Mercoledì 16 novembre, poco dopo le 20, il cuore di don Antonio Bellamio ha cessato di battere, ad un anno di distanza dalla scoperta del male che lo ha portato alla morte.
Dopo i primi mesi di ricerca della gravità della malattia, don Antonio aveva intuito che la malattia era mortale e che le cure potevano solo ritardare l’evento conclusivo. Con questa consapevolezza don Antonio ha vissuto quest’ultimo anno ospite all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio, trovandosi assieme ad altri cinque compagni della sua classe di ordinazione.
Don Antonio era nato a Ronchi di Campanile nel 1931, il giorno dopo la festa di sant’Antonio, nell’anno in cui Padova celebrava l’ottavo centenario della morte del Santo..Entrò in seminario minore quando ancora si era in guerra e nell’edificio stesso del seminario i tedeschi avevano allestito un’officina. L’ordinazione a prete fu conferita dal Vescovo Girolamo Bortignon il 10 luglio 1955. Nei primi dodici anni di ministero prestò servizio come cooperatore nelle parrocchie di Castelbaldo, Lugo, Camin, Pernumia, Onara. Nel 1967 ricevette la nomina di parroco di San Luca di Tribano: in quell’epoca il numero dei preti era tale da consentire di garantire la presenza del prete in ogni parrocchia, anche piccola.
Dopo sei anni il vescovo gli ha affidato la parrocchia di Campolongo Maggiore, dove il terremoto del Friuli del 1976 arrivò a danneggiare la chiesa e richiese a don Antonio la cura del restauro della chiesa e del campanile.
Nel 1984 il vescovo Flippo Franceschi lo nominò arciprete di Campagnalupia. Queste due comunità avevano una storia ed un tessuto sociale impegnativo, che hanno domandato a don Antonio una sapiente, generosa dedizione.
Aveva 66 anni quando nel 1997 assunse il compito di parroco di Valbona: anche qui restaurò la chiesa, ma soprattutto ebbe cura della comunità, ereditata da don Aldo Corradin, che si era ritirato nel Cenacolo di Montegalda. Nella sua ordinaria pastorale aveva particolare rilievo la cura per la musica sacra. Nel 2010 si ritirò in una casa a Zelo di Baruchella nella diocesi di Rovigo, rendendosi disponibile per i parroci del luogo e continuando nella nostra diocesi l’aiuto festivo a Masi e poi a Villa Estense, anche quando la salute gli avrebbe richiesto di fermarsi
Nel suo testamento lascia ogni sua proprietà alla Pontificia Opera san Pietro Apostolo per borse di studio per sacerdoti missionari, continuando quanto aveva già fatto in vita.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio e di commiato è stata celebrata nella chiesa parrocchiale di Valbona, sabato 19 novembre alle ore 10, presieduta dal vescovo emerito di Mantova Egidio Caporello, compagno di studi di don Antonio, essendo il vescovo Claudio impegnato nella celebrazione di chiusura della porta santa nel carcere. La chiesa era gremita anche da fedeli provenienti dalle comunità in cui aveva prestato servizio. Per desiderio di don Antonio la salma è stata sepolta nella cappella dei parroci nel cimitero di Valbona.