È stata eletta la nuova presidenza diocesana dell’Azione cattolica di Padova.
La presidenza, che lavorerà nel triennio 2020-2023, risulta composta da:
Chiara Gambin e Stefano Piccolo per l’ACR,
Sofia Livieri e Gianluca Carraro per il Settore Giovani,
Anna Maria Rubin e Marco Zambon per il Settore Adulti,
Annalaura Furlan e Giorgia Zandarin per l’area comunicazione e promozione associativa,
Luca Scagnellato responsabile della formazione e Antonio Berto amministratore.
Nei giorni scorsi il vescovo Claudio Cipolla ha riconfermato Francesco Simoni come presidente diocesano.
Si conclude così il cammino assembleare iniziato nell’autunno del 2019, che ha portato al rinnovo delle presidenze parrocchiali e vicariali e del consiglio diocesano di Ac.
«La presidenza è rinnovata in modo significativo, ma c’è stato un passaggio di consegne ben organizzato durante questi mesi. La presidenza uscente ha lasciato “in eredità” due documenti importanti, una verifica del proprio lavoro nello scorso triennio e alcune tracce di cammino relative ai punti più “urgenti” su cui lavorare. Da quello ripartiremo», commenta Francesco Simoni.
La scelta dell’Azione cattolica è quella di vivere il proprio carisma all’interno delle parrocchie, camminando insieme ai sacerdoti e alla comunità cristiana. L’impegno per tutta l’associazione, in questi mesi, è stato quello di accogliere la complessità di questo tempo di emergenza per trovare strade nuove da percorrere.
Le parrocchie e i gruppi hanno saputo reagire alla situazione con grande vivacità e fantasia, utilizzando nuove modalità per rimanere in contatto con ragazzi, giovani e adulti.
«Ciò che salta subito agli occhi è quanto educatori e responsabili associativi hanno a cuore la relazione con chi è stato loro affidato. Un essere di Ac, più che un fare, davvero grande e intenso in questi giorni per quanto silenzioso. È un’occasione per tutta la Chiesa, che si trova a vivere un tempo sospeso, per lavorare di più su aspetti come l’interiorità, il discernimento, la coscienza, la responsabilità nella comunità degli uomini e la quotidianità», termina Simoni.