti, della pastorale giovanile e della liturgia.

In situazioni spesso faticose ed esasperanti, don Lino si incarna nelle situazioni concrete, legge quotidianamente la stampa locale “progressista” e si affeziona al popolo brasiliano apprezzandone l’amore per la Bibbia e l’ottimismo, la cordialità e la semplicità. Percepisce la fiducia delle persone nei suoi confronti ed esercita un «ministero sacerdotale sociale». Si occupa dell’accoglienza e della formazione di alcuni seminaristi che continuavano gli studi presso i francescani di Petropolis (tra i docenti vi era Leonardo Boff, di cui don Lino era amico).

Nel frattempo a fine 1980 era nata la Diocesi di Duque de Caxias (con territorio preso anche da quella di Petropolis). Don Lino per alcuni anni lavorò nell’amministrazione della nuova diocesi prestando aiuto in cattedrale, ma anche a Nossa Senhora do Pilar (Campos Elyseos) e Nossa Senhora de Fátima (Jardim 25 de Agosto).

Anche se molto schivo e a volte un po’ ritroso, giovane nello spirito e persona di carità, don Lino manifestò in Brasile una sensibilità squisita nel cogliere la presenza di Dio dentro le storie delle persone, dalla cui parte sempre si schierava ogni volta fossero vittime di sfruttamento e ingiustizia. A volte critico e un po’ scanzonato, era un presbitero fedele che soffriva per i sogni che non si avveravano e per l’incoerenza che avvertiva tra i discepoli del Signore. La sua presenza all’ interno del gruppo dei fidei donum è stata sempre di critica costruttiva.

Conclusa la presenza in Brasile, anche per motivi di salute, nell’ottobre 1990 don Lino è vicario parrocchiale a Noventana (ne era parroco don Francesco Milan, già rientrato dal Brasile). Dal novembre 1991 è parroco di Carbonara fino all’estate 2010. Anche nella piccola comunità sui Colli, oltre al lavoro ordinario, emerge l’indole generosa di don Lino, tanto che ospita in prima accoglienza immigrati, ragazze difficili e persone inviate dalla magistratura, offre lavoro a stranieri nella ristrutturazione della canonica e della sacrestia e cerca di rendere autonoma la parrocchia nei servizi di comunità. Anche a Carbonara don Lino si fece conoscere come uomo umile e profondo, generoso e testardo, vivace ed ironico, di una modernità intelligente che veniva dall’esperienza e dalla fede personali. Parlando costantemente della sua esperienza missionaria faceva comprendere con i suoi gesti che la missione non è questione di confini, ma di stile di vita. A conclusione della sua presenza, annota: «19 anni sono tanti! Ho cercato di fare il prete. Ho costruito un pezzetto del Regno del Padre?».

Terminato il servizio in parrocchia don Lino ottiene dal vescovo Antonio Mattiazzo di portarsi nella Diocesi di Lins (guidata dal salesiano Mons. Irineu Danelón), nello stato brasiliano di San Paolo. L’inserimento non fu semplice: negli anni successivi don Lino tornò definitivamente dal Brasile, si rese presente a Due Carrare, fu poi ospite di Villa Immacolata dal settembre 2015 fino al febbraio 2019, prima di passare in Casa del clero. Don Lino, ormai anziano, si lasciava incontrare volentieri: sorridente, mai scorbutico, brontolone o giudicante, mostrava di sé il cuore buono, la libertà personale e lo spirito leggero, comunque forte e determinato. Nel 2020 aveva pubblicato: Oltre il buio la luce. Riflessioni in poesia e prosa, testo che rivela un animo nobile e attento alle vibrazioni più squisite del cuore e della mente.
Da qualche mese si era resa necessaria l’accoglienza all’Opera della Provvidenza, dove la morte ha raggiunto don Lino nella serata del 30 dicembre 2024. Aveva 89 anni.

«Ho tre anelli al dito: uno nero che rappresenta il Brasile, uno bianco che rappresenta l’Italia-Carbonara e uno giallo che è la “fede” di mia mamma. I miei tre amori» (Cronistoria di Carbonara, 14.09.2010).

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio a Carrara San Giorgio sabato 4 gennaio 2025, alle 9.30.

Venerdì 3 gennaio si pregherà il Rosario a Carrara Santo Stefano, alle ore 19.

«L’esempio di vita e di missione di padre Lino ci ispiri a perseverare nel cammino della fede e dell’evangelizzazione. Affidiamo questo nostro fratello al Signore, affinché lo accolga nella sua gloria e gli conceda il riposo eterno. Alle comunità che ha servito e alla Diocesi di Padova esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra preghiera, chiedendo all’intercessione di Sant’Antonio di consolare tutti in questo momento di dolore» (Mons. Tarcisio Nascentes dos Santos, Vescovo di Duque de Caxias, 30.12.2024).

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