Don Bernardo, figlio di Giuseppe e di Alda (Fernanda) Maculan, era nato a Centrale di Zugliano il 20 marzo 1942. Entrato in Seminario in IV Ginnasio, era stato ordinato presbitero il 7 luglio 1966.
Era subito stato inviato come cooperatore a S. Giustina in Colle, dove si trattenne tre anni. Dal 1969 al 1974 fu cooperatore a Gallio, dal 1974 al 1981 cooperatore a Zanè. Nel settembre 1981 fu inviato come parroco a Terraglione, dove rimase molti anni. La comunità di Terraglione è stata davvero la “famiglia” di don Bernardo: arrivatovi in giovane età, vi rimase fino alla fine del servizio attivo, tanto che le relazioni costruite nel corso del tempo non sono venute meno e il ricordo di lui è conservato con affetto.
Don Bernardo aveva tratti di uomo energico e diretto, schietto nel pensiero e nelle parole, anche pungente quando serviva e, tuttavia, si proponeva con un cuore buono, gioviale, disponibile, amante dell’amicizia. Discreto, riservato e leale, tanto era sorridente e scherzoso in compagnia, quanto altrettanto serio nelle cose che contavano. Ascoltava molto, parlava poco e le sue parole non erano banali.
«Caparbio, a volte testardo, inquieto nel capire le cose per poi stravolgerle e migliorarle, quando assumeva un impegno non veniva fermato da nessuno, anche se doveva andare contro gli schemi: era nato per rompere gli schemi. Non poteva accettare che tutto andasse come sempre, che bisognasse per forza fare in un certo modo … Gli piaceva mettere alla prova chi proponeva qualcosa di nuovo e gli piaceva mettersi alla prova per verificarne i risultati, per spiegare poi a tutti che Cristo è l’amico vicino che aiuta, sostiene e motiva».
E in ogni caso, con attenzione don Bernardo si affacciava sulla vita delle persone e con atteggiamento solidale si chinava sulla sofferenza dei parrocchiani, partecipando al dolore di tanti che ha accompagnato nel servizio pastorale. Al riguardo, uno sguardo particolare era riservato agli ammalati, che andava a trovare assiduamente. Spesso a Terraglione si poteva intravvedere don Bernardo camminare per il piazzale della chiesa con il rosario in mano: era solito dire che fosse l’unico modo con cui rendersi vicino alle storie delle persone.
Don Bernardo (che in gioventù aveva amato anche il calcio e la bicicletta, con la quale correva ovunque vi fosse bisogno) era uomo di preghiera e assiduo alla Liturgia delle Ore: da lui trapelava una forte spiritualità, senza manierismi o sdolcinature. Una sensibilità particolare era quella riservata alle missioni, tanto da contagiare la stessa comunità di Terraglione, la quale ancora continua nell’opera di sensibilizzazione e di promozione.
Inoltre, don Bernardo desiderava che le persone si responsabilizzassero negli impegni che assumevano, chiedendo loro di vivere con maturità e fedeltà il loro essere laici impegnati. In un suo commento, scriveva:
«Gesù non vuole tenere niente per sé, si libera da tutto ciò che limita l’umano e dà l’illusione di arrangiarsi: come il denaro, il piacere, l’egoismo. Gesù ci dona la libertà, quella libertà che ci rende responsabili. La libertà di Gesù impegna a riempire d’amore ciò che facciamo ogni giorno».
Cercava sempre di trovare nelle persone quel “quid” che le facesse volare e le rendesse libere di esprimersi. «Era l’amico che c’è sempre, che si mette davanti se occorreva proteggerti, di fianco se serviva darti uno strattone per evitare un ostacolo, o dietro se serviva stimolarti. Lui c’era, sempre».
Tra i vari interventi, eseguiti in collaborazione con gli Organismi di Terraglione, c’è stata la sistemazione del tetto della chiesa e la costruzione di una sala polivalente: la vita spirituale e l’attenzione alla comunità non venivano meno, così come l’attenzione verso la Scuola dell’infanzia che don Bernardo ha sempre avuto a cuore.
In occasione della rinuncia a Terraglione, dovuta all’età e alla salute, dispiaciuto e rattristato, ma anche consapevole del passo, scriveva:
«Da un po’ di tempo mi sento inadeguato e non più “attivo” nell’espletare i doveri e gli impegni di parroco. Mi dispiace sinceramente di lasciare il mio posto dopo 36 anni di vita con la bella e amica comunità di Terraglione e dopo altri 15 anni di servizio come cappellano in altre parrocchie della diocesi (S. Giustina in Colle, Gallio e Zanè): 51 anni di servizio parrocchiale».
Col passare del tempo, don Bernardo aveva avvertito in modo forte le difficoltà che i tempi odierni portavano in merito alla pastorale, alla catechesi e alla partecipazione comunitaria: soffriva per il venir meno della vita di fede, di un apostolato convincente e anche per l’impressione che vi fossero preti più indaffarati che oranti e disponibili. Non cadeva comunque nella rassegnazione e si interessava ugualmente alla vita pastorale, esprimendo da protagonista i suoi pareri.
Rinunciato all’incarico nell’estate 2017, era stato poi nominato collaboratore nelle parrocchie di Centrale, Grumolo Pedemonte e Zugliano, dove esercitò il suo ministero in modo convinto.
Un capitolo particolare della vita di don Bernardo sono stati gli occhi, punto debole della sua salute: la fatica della vista, la difficoltà a trovare farmaci adeguati, i molti interventi alla cornea, non sempre andati a buon fine, sono stati una «croce» di non poco conto. In realtà, don Bernardo, che aveva comunque “occhi” profondi nel guardare alle cose, ha lasciato scritto in un commento alla Via Crucis:
«Ognuno ha la sua croce da portare con le difficoltà da affrontare, le incomprensioni da mandare giù: croci che capitano, croci che ci costruiamo perché vogliamo avere ragione o perché ci riteniamo nel giusto. Voler evitare le difficoltà, pretendere di cercare e fare solo ciò che fa piacere può dare delle soddisfazioni che spesso portano alla delusione».
Nelle parole scarne, ma capaci di andare al cuore, ritroviamo la personalità di un uomo e di un prete paziente che ha vissuto la «croce» senza fuggire, senza rabbia e risentimento. Anche negli ultimi giorni, trascorsi all’Opera della Provvidenza dopo un intervento chirurgico all’Ospedale di Santorso, don Bernardo non ha speso parole di rancore o di delusione, ma ha cercato di accettare l’improvvisa malattia con fiducia, nel silenzio della riflessione e della preghiera, senza perdere l’abituale ironia, con la nostalgia dell’impegno pastorale che non poteva più esserci («Continuo a fare il prete»).
Il decesso è sopraggiunto nel mattino di lunedì 15 luglio, all’Opera della Provvidenza S. Antonio. I compagni di ordinazione avvertono in modo forte la morte di don Bernardo: «Godeva in pieno il ritrovarci nei nostri incontri, innamorato del suo sacerdozio: aspettavo spesso la sua parola incoraggiante e rasserenante». «La sua fu una presenza che ci arricchì tutti, con un’amicizia schietta, generosa, coinvolgente e senza fronzoli. Don Bernardo se n’è andato troppo in fretta e per noi suoi amici troppo in silenzio. Ci è mancato un tempo per condividere la sua sofferenza come avremmo desiderato. Non abbiamo avuto il tempo di prepararci a un distacco che ferisce profondamente l’anima, come accade quando si perde un caro amico».
Giovedì 18 luglio la salma di don Bernardo sarà portata al mattino nella chiesa di Terraglione, dove alle ore 20.30 vi sarà una veglia di preghiera. Il mattino successivo, venerdì 19, la salma sarà portata a Centrale di Zugliano per le esequie delle ore 9.30, presiedute dal Vescovo Claudio.
Giovedì 18 vi sarà la preghiera del Rosario alle ore 18.30 anche nella chiesa di Zugliano e alle ore 20.30 a Zanè una veglia di preghiera.
«Ora lui se ne starà ridendo, di fianco a San Pietro, per suggerirgli come aiutare il tale, come voler bene all’altro, come rovesciare la vita storta di quell’altro ancora. Prima gli altri, sempre».