Italia, Paese di emigrati che vanno all’estero e di immigrati che arrivano, terra di partenze e di arrivi. Per un quadro complessivo delle partenze e le diverse tematiche riguardanti le comunità italiane che vivono nelle diverse nazioni nel mondo, il uno dei riferimenti principali è il “Rapporto italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, che dal 2005 pubblica annualmente questo volume per raccontare la cosiddetta “mobilità in uscita”, o, con un’immagine significativa, “L’Italia fuori dall’Italia”.
L’ultima pubblicazione è un’edizione speciale per celebrare i 15 anni di pubblicazione.
I NUMERI DEL RAPPORTO
Al primo gennaio 2020 gli emigrati italiani iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono 5.486.081, e rappresentano il 9,1% rispetto alla popolazione residente in Italia che è di 60 milioni, 244.639. Per questa proporzione numerica, si ricorre all’immagine della “ventunesima regione italiana”, quella appunto dei 5 milioni e più degli italiani “con passaporto” presenti all’estero.
La presenza italiana si conferma soprattutto europea con 2,2 milioni di residenti nei paesi dell’Unione Europea. A seguire l’America con oltre 2,2 milioni e soprattutto l’America centro-meridionale con 1,7 milioni. A seguire, Oceania (158 mila), Asia (73 mila) e Africa (70 mila).
La comunità più consistenti sono, nell’ordine, quella argentina (869.000), tedesca (785.088), svizzera (633.955), brasiliana (477.952), francese (434.085), inglese (359.995), statunitense (283.350) e belga (274.404). Seguono nazioni – Spagna, Australia, Canada, Venezuela e Uruguay – con comunità al di sotto delle 200 mila unità e, dal Cile in poi, paesi al di sotto delle 62 mila unità.
131 MILA LE PARTENZE NELL’ULTIMO ANNO
Nel 2019 (gennaio-dicembre) hanno lasciato l’Italia ufficialmente 131mila cittadini verso 186 destinazioni del mondo da ogni provincia italiana.
Sono dati che rispecchiano una tendenza complessiva: l’Italia sta continuando a perdere le sue forze più giovani e vitali, capacità e competenze che vengono messe a disposizione di paesi altri, che non solo li valorizzano, ma ne usufruiscono negli anni migliori, quando cioè creatività e voglia di emergere sono ai livelli più alti per freschezza e spirito di competizione.
Sono 186 le destinazioni scelte da chi ha deciso di risiedere all’estero nell’ultimo anno.
Tra le prime 20 mete vi sono nazioni di quattro continenti diversi, ma ben 14 sono paesi europei.
Al primo posto, ormai da diversi anni, vi è il Regno Unito (quasi 25 mila iscrizioni, il 19,0% del totale) per il quale vale sia il discorso di effettive nuove iscrizioni sia quello di emersioni di connazionali da tempo presenti sul territorio inglese e che, in virtù della Brexit, hanno deciso di regolarizzare ufficialmente la loro presenza.
A seguire la Germania (19.253, il 14,7%) e la Francia (14.196, il 10,8%), nazioni che continuano ad attirare italiani soprattutto legati a tradizioni migratorie di ricerca di lavori generici da una parte – si pensi a tutto il mondo della ristorazione e dell’edilizia – e specialistici dall’altra, legati al mondo accademico, al settore sanitario o a quello ingegneristico di area internazionale.
In quarta posizione troviamo il Brasile che insieme all’Argentina (8° posto) e agli Stati Uniti (7° posto) rappresentano il continente americano che si completa dell’Oceania con l’Australia (9° posto), dell’Asia (Emirati Arabi, 19° posto) e dell’Africa (Tunisia, 23° posto).