Don Antonio Boaretto
Tognana di Piove di Sacco (PD), 18.02.1938 – Sarmeola di Rubano (PD), 02.12.2023
Nel tardo pomeriggio di sabato 2 dicembre 2023 è deceduto all’Opera della Provvidenza don Antonio Boaretto.
Don Antonio, figlio di Danilo, contadino, e Agnese Miazzi, era nato a Tognana il 18 febbraio 1938 (la famiglia si sarebbe poi trasferita a Corte nel 1959): «Ringrazio i miei genitori che mi hanno accettato da Dio come primo di dieci figli e mi hanno sempre desiderato come suo sacerdote, risposta di amore all’Amore infinito di Dio per loro». Entrato in Seminario, era stato ordinato presbitero il giorno 8 luglio 1962: «Ringrazio il Signore di avermi fatto Sacerdote nell’anno di inizio del Concilio Vaticano II (11.10.1962) e di avermi dato la disponibilità a lavorare dovunque il Vescovo mi ha mandato, con entusiasmo e generosità». Tra la parentela don Antonio contava diverse religiose e alcuni preti, tra cui un cugino scalabriniano (Paolo Miazzi) e soprattutto mons. Antonio Miazzi, già arciprete di Cittadella.
Sua prima destinazione era stata la parrocchia della Madonna Pellegrina in Padova, dal 1962 fino al 1965, seguita da un’altra parrocchia cittadina, quella di Torre (1965-1975), sempre con l’incarico di cooperatore.
Era poi diventato parroco di San Lorenzo di Albignasego, quando la comunità stava facendo i suoi primi passi. Don Antonio aveva tanta buona volontà ed una chiesetta di legno (fu anche data alle fiamme), tanto che fu scritto in dialetto: «no aver fede xé un controsenso/co on prete de fero e na cesa de legno». Al momento di lasciare la parrocchia, don Antonio spiegava di andarsene serenamente perché desiderava «essere un sacerdote obbediente», perché in qualche modo tornava alle terre di origine della madre e perché si sentiva carico del bene ricevuto, dopo l’inizio della nuova comunità cresciuta «dove c’erano campi e terreni della vecchia Roncon». Scriveva, inoltre, ai parrocchiani: «Ora dovete crescere di più nella vita spirituale e don Antonio deve dare alla sua vita sacerdotale un impegno maggiore».
Nel 1990 passò a Saletto e Prà di Botte, divenendo nell’autunno 2009 anche amministratore parrocchiale di Dossi. Ebbe cura di costruire il senso della comunità, con le attenzioni abituali di tutti i parroci (l’educazione alla fede, la visita alle famiglie e agli ammalati, la generosità, l’attenzione agli edifici parrocchiali e alle chiese), forte delle sue origini umili e quindi della capacità di relazionarsi con tutti, promuovendo viaggi e pellegrinaggi, ma pure consapevole del suo carattere, dei suoi modi e delle sue possibilità. Anche per questo motivo era solito favorire relazioni e iniziative che permettevano ai giovani, ad esempio, di profittare di quanto esisteva nelle parrocchie vicine, nel vicariato e nel contesto diocesano.
Concluso l’incarico pastorale nel 2015, aveva trovato residenza in Casa del Clero, prima di portarsi nell’aprile 2022 all’Opera della Provvidenza.
«Ringrazio il Signore di avermi dato un temperamento incline alla bontà, alla comprensione degli altri, alla pazienza», scriveva, aggiungendo subito dopo: «Domando perdono a quanti avessi offeso col mio modo di fare, espansivo e allegro, che mi spingeva a cantare e suonare nei momenti di malinconia e abbattimento».
Don Antonio ricordava spesso e con gratitudine il periodo formativo del seminario, rievocando la vocazione sacerdotale alla quale ha sempre mantenuto fede, con convinzione, curiosità e passione, anche quando le forze venivano meno. Ha lasciato scritto: «Mio unico desiderio, mia unica preghiera, alla mia morte, sono che un altro prenda il mio posto nel continuare il Sacerdozio di Cristo nei secoli, un Sacerdote tra di noi e uno nei Paesi di missione».
«La Vergine Pellegrina, che ho venerato nel suo Santuario di Padova nei primi tre anni del mio Sacerdozio, che è passata per tanti paesi del Piovese e del Montagnanese, mi accompagni nel viaggio da questa terra al Cielo e accompagni e sostenga tutti quelli che ho conosciuto e amato a Tognana, Corte, Madonna Pellegrina, Torre, San Lorenzo di Albignasego, Saletto, Prà di Botte e Dossi, nel nostro pellegrinaggio terreno».
Don Antonio ha chiesto esplicitamente che le esequie fossero celebrate a Saletto, dov’era rimasto per 25 anni e che la tumulazione avvenisse a Tognana, accanto alla tomba di don Pietro Lazzaro, «mio primo e unico parroco di Tognana che si spense nel Signore appena toccai la meta dell’altare, nel dicembre 1962». Le esequie, quindi, saranno celebrate dal vescovo Claudio a Saletto (di Borgo Veneto) giovedì 7 dicembre 2023, ore 9.30. La salma sarà poi accompagnata al cimitero di Tognana.
La Chiesa di Padova si stringe alle sorelle di don Antonio, Maria Teresa, Giuseppina, Gabriella, Bernarda, Raffaella e al fratello Prosdocimo.