La comunità cristiana che genera alla fede: quali responsabilità? È questo il tema scelto per l’Assemblea diocesana dei catechisti in programma sabato 23 febbraio dalle 9 alle 12.30 all’Opsa (via della Provvidenza 68) a Sarmeola di Rubano.
La proposta dell’Iniziazione cristiana, ispirata al modello del catecumenato, sta evidenziando le potenzialità, ma anche i limiti di ogni comunità cristiana e ci aiuta a riconoscere ciò che non è abbandonabile per salvare l’essenziale e ad abbandonare ciò che non è essenziale per salvaguardare il tutto. Ci si sta accorgendo che quanto più una comunità è capace di ascoltare e comunicare la Parola di Dio, di curare la preghiera e la celebrazione, di vivere legami fraterni ed essere capace di condivisione con i poveri, tanto più sarà in grado di iniziare alla fede le nuove generazioni e gli adulti che desiderano riavvicinarsi alla fede e alla Chiesa.
Il rinnovamento dell’IC dunque, non è primariamente una sfida catechistica, ma ecclesiologica. Nessun modello di rinnovamento è in grado da solo di rinnovare l’Iniziazione cristiana. Rischia infatti di essere il vino nuovo in otri vecchi. L’otre vecchio è la comunità, o meglio la “non comunità ecclesiale”, la mancanza di un grembo comunitario generativo.
Per approfondire il tema della comunità ci sarà una tavola rotonda con quattro direttori dei rispettivi uffici di pastorale: don Luca Facco (Caritas); don Gianandrea Di Donna (Liturgia); don Silvano Trincanato (Famiglia) e don Paolo Zaramella (Giovani).
Alcune domande e il dialogo con i presenti faciliteranno la riflessione sulle comunità cristiane che continuano a essere luoghi in cui la fede viene generata e tramandata.