Don Elio Tumolero risiedeva al Cenacolo di Montegalda. Ricoverato la sera del 29 dicembre, è deceduto all’ospedale di Vicenza la mattina del 30 dicembre 2020 per questioni di salute complicate dal covid 19. Era nato a Roana il 16 aprile 1930.
Don Elio Tumolero nasce a Roana il 16 aprile 1930. Fin da piccolo avverte il desiderio di diventare prete e di rendersi utile agli altri. Alcuni giorni prima di entrare in Seminario, nell’ottobre del 1942, un uragano porta via il tetto della casa di famiglia ed è costretto ad andare profugo presso una famiglia di parenti. Anche se non manca l’attenzione di tanti, le difficoltà economiche sono grandi, tanto che la madre Giovanna chiede al figlio di ritardare di un anno l‘entrata in Seminario: papà Fedele era deceduto in una miniera dell’Olanda e il sostegno economico prima garantito veniva a mancare; il fratello Mario era ancora troppo giovane per lavorare e il “corredo” per il Seminario non ancora pronto: sarebbe stata una pazzia continuare nel proposito. Don Elio raccontava di vedere davanti a sé soltanto buio tanto da compiere un atto di fiducia nei confronti di Dio che lo chiamava e lo avrebbe accompagnato a realizzare il suo progetto. Arrivò a dire alla madre che se non fosse entrato in Seminario, sarebbe scappato di casa. Più tardi il fratello partì per l’Australia per sostenere economicamente sia Elio che la madre. Un’altra sorella era morta qualche tempo prima.
Dopo l’ordinazione, avvenuta il 10 luglio 1955, il vescovo Girolamo Bortignon lo invia come cooperatore a Sant’Urbano, di cui diviene vicario economo due anni dopo. Nel novembre 1957 è mandato come cooperatore a Galzignano fino al settembre del 1968, quando diventa parroco di Faedo. Vi rimane 20 anni. Nel settembre 1988 è nominato parroco di Brenta dell’Abbà, parrocchia alla quale rinuncia nel 2007 per limiti di età. Altri 27 anni di ministero.
Don Elio aveva un temperamento caratteristico e riservato, ragionatore e allo stesso tempo mite, fedele alla preghiera e fedele alla Chiesa. Di stampo tradizionale era il suo insegnamento e non particolarmente propositiva la sua proposta, ma lasciava spazio a tutti coloro che avevano delle idee o la voglia di impegnarsi per qualcosa.
Nelle due parrocchie di Faedo e Brenta dell’Abbà, dove garantisce la vita ordinaria, ha lasciato un ricordo particolare: uomo di montagna, fisicamente forte, era appassionato dei colli, dei boschi e della terra che amava lavorare, da uomo pratico, intraprendente e scaltro, ora sistemando la legna, ora raccogliendo e vendendo la frutta da lui stesso coltivata. La sua tempra battagliera si manifestava anche nelle relazioni con le persone, tanto da scrivere:
«Ho accettato tutti come eravate col vivo desiderio di aiutarvi con la mia predicazione e la mia preghiera a crescere nella fede e nell’amore verso Dio e verso tutti gli uomini. Ho ripetuto più volte l’invito di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Però questo invito l’ho rivolto prima a me stesso, sapendo che dovevo darvi l’esempio. Ringrazio coloro che mi hanno accettato con spirito di fede nonostante i miei difetti».
Dopo la conclusione del ministero attivo torna nella casa di famiglia a Roana, paese cui era molto affezionato. Nell’aprile 2020, nel pieno della pandemia, è accolto al Cenacolo di Montegalda dove inizia una fase della vita breve, ma totalmente nuova e serena.
La sera del 29 dicembre, per problemi legati alla salute personale e alle complicazioni dovute al Covid 19, viene ricoverato all’ospedale di Vicenza dove spira la mattina seguente.
La Chiesa di Padova è vicina in particolare al fratello Mario, alla moglie Agnese e al figlio Lucio, tuttora residenti in Australia (Mario e Agnese a Melbourne), con i quali don Elio aveva conservato una certa assiduità di corrispondenza e di contatti.
Il funerale sarà celebrato dal vescovo Claudio a Roana, lunedì 4 gennaio, alle ore 15. La salma sarà poi tumulata nella tomba dei preti del cimitero di Roana.