Don Graziano Rizzo – Monselice (PD), 18.12.1945 – Sarmeola di Rubano (PD), 04.06.2023
Don Graziano Rizzo, di Pacifico e Rita Baccan, nato il 18 dicembre 1945 a Monselice (PD), vive e cresce nella parrocchia di Solesino (PD), dove frequenta le scuole elementari. Entra nel Seminario al Barcon di Thiene il 12 ottobre 1956 e viene ordinato prete il 3 luglio 1971 dal Vescovo Girolamo Bortignon, assieme al compaesano don Luciano Barin. Sempre riconoscente alle figure di preti che lo hanno sostenuto e accompagnato fin da giovane (don Ugo Giacomello, don Ercole Pasqualotto, don Gino Zambonin), scrive per l’occasione:
«Sono carico di entusiasmo, di volontà, pronto per essere a servizio degli altri. Posso partire per realizzare il mio sacerdozio nel mondo, in mezzo a tutte le persone che incontrerò. Certo, non mi nascondo le difficoltà che come prete potrei trovare non solo da chi non è sensibile ai valori dello spirito, ma anche da parte mia: di non essere cioè prete vero, sempre, in ogni momento della vita, di mettere ostacolo con la mia persona all’azione di Dio».
In occasione del 50° di ordinazione, don Graziano avrebbe poi scritto:
«È stato il Signore a muoversi per primo nella mia vita e un po’ alla volta, ragazzo, adolescente e giovane, ha fatto breccia prospettando una scelta di vita. Negli anni del Seminario mi è stato detto che Dio chiama chi vuole, domanda solo disponibilità. Ed è stato così: mi sono reso disponibile allora e ho cercato di farlo anche in questi anni del mio essere prete: sì, è stato un dono, una chiamata del Signore, nonostante tutto».
Inizialmente è cooperatore a Stanghella (1971-1974), poi cooperatore nella parrocchia della Sacra Famiglia a Bolzano e responsabile diocesano della locale pastorale giovanile (1974-1985).
(La collaborazione era nata tra il vescovo di Padova, Girolamo Bortignon e Joseph Gargitter, primo vescovo della nuova Diocesi di Bolzano-Bressanone, in ordine all’accompagnamento dei fedeli di lingua italiana. L’esperienza, iniziata a metà anni ’60, si è protratta fino alla fine degli anni ’90).
Per don Graziano, gli anni in Alto Adige sono caratterizzati dall’entusiasmo, dalla generosità, dall’incontro con molti giovani nei gruppi parrocchiali, nella scuola e in situazioni fragili quali quelle dovute all’emarginazione e alla droga.
In una calda mattina del luglio 1985 fa il suo ingresso di parroco a Prozzolo: scarica da un camioncino una bicicletta e un pallone, a dire una particolare attenzione verso i giovani, con i quali lega subito. Il tempo, la pazienza, l’accoglienza di tutti e la capacità di andare oltre le divisioni lo portano a inserirsi nella comunità. Convinto della partecipazione di tutti alla conduzione della parrocchia, sintetizza la sua linea di condotta con le parole: «Non il molto di pochi, ma il poco di tutti».
A Prozzolo rimane fino al 1999 quando viene nominato arciprete di Agna, dove fa il suo ingresso il giorno 11 luglio. Nel 2005 è il primo parroco moderatore della nuova unità pastorale di Agna, Borgoforte, Frapiero e Prejon. A fine incarico nel 2010, salutando le parrocchie dell’unità pastorale scrive:
«Il tempo vissuto con voi è stato ricco: di grazia, di fede, di Chiesa, di condivisione della vita. Un tempo vissuto con voi e per voi che mi ha aiutato a vivere il mio essere uomo e il mio essere prete».
Nel luglio 2010 viene nominato parroco di Campo San Martino.
«Aver lasciato, dopo 11 anni, il lavoro nell’Unità pastorale, con tutta la ricchezza di vita, di collaborazioni e ora qui a iniziare un’esperienza nuova, ricca di fede, di iniziative. Mi sono sentito piccolo, piccolo, ma anche pronto».
Dall’autunno 2013 all’ottobre 2017 è collaboratore dell’unità pastorale di Cona, prima di esserlo della parrocchia cittadina di Cave, fino al 2019. In quest’ultimi servizi lascia tracce di benevolenza, ascolto e disponibilità verso tutti, accompagnati dal sorriso convinto. Agli incarichi già ricordati, si aggiungono, nel tempo, quello di Vicario foraneo di Campagnalupia (1990-1999) e di Agna (2007-2013), oltre che rappresentante in Consiglio presbiterale del Vicariato di Agna (2003-2008).
La residenza presso Casa del clero (a partire dal 2017), per motivi legati alla salute, viene nel frattempo sostituita da quella all’Opera della Provvidenza di Sarmeola: «Sto vivendo questi ultimi anni all’Opera della Provvidenza, una scelta non voluta, ma fatta mia un po’ alla volta, accettata come ultimo “sì” della mia vita sacerdotale».
All’Opera della Provvidenza don Graziano muore nel primo mattino di domenica 4 giugno 2023, Solennità della Santissima Trinità. Qualche mese fa don Graziano aveva scritto:
«Sono sacerdote da oltre cinquant’anni e avverto tutta la bellezza di questa scelta fatta e vissuta lungo il tempo e dove sono stato chiamato a svolgere il mio essere prete. Non ho cercato posti di onore ma ho vissuto le varie destinazioni con generosità e dedizione. Qui mi vengono alla mente volti, storie di vita di tante persone incontrate con le quali, insieme, abbiamo vissuto la nostra vita: io come prete, loro come laici, genitori, testimoni di vita ecclesiale. Penso ai giorni in cui sono stato a Bolzano, come cappellano, e poi responsabile della Pastorale Giovani; penso alle varie parrocchie: Prozzolo di Camponogara, Agna, San Martino, unità pastorale di Cona, Cave. Non sono stati solo luoghi geografici, ma luoghi di incontri, di vita vissuta, di persone che mi hanno permesso di vivere il mio essere prete, dando il meglio di me. Certo, riconosco accanto al cammino con queste comunità, con queste persone, anche la fatica, a volte, di non aver vissuto con fedeltà la mia scelta di sacerdote. C’è stato qualche momento di difficoltà, ed è qui che sento il bisogno di domandare scusa, se ho recato dispiacere, dolore, a volte scandalo, per le mie incoerenze e fragilità, che a volte sono state palesi e manifeste. Mi sono sentito debole, fragile pur non venendo meno l’essere di fondo della mia scelta come sacerdote, a cui mi richiamavo per trovare ancora la forza di andare avanti, nonostante tutto. Prete sì, questo ho voluto e metto davanti al Signore, consapevole della mia umanità debole e fragile».
«Desidero che i miei funerali siano celebrati nella parrocchia di Solesino dove sono nato, cresciuto e amato dai miei compaesani, che ho sempre portato, come anche loro, nel ricordo e nell’affetto. Funerale semplice, sobrio, dove sia la preghiera a prevalere perché affidato alla misericordia del Signore».
Le esequie saranno celebrate a Solesino dal vescovo Claudio lunedì 12 giugno 2023, alle 9.30. La salma sarà poi tumulata nel cimitero del paese.