Don Giuseppe Bragagnolo riposa tra le braccia del Padre

Le esequie si terranno lunedì 18 novembre 2024, alle ore 10 nella chiesa di Borgoricco Sant'Eufemia (Pd)

Si è spento il 14 novembre 2024 don Giuseppe Bragagnolo all’Opera della Provvidenza s. Antonio, dove si trovava da alcuni anni.

 

Don Giuseppe Bragagnolo
Borgoricco Sant’Eufemia (Pd), 07.03.1933 –  Sarmeola di Rubano (Pd), 14.11.2024

Don Giuseppe si è spento il 14 novembre 2024 scorso all’Opera della Provvidenza S. Antonio, dove si trovava da alcuni anni. Era nato a Borgoricco Sant’Eufemia il 7 ottobre 1933 da Stanislao e Teresa Caccin ed era stato ordinato presbitero il 10 luglio 1960.

Inizialmente cooperatore a San Benedetto in Padova, nell’estate 1963 era stato inviato come fidei donum in Kenya. Erano gli inizi della presenza padovana nel distretto del Nyandarwa: dalla Diocesi di Nyeri sarebbe poi nata la Diocesi di Nyahururu, con l’articolazione delle comunità e dei servizi. Chiamato a Nyahururu con don Luigi Paiaro (poi primo vescovo della diocesi) per servire un’estesissima parrocchia affidata in precedenza ai Missionari della Consolata, si impegnò in un apostolato reso faticoso dalle distanze geografiche, dalle strade inesistenti e dalla povertà estrema. I cristiani erano vivaci nella fede, così come forte ed esemplare era la comunità di preti e suore Dimesse che lavoravano assieme. Oltre ad aver formato un drappello fedelissimo di scout, col quale usciva in campi di formazione, aveva una attenzione particolare alla fascia più vulnerabile della popolazione: quella delle tribù nomadi dei Turkana, Samburu e Kalenjin, nella zona del Laikipia West. Per loro si era sforzato di imparare lo swahili, dopo aver bene appreso la lingua kikuyu del Nyandarwa. Coltivava il sogno di servirli e promuoverli con un dispensario e una scuola, nella nuova parrocchia di Rumuruti: il suo sogno si sarebbe poi avverato grazie ai Padri della Consolata, una volta rientrato in Italia.

Successivamente don Giuseppe ricevette l’incarico di parroco al Sacro Cuore in Padova (1979-1995), dove arrivò senza valigie, con poche cose personali, il desiderio di incontrare e di farsi incontrare. In effetti strinse molti legami, prodigandosi nell’accompagnamento personale (confessione e direzione spirituale). Sostenne le famiglie e le mamme, rilanciò i campi estivi come occasione di crescita e tenne viva la missionarietà della Chiesa anche attraverso dei viaggi di conoscenza.

Dal 1995 e fino al 2008 fu parroco di Saccolongo. Don Giuseppe in paese ebbe modo di provvedere alle opere parrocchiali, come la realizzazione del nuovo centro parrocchiale, la sistemazione del vecchio centro e il sagrato, con un’attenzione grande alla pastorale ordinaria e al ruolo attivo dei laici, tanto da guadagnarsi una viva gratitudine e l’affetto di tanti.

Alla fine del suo mandato a Saccolongo, don Giuseppe fece ritorno nell’amata terra d’Africa, ospite per cinque anni del Centro di spiritualità di Tabor Hill: tornato con discrezione, vi rimase come missionario anziano, amico rispettoso, memoria storica delle missioni padovane, ben accolto e apprezzato dalla gente che lo cercava volentieri. Trovò una sua dimensione di presenza, pur nel variare della situazione generale rispetto al passato. Esercitò ancora l’umile attenzione e il dialogo costante per avere il giusto approccio alle situazioni. Si spese nell’assistenza liturgica domenicale presso le vicine parrocchie e sostenne molto le suore Dimesse in progetti coraggiosi (come la scuola primaria John Paul the Second), senza trascurare la presenza presso il Saint Martin CSA e la collaborazione con i preti locali, a favore dell’educazione e promozione umana. Per un breve, ma importante, periodo fu anche a Mochongoi, vicino alla Rift Valley e in tempo di tensioni etniche, prima che altri preti padovani prendessero stabilmente la cura pastorale della località.

Rientrato in Italia, si fermò nel paese d’origine come penitenziere. A Sant’Eufemia viene ricordato per l’energia che metteva in ogni cosa e il suo ottimismo, per essere uomo solido e ben piantato per terra, per le sue relazioni con le diverse generazioni di età, per essere stato persona coraggiosa e trainante, capace di grandi motivazioni e spirito di iniziativa. Nel paese di origine don Giuseppe rimase fino a quando si rese necessaria l’accoglienza a Sarmeola.

Uomo forte, determinato e intelligente, avventuroso e curioso, dalle parole misurate ma azzeccate, don Giuseppe sapeva regalare sorrisi, sincerità spontanea e serenità. Aveva il dono di portare serenità e di smussare qualche inevitabile tensione con battute pronte e indovinate. Di animo sereno e gioioso, allo stesso tempo era molto serio nell’impegno pastorale a tutto campo, sostenuto dall’unico intento di fare il bene e di cavar fuori da tutti il meglio di sé. Continuò a custodire nel cuore la passione per l’Africa, per i preti padovani e per quanti aveva conosciuto, senza trascurare parenti e amici, che con piacere invitava e incontrava.

In occasione del suo ultimo compleanno, il 7 ottobre scorso, don Giuseppe aveva confidato a don Vittorio Grigoletto (ancora presente in Kenya) che sperava di festeggiare il prossimo compleanno assieme al Signore e a tanti amici che lo stavano aspettando: il Signore lo ha ascoltato, permettendogli di riposare serenamente assieme a don Domenico Zordan, don Edoardo Strazzer, don Franco Tescari, don Giovanni Dalla Longa, don Fabrizio Bortolami, tante religiose Dimesse e Piccole Figlie di San Giuseppe, che con lui hanno condiviso giorni di vita e di apostolato in Kenya.

Le esequie di don Giuseppe saranno celebrate lunedì 18 novembre 2024 a Borgoricco Sant’Eufemia, alle ore 10. La salma riposerà poi nel cimitero locale.

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