e l'incoraggiamento agli operatori e ai missionari diocesani
Carissimi fratelli
so che starete per cominciare un momento di crescita missionaria diocesano.
Quest'anno lo farete nel nome di Ruggero, amico conosciuto e stimato da ciascuno di noi.
Mi sento di esservi accanto a tutti: a voi anzitutto, alle chiese brasiliane coinvolte, alla famiglia diocesana nel volto degli animatori missionari, autentici sognatori di speranza e bene comune. Ciò che ha caratterizzato la vita e l'operato di don Ruggero è custodito nel cuore di Dio. Sono tanti i tesori riversati dallo Spirito, per mezzo suo, negli scrigni delle parrocchie, dei gruppi, delle congregazioni, delle associazioni, dei singoli amici, di noi missionari.
Personalmente devo a lui così tanti insegnamenti e ricchezze che solo il nominarle ne farebbe perdere il merito. Il centuplo nella casa del Padre sarà incredibilmente abbondante. La testimonianza di don Ruggero si intreccia con quella di tanta gente buona e umile che ha scelto di dare al Vangelo quello che di più prezioso abbiamo tutti, la vita. Ringrazio Dio di averlo conosciuto e di averne goduto la compagnia per un pezzo del mio sacerdozio. Lo voglio avere amico in cielo, affinché benedica ancora e meglio le missioni e la missione. La sua morte violenta è la prova che la strada è quella giusta. Dove la chiesa non è forte: quello è il suo luogo. Dove la chiesa si esprime nel servizio accogliente, in semplicità: quello è seguire Cristo. Dove la chiesa vive sconcerto, sorpresa, paura e si affida unicamente a Dio: quello è il Regno di Dio. Dove solo pronunciare parole di bene e di amore è rivoluzione: quello è il solco del seme fecondo.
Dove la chiesa si fa domande audaci e cerca risposte in Dio: quello è il suo mandato. Dove si sprecano le energie e le vite senza ritorni di immagine: quello è diritto dei credenti. Dove si interrompono i piani umani: sicuramente cominciano piani divini. Ci si chiede spesso quali fronti e con quali forze la chiesa dovrebbe vivere la sua coerenza missionaria. Dio ci sta dando segnali. Dove c'era don Ruggero ci siano altri e numerosi. Perché proprio lì il male ha dimostrato il suo volto ed ha reagito.
A Manaus il regno delle tenebre ha indicato un suo punto debole. Ora la chiesa padovana e quella brasiliana è più ricca, più feconda, più “vittoriosa” perché più simile al suo Signore. Mi auguro che a breve altri sacerdoti, religiosi, laici raccolgano la sfida e insistano su quel varco perché crolli la prepotenza del male.
Vi accompagno con la preghiera, che oggi raccoglie i sentimenti di tutti i missionari della Thailandia, avvisati dell'accaduto.
Al Padre Vescovo rinnoviamo la stima per la sua generosità verso le missioni e lo esortiamo a non scoraggiarsi di queste apparenti sconfitte, anzi a coglierne la profezia. Motivi la famiglia diocesana intera a credere nella via della sofferenza come via della risurrezione. Il Signore ci renda degni di questi tesori di rivelazione.
Don Attilio De Battisti