Don Bruno Cogo
Montagnana (PD), 23.08.1945 –Este (PD), 07.12.2023
Nel primissimo mattino di giovedì 7 dicembre 2023 è improvvisamente deceduto nella canonica del Duomo di Este don Bruno Cogo, all’età di 78 anni.
Don Bruno, di Giulio e Lina Cestaro, era nato a Montagnana il 23 agosto 1945 ed era stato ordinato presbitero il 14 giugno 1970.
Dopo l’anno di Convitto alla Sacra Famiglia e il servizio festivo presso la parrocchia di Casalserugo, era stato inviato al Duomo di Este come cooperatore. Al suo arrivo, lavorò nel Patronato SS. Redentore assieme a don Giuseppe Maniero, allora Direttore, prima di diventarne responsabile nel 1974, occupandosi dei vari gruppi, delle associazioni e delle realtà sportive. Nell’autunno 1981 fu destinato alla Pontificia Università Gregoriana di Roma per gli studi di filosofia, che completò con il dottorato nel 1985. La tesi presentata per l’occasione portava il titolo: Sartre, Un umanesimo oltre la disperazione? «La vita umana comincia al di là della disperazione (J. P. Sartre, Le Mosche, 97). (La tesi sarebbe poi stata stampata nel 1997 da Grafica Atestina).
Nel tempo degli studi don Bruno non cessò mai il suo rapporto con Este, al punto da mettervi casa stabilmente, presso la canonica del duomo. Al ritorno da Roma divenne insegnante di filosofia presso il Liceo del Seminario minore di Tencarola e, nel 1990, anche nel biennio filosofico del Seminario maggiore.
Negli anni 1996-1998 frequentò il Corso superiore per i Beni culturali della Chiesa di nuovo presso la Pontificia Università Gregoriana, con residenza alla Casa Internazionale del Clero: quando subito dopo il vescovo Antonio Mattiazzo decretò la nascita del nuovo Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici ne divenne il primo direttore, fino all’ottobre 2020. Contestualmente don Bruno divenne anche Presidente della Commissione diocesana per l’arte sacra e i Beni culturali ecclesiastici, incarico durato fino ad oggi.
Amante della musica sacra, nella parrocchia del Duomo per vari anni ha diretto con passione la Corale Santa Tecla. Allo stesso tempo si è speso nella ideazione e realizzazione del presepio del Duomo, nella promozione di concerti, nella cura per la celebrazione cittadina del Venerdì Santo (quando la liturgia unisce assieme in due momenti diversi le parrocchie del Duomo e delle Grazie). Va ricordato anche un altro fatto. Don Bruno si impegnò moltissimo a favore della Scuola di Formazione Teologica, sezione di Este, iniziata nel 1978 e durata fino a qualche anno fa, con sede presso il Patronato SS. Redentore: suo desiderio era che i laici avessero una buona e approfondita conoscenza dei più importanti aspetti della teologia del Vaticano II.
Don Bruno era persona discreta e riservata, restìa agli applausi, non facile alla confidenza, ma non incapace di sensibilità e di commozione, di fiducia e di amicizia. Regolare e preciso nel lavoro personale, rigoroso negli approfondimenti, non lasciava correre le imprecisioni, ma era esigente nel portare a compimento quanto andava fatto, condividendo parole e giudizi solo se anticipati da una seria preparazione. La sua stessa predicazione era spesso molto approfondita e cercava di rendere concreto il messaggio del Vangelo per la vita odierna.
Don Bruno era soprattutto un grande conoscitore dei beni culturali della diocesi, un profondo esperto della storia della Bassa padovana e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Si interessò in primo luogo della storia della città di Este e dei suoi luoghi religiosi, consultando gli archivi parrocchiali e comunali. Le sue pubblicazioni sono importanti per la rigorosità della ricerca, ma anche per quanto raccontano della fede e della carità delle comunità cristiane che le hanno ispirate.
Ha sempre sostenuto i parroci di Este nel grande restauro del Patronato SS. Redentore, poi del Duomo e della maestosa Pala del Tiepolo, offrendo la sua conoscenza storica e artistica per la piena riuscita di queste grandi opere. Il 23 settembre 2014, festa di S. Tecla (patrona di Este), l’Amministrazione Comunale gli aveva conferito il Premio Magnifica Comunità di Este, «per il contributo alla crescita civile e culturale della Città di Este».
Scrive l’architetto Claudio Seno:
«Proprio sul tema dell’arte, in particolare, si è concentrato l’impegno di don Bruno per lunghi anni alla guida dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali in un crescendo di rapporti con gli Uffici di Curia, in particolare con l’Ufficio per la Liturgia, con l’Archivio Storico, con le Biblioteche Capitolare e del Seminario, con il Museo diocesano, con le Istituzioni civili e religiose, con i suoi collaboratori d’ufficio e con i membri della Commissione diocesana per l’Arte sacra sempre alla ricerca di un pensiero e di una linea condivisi per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici ed al tempo stesso per rispondere efficacemente alle indicazioni della riforma liturgica operata dal Concilio Vaticano II. Nova et vetera: con questa antica espressione della classicità latina si potrebbe riassumere la statura culturale di don Bruno nell’affrontare il percorso di “adeguamento” di chiese, altari, amboni, fonti battesimali, immagini sacre, luoghi riservati alla celebrazione della Penitenza, sacrestie e molte altre realtà attinenti lo spazio liturgico, gli arredi, le icone e le suppellettili che dovevano “adeguarsi” ad una espressività nuova senza rompere con la Tradizione e la Rivelazione. Il compito è stato ed è tutt’ora arduo: don Bruno percepiva la difficoltà di realizzare tale incontro tra cose antiche e cose nuove per cui, pur lasciando intendere talora una certa severità nel giudizio di alcuni progetti e tentativi di adeguamento, la sua prudenza era dettata dalla profonda coscienza che l’arte e l’architettura cristiane dovevano essere – pur rispettando le esigenze di una liturgia rinnovata – altrettanto rispettose delle intuizioni e dei canoni classici dei luoghi celebrativi cristiani. La sua non era una chiusura al linguaggio artistico contemporaneo, ma la lucida consapevolezza di orientare i tentativi di adeguamento liturgico contemporaneo al senso autentico del celebrare cristiano. Don Bruno è stato anche un notevole studioso e indagatore dell’arte cristiana antica e moderna; ha sempre difeso le più sublimi intuizioni classiche dell’arte cristiana, ricche di antropologia, cristologia e teologia sapendo però coniugare le intuizioni e progettazioni nate dalle attese dell’ecclesiologia liturgica post-conciliare. Intensa la sua attività di studio: ricordiamo l’inventariazione delle opere d’arte di tutte le parrocchie ed enti della Diocesi di Padova di cui è stato il responsabile scientifico validando personalmente tutte le schede di inventario. In questo ultimo periodo gioiva nel sapere dell’incremento del personale nel “suo” Ufficio per i Beni culturali e delle innumerevoli attività seguite dall’Ufficio in collaborazione con altri Servizi diocesani; proprio lunedì 11 era programmata la riunione pre-natalizia della Commissione d’Arte Sacra presso il centro parrocchiale di Casalserugo, opera realizzata con il coinvolgimento dell’Ufficio Beni culturali già nelle fasi di ideazione del nuovo complesso per il quale don Bruno era orgoglioso per la bella riuscita e felicissimo per il parroco don Federico che aveva lavorato a lungo ad Este al Patronato Redentore, luogo di formazione che don Bruno citava sempre ad esempio. Con sensibilità e attenzioni, profuse con delicatezza e garbo, convinto come diceva sempre del ruolo che devono avere i laici nella Chiesa; all’interno del nostro Ufficio ripeteva continuamente che essere Chiesa oggi richiede molte competenze per potersi relazionare efficacemente ed autorevolmente con il mondo esterno, con le Istituzioni civili, per cui la scelta obbligata è che i presbiteri lavorino in forte relazione con laici preparati e motivati».
Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio martedì 12 dicembre 2023, alle 9.30, nel Duomo di Este. La salma sarà poi accompagnata al cimitero di Montagnana.