Il 10 giugno 2017, giorno di anniversario di ordinazione e vigilia della solennità della Santissima Trinità, ha concluso la sua esistenza don Valerio Bortolin ad appena 63 anni. L’ha conclusa nell’ambiente che forse amava più di ogni altro, la montagna, e nel modo che preferiva a tutti gli altri cioè in compagnia di amici.
Nato a Guia san Giacomo di Valdobbiadene il 6 aprile 1954, figlio unico di Luigi e Giuditta, entrato nel Seminario minore di Thiene, ha concluso gli studi di teologia a Padova manifestando un innato interesse personale verso la filosofia.
Dopo l’ordinazione, nel 1979, venne inviato dal Vescovo Girolamo Bortignon a Roma dove il 29 marzo 1985 conseguì il grado accademico di dottorato in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana con una tesi su un movimento di filosofi cristiani.
Rientrato a Padova, si stabilì presso il Seminario Vescovile dove assunse l’insegnamento della filosofia e nel contempo ricoprì ruoli istituzionali in ambito accademico. Dal 1986 al 1994 svolse l’incarico di vice direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose delle Venezie, a cui diede un contributo importante nell’impostazione del nuovo piano studi.
Dal 1994 al 2003 ricoprì l’incarico di Direttore del Ciclo Istituzionale della sezione di Padova della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. È stato membro dal 1989 del consiglio di redazione della rivista specialistica Studia Patavina e, dal 1999, del Comitato scientifico della “Fondazione Lanza”.
Per parecchi anni si è recato nelle comunità di Arzergrande, Maserà, Tribano, Cartura ed ultimamente nella parrocchia di san Vito di Valdobbiadene, vicino a casa.
Gli studenti ne hanno sempre apprezzato la chiarezza espositiva e la capacità di tradurre nel linguaggio dell’uomo comune le grandi questioni di cui si sono occupati i filosofi. Una iniziativa tipica del suo modo di fare filosofia è stata quella di riunire amici ed amiche in qualche locale pubblico (caffè, bar) per dialogare e riflettere sui problemi della vita attingendo dal patrimonio filosofico. Ma sapeva parlare anche ai bambini e agli adolescenti educandoli a ragionare con la loro testa, senza dare nulla per scontato. Amava dialogare, coltivare amicizie, viaggiare per ammirare la bellezza del creato e delle opere dell’uomo; era un cultore di letteratura contemporanea, conversava amabilmente con tutti, non cercava l’apparire.
Considerava il cristiano prima di tutto un credente. Anzi, uno che porta in sé una traccia profonda per iniziare un cammino, un bisogno per aprirsi all’altro (anche a Dio), un desiderio per dare un esito buono alla vita cioè una vita serena e libera, capace di condivisione e di prossimità, di partecipazione al “sentire” comune della gente, in definitiva una vita da vivere amando.
L’eucaristia di ringraziamento e di suffragio per don Valerio, presieduta dal vescovo Claudio sarà celebrata mercoledì 14 giugno alle ore 9.30 nella chiesa del Seminario Maggiore.
Nel pomeriggio, alle ore 15, sarà celebrata un’altra Eucaristia nella chiesa del suo paese natale, Guia san Giacomo, dove sarà sepolto.
La comunità diocesana di Padova, riconoscente per quanto ricevuto da don Valerio, si unisce alla preghiera di familiari e amici.