Nel tardo pomeriggio di mercoledì 6 dicembre il cuore di don Gianfranco Zenatto ha cessato di battere all’Opera della Provvidenza sant’Antonio, dove era ospitato da qualche settimana. Il male, che l’ha portato alla morte, era stato diagnosticato nel ricovero all’ospedale dopo la festa dell’Assunta.
Non sappiamo quanto fosse consapevole in questo ultimo periodo, ma ci fa pensare che la sua ultima parola, sussurrata nell’agonia, sia stata “eccomi”. Una parola chiave per interpretare tutta la sua vita, che è stata un generoso servizio agli altri, senza riserve.
Era nato a Campagnola il 1 aprile 1943, ma era cresciuto a Piove di Sacco, ricevendo soprattutto l’impronta dalla mamma, maestra di generazioni di bambini nel piovese. La sua famiglia ha dato alla Chiesa anche una sorella suora, morta da circa un anno. Don Gianfranco è stato ordinato prete il giorno del suo compleanno, il 1 aprile 1967, in cattedrale dal vescovo Girolamo insieme a 24 condiscepoli. Con essi conserverà un costante legame, sopratutto con esercizi spirituali annuali celebrati nei luoghi dove il vescovo Giuseppe Lazzarotto era nunzio. Come prete novello svolge il ministero di cooperatore a Montegalda e a Cristo Re, per pochi anni, perchè nel 1971 è chiamato ad essere assistente diocesano dell’Acr, che stava allora muovendo i primi passi, dopo la riorganizzazione dell’Azione Cattolica avvenuta dopo il Concilio. Vi resta sette anni, avviando alcune iniziative ancora vive, come l’incontro diocesano dei ragazzi nella festa delle Palme.
In questo periodo insegna religione al Liceo Scientifico Nievo, è penitenziere al Carmine e consegue la licenza in teologia pastorale presso la Pontificia Università Lateranse. Dal 1978 al 1983 è direttore della Libreria Gregoriana, di proprietà del Seminario. Nello stesso tempo è assistente diocesano del settore adulti di A.C.
Nel 1985 entra in parrocchia come arciprete di Maserà. Lo introduce l’arcivescovo Loris F. Capovilla, legato a don Gianfranco da vincoli di parentela, ma divenuti col tempo rapporti di amicizia e confidenza, durati fino alla morte. Solo dopo sette anni il vescovo Mattiazzo lo chiama in città a guidare la parrocchia della Madonna Pellegrina e svolge anche il servizio di vicario foraneo del vicariato di san Prosdocimo.
Nel 2003 avviene una svolta nella vita di don Gianfranco con la chiamata a Direttore della Caritas Diocesana. Contemporaneamente inizia due servizi che seguirà fino alla morte: cooperatore festivo a Santa Maria Annunziata ai Ferri e penitenziere al Carmine. Sempre restando direttore della Caritas diventa assistente spirituale dell’IRPEA, delegato per l’erigenda Casa Madre Teresa di Calcutta per il malati di Alzhaimer, direttore della ristrutturata Casa del Clero. Dopo un breve passaggio come presidente all’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero, nel 2012 è nominato accompagnatore dei preti anziani e malati.
La testimonianza dei sacerdoti della Casa del Clero che hanno vissuto fianco a fianco in questi ultimi dieci anni può interpretare anche lo stile con cui don Gianfranco si è speso in tutti gli ambiti in cui ha operato. Personalmente povero, dava tutto se stesso e quello di cui disponeva.
Aveva in agenda anche un turno di assistenza nella casa dell’associzione Elisabetta d’Ungheria, che offriva ospitalità notturna ai senza dimora, ma la passione fondamentale era il confessionale e la direzione spirituale.
Dovunque era passato, in parrocchia, in Azione Cattolica, a scuola, più di qualcuno l’aveva scelto come guida e non l’aveva più lasciato, anche dopo cinquant’anni. Una numerosa parrocchia spirituale, che aveva trovato in lui un formatore ed educatore, che sapeva coniugare fermezza, pazienza e gradualità.
Ha realizzato la sua vocazione presbiterale in tanti ambiti, sempre con dedizione. Nel foglietto composto per il 50° aveva messo in prima pagina le foto delle immagini di Maria che sono onorate nei posti dove ha servito, segno di una devozione mariana profonda. Ed ha riportato espressioni di tre salmi, che forse più interpretano la sua spiritualità.
“Il Signore è il mio pastore” (22)
“Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre (131).
“Grazie, Signore, per la tua misericordia che dura in eterno” (137).
Siamo certi che, accanto al Signore, don Gianfranco continua il suo aiuto a quanti ha seguito in questa vita.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, suffragio e commiato, presieduta dal vescovo Claudio, sarà celebrata in Cattedrale sabato 9 dicembre alle ore 10.
La salma, secondo il suo desiderio, sarà sepolta nella cappella dei sacerdoti del cimitero di Montegalda, la parrocchia dove ha iniziato il suo ministero