Don Alessandro Oleoni riposa tra le braccia del Padre

Lunedì 24 febbraio 2025 – Le esequie mercoledì 26 febbraio alle ore 15.30 a Brugine (Pd)

Don Alessandro Oleoni Brugine (Pd), 02.12.1941 – Vicenza, 24.02.2025

Figlio di Aldo e Irma Franchin, don Alessandro nasce a Brugine il 2 dicembre 1941. Accanto a lui i fratelli Giovanni, Mario e la sorella Maria Teresa.
Iniziato il percorso formativo del Seminario minore, viene ordinato presbitero l’8 luglio 1965. Diventa cooperatore alla SS. Trinità in Padova, con il dinamico don Giulio Bovo (già cappellano militare, internato in Germania). Nel 1966 lo è a Polverara. Nel 1968 è inviato come cooperatore a Tribano, comunità che avrebbe poi ricordato con affetto («gli anni migliori per il mio apostolato fra i giovani»), nella quale sostenne il parroco don Luigi Rebesco e la domestica fino alla morte, rimanendone segnato umanamente.

Del 1976 è l’ultimo incarico di cooperatore al Duomo di Este, accanto a don Giovanni Foffani, prima di diventare parroco, l’anno successivo, di Borgoforte: nella piccola comunità, «ove con la generosità dei parrocchiani si poterono fare tante belle cose dal punto di vista economico e spirituale», si trattiene dopo aver anche «riportata la chiesa al primitivo valore». Di quelli anni è la bella fraternità che i preti del vicariato di Agna ebbero modo di vivere in diversi modi e all’interno della quale don Alessandro si poneva con allegria e buon umore. In quegli stessi anni, sarebbero nate nella comunità due vocazioni alla vita monastica.

Nel 1987 don Alessandro diviene parroco di Sandon e cura in particolare i giovani dando loro grande spazio, anche con l’aiuto di validi seminaristi che si alternano in parrocchia. Negli anni di Sandon ha la gioia di vedere presbiteri don Damiano Santiglia e don Matteo Carraro, ma ha pure modo di conoscere, in quanto nativa del posto, la «fantastica persona di padre Flavio Roberto Carraro» (vescovo di Arezzo Cortona San Sepolcro, poi di Verona), che ne avrebbe raccolto tante confidenze.

Nel 1996 rinuncia all’incarico di parroco per motivi di salute. Si susseguono la permanenza nella canonica di Noventana (con il compagno di ordinazione, don Francesco Milan), a Borca di Cadore e in alcune Case di cura. Si era ipotizzato per don Alessandro l’incarico di provvedere a servizi che si rendessero necessari nella Saccisica e nelle zone del Veneziano, ma nel febbraio 1999 viene ospitato presso il Cenacolo di Montegalda: per qualche anno si dedica a sostituzioni più o meno continuative nelle parrocchie di Montegalda, Veggiano, Santa Maria di Veggiano, Barbano e Trambacche.

Al Cenacolo rimane fino a qualche giorno prima della morte, avvenuta all’Ospedale di Vicenza nel primo mattino del 24 febbraio 2025.                          La persona di don Alessandro è stata caratterizzata da una fragilità e da una debolezza che ne hanno segnato i tratti, sia nel tempo formativo, sia soprattutto negli anni del ministero. Dopo la morte della madre, che lo aveva seguito a Borgoforte e Sandon, sostenendolo nel lavoro e nelle motivazioni, don Alessandro non fu più capace di stabilità emotiva e psichica. Fu obbediente alle scelte dei superiori e si impegnò fin quando possibile, manifestando una sua sensibilità e laboriosità; ci furono momenti di ripresa e momenti grigi; don Alessandro godeva dell’amicizia e dello stare assieme, ma dovette inevitabilmente fare i conti con la personale situazione. Ha lasciato scritto:

«O Signore, la malattia ha bussato alla porta della mia vita, mi ha sradicato dal mio lavoro di Sacerdote in cura delle anime che tanto mi piaceva e mi ha trapiantato in un altro mondo. Una esperienza dura, o Signore, una realtà difficile da accettare: mi ha fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà della mia vita, mi ha liberato da tante illusioni. Ora guardo tutto con occhio diverso: quello che ho e che sono non mi appartiene, è un dono. Ho capito cosa vuol dire “dipendere”, aver bisogno di tutto e di tutti, non poter fare nulla da solo. Ho provato la solitudine, l’angoscia, la disperazione, ma anche l’affetto, l’amore, l’amicizia di tante persone. Signore, anche se è difficile ti dico: Sia fatta la tua volontà. Ti offro le mie sofferenze e le unisco a quelle di Cristo. (…) Nella tua misericordia è la mia salvezza». (12 ottobre 2012)

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio a Brugine, mercoledì 26 febbraio, ore 15.30. La salma sarà poi tumulata nel cimitero locale.

«Sopra la bara non vengano messi fiori, ma il Vangelo ove si narra la Risurrezione di N. S. Gesù Cristo» (12 ottobre 2012)

«L’esperienza mi ha fatto capire che solo il Vangelo dona luce, salvezza e speranza»   (24-25 settembre 2012)

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