All’alba di giovedì 7 gennaio un altro lutto ha segnato il clero diocesano: è mancato don Carlo Bressan.
Era nato a Valle San Giorgio di Baone il 3 novembre 1940ed era stato ordinato l’8 luglio 1965. Dal 2015 risiedeva all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio.
Il funerale di don Carlo Bressan sarà celebrato martedì 12 gennaio nella Basilica delle Grazie di Este alle ore 10.
DON CARLO BRESSAN (Valle San Giorgio, 03.11.1940 – Sarmeola, 07.01.2021)
Don Carlo Bressan nasce a Valle San Giorgio di Baone il 3 novembre 1940. Dopo l’ordinazione presbiterale avvenuta l’8 luglio 1965, il primo incarico lo vede impegnato nella parrocchia di San Benedetto in Padova, mentre nel 1967 è ancora cooperatore in città, nella comunità della SS. Trinità. Nell’agosto 1971 viene inviato come cooperatore a Cittadella e vi resta cinque anni, quando gli viene chiesto di diventare curato di Palù e cooperatore a Conselve nell’ottobre 1976. Gli incarichi si succedono nel tempo, sostenuti dalla giovinezza di don Carlo e anche dal profilo di parroci significativi cui si affianca nel ministero, come don Antonio Michieli, don Giulio Bovo e don Angelo Zilio verso cui manifestava gratitudine per i preziosi legami instauratisi nel tempo.
Nell’autunno del 1991 don Carlo è parroco di Calaone. Gli inizi non sono semplici e di lì a poco don Carlo è tentato di chiedere la sostituzione, ma col tempo i legami crescono, cominciando dai ragazzi e dai giovani. La comunità di Calaone lo ricorda come una persona mite, semplice, riservata, ma sempre disponibile all’ascolto di tutti e al dialogo. Amante del contatto umano, si intratteneva volentieri fuori dalla chiesa con i parrocchiani terminata la messa, informandosi di chi fosse in difficoltà, delle persone malate o sole che periodicamente passava a visitare. Accettava volentieri qualche invito a pranzo per intensificare il dialogo e la canonica era sempre aperta a chiunque avesse bisogno o desiderasse soltanto scambiare qualche parola. Persona di spiritualità e di cultura, amava preparare con scrupolo le celebrazioni, apprezzava le bellezze dell’arte e si è dato molto da fare perché alla chiesa di Calaone fosse restituito il suo fascino, come anche la funzionalità alle opere parrocchiali (ricordiamo la cappella invernale, il riposizionamento originale dell’abside, il rifacimento della facciata della chiesa con il posizionamento delle due statue dei santi patroni, la messa in sicurezza del campanile, la ristrutturazione della canonica attuale, la realizzazione del campo sportivo). Si sentiva volentieri il pastore del piccolo gregge di Calaone, non preoccupato dei numeri, ma di quanto le persone vivevano. Gli bastava il calore del sole e una sedia per sentirsi appagato.
Don Carlo amava il mare e il viaggio come occasioni di svago e di riposo, tanto da muoversi su diversi percorsi d’Europa, al seguito di gruppi e raccogliendo fotografie ovunque. Era anche membro dell’Associazione “Amici dei Musei Territorio Euganeo – Bassa padovana”.
Il servizio alle comunità cristiane aveva maturato in don Carlo la dimensione della familiarità vissuta nei contesti della catechesi, della preparazione ai sacramenti, delle celebrazioni liturgiche, ma anche nel passare da una dimensione all’altra della vita quotidiana o nell’affrontare le questioni, senza fretta e nella calma.
Non era un leader, don Carlo, ma si rendeva presente. Allegro nello spirito e autoironico, gioviale e pronto alla battuta, don Carlo aveva categorie mentali aperte a ogni stimolo: «non inutilmente problematico», era passato attraverso il ’68 «senza rovinare la sua vocazione». Umile e allo stesso tempo contento di essere prete, non ha cercato di farsi notare, ma ha lavorato volentieri nella chiesa dietro le quinte.
Quando la parrocchia nel 2012 entra nella nuova unità pastorale di Baone, Valle San Giorgio e Calaone, don Carlo rimane legale rappresentante di Calaone fino all’estate 2015, quando a seguito di una sincope cardiaca e dell’emorragia cerebrale dovuta alla caduta conseguente, si manifestano dei danni permanenti che caratterizzano la conoscenza e il comportamento. Per questo motivo trova casa all’Opera della Provvidenza di Sarmeola nel settembre dello stesso anno, mantenendo comunque dei tratti caratteristici di personalità e di umorismo e illuminandosi ogni volta venissero nominati Calaone e i colli o capitasse qualche visita: ricordi sereni e vividi anche se non più contestualizzati.
Il mattino del 7 gennaio 2021 don Carlo è deceduto all’Opera delle Provvidenza, a seguito delle complicazioni dovute al Covid 19. Per motivi legati alle dimensioni delle chiese di Valle San Giorgio e Calaone, il funerale sarà celebrato dal vescovo Claudio martedì 12 gennaio, alle ore 10, nella Basilica delle Grazie di Este. La salma di don Carlo sarà poi accompagnata nel cimitero di Calaone.