Don Angelo Dal Santo ha terminato la sua vita terrena nel pomeriggio di venerdì 8 settembre, festa della Natività di Maria, all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio a Sarmeola, dove era ospite del 2013.
Don Angelo è stato un prete che ha anticipato lo stile di Papa Francesco, un prete testimone di misericordia, dal cuore sensibile, che teneva sempre spalancate le porte della chiesa, della canonica, del centro parrocchiale ed era lui stesso più sulla strada che in casa. La sua parrocchia per oltre trent’anni, fino al 2010, è stata quella del Tempio della Pace, la zona di frontiera della città, tra la stazione ferroviaria e le cucine popolari. Cosi la descrive lui stesso. Una parrocchia con solo 800 abitanti, ma con 500 abitazioni con studenti e famiglie di immigrati, 700 uffici, tra cui il tribunale e 30 banche, con migliaia di persone che lavorano, fanno colazione o pranzo nei 65 bar, aperti di giorno, chiusi di sera.
Don Angelo era nato nel 1931 alla periferia di Padova, nel quartiere san Lazzaro, prima che diventasse zona industriale. La sua ordinazione presbiterale nel 1957 coincise con l’inaugurazione della nuova chiesa, pensata per un paese nuovo. Don Angelo prete novello rimase accanto al suo parroco anziano per due anni. Svolge il ministero di cooperatore per un anno a Cervarese santa Croce e per sei anni a Mestrino, dove rimane a lavorare sopratutto con i giovani. Nel 1967 è chiamato a collaborare nella Cattedrale, solo per poco, perchè nel 1969 il vescovo Girolamo lo chiama a succedere a mons. Giovanni Nervo come parroco preposito di Santa Sofia. Don Angelo trova una comunità già avviata nello stile promosso dal Concilio Vaticano Secondo.
Nel 1979 è pronto ad assumere l’eredità del vecchio parroco del Tempio della Pace don Pietro Pengo. Qui per 31 anni lavora col cuore, accogliendo ed avvicinando tutti senza filtri. Coloro che l’hanno incontrato hanno conosciuto un volto di chiesa, fatta di persone d’amore e di perdono, di comprensione e di solidarietà, lontano dalla rigidità di regole ferree e da apparati. Colpivano la sua dolcezza, l’affabilità, la presenza assidua, mai invadente, e nei momenti del bisogno, la capacità di porsi a fianco di chi soffre o è in difficoltà e di sostenerlo soffrendo con lui.
Va ricordato il suo amore per la Parola: con un gruppo di fedeli meditava ogni settimana le letture della domenica.
Ora che ci ha lasciati, possiamo sentire in modo pieno queste parole del suo saluto alla comunità: “Gesù è venuto tra noi per fare del mondo una famiglia, perché sia pronta ad entrare nella sua famiglia celeste dove tutto sarà purificato ed “eternizzato”. E’ un distacco momentaneo, in attesa di un ricongiungimento eterno, di noi tutti che ci siamo conosciuti, “sopportati” e amati qui alla Pace.”
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio e di commiato sarà celebrata mercoledì 13 settembre alle ore 10.30 nel Tempio della Pace, presieduta dal vescovo Claudio, con la partecipazione del vescovo Francesco Brugnaro, cresciuto nella parrocchia della Pace ed ordinato prete nella stessa Chiesa della Pace dal card. Carlo Maria Martini il 18 dicembre 1982.