D’estate siamo tutti Sherazade. Ci attardiamo in conversazioni che si allungano, senza cronometro né fretta di smettere, abbacinate dall’apparente mancanza di uno scopo, e che non hanno richiesto, com’è normale in altre stagioni, una ragione, un luogo e un tempo prefissati. Conversazioni che sono, nella loro quasi leggerezza, una sorta di navigazione senza rotta, ma durante le quali con maggior rapidità, e non di rado in modi per noi stessi sorprendenti, ritroviamo noi stessi. Non so se è un privilegio dei sentieri nell’arsura, se sono i suoi giorni più lunghi e le incombenze più brevi, o se è la limpidezza della spiaggia e la frescura riparata della veranda che, di colpo, ci permettono di raccontarci gli uni agli altri, d’improvviso capaci di evocazioni, racconti e confidenze. https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/approfittare-dell-estate