È stato pubblicato in questi giorni il Rapporto annuale (Bilancio) della Chiesa di Padova relativo all’anno 2019. Le necessarie accortezze per il contenimento della pandemia in corso non hanno permesso una presentazione pubblica articolata e argomentata come negli anni scorsi, ma il Rapporto è disponibile nel sito diocesano.
Rapporto annuale 2019 – La carità nel tempo della fragilitàCome per gli anni precedenti (siamo alla quinta edizione) il Rapporto annuale, certificato per il secondo anno dalla PricewaterhouseCoopers SpA, ha un filo conduttore e in questa occasione corrisponde con l’orizzonte pastorale dell’anno in corso: La carità nel tempo della fragilità.
Se, infatti, il bilancio si riferisce all’anno 2019, molte considerazioni e visioni di prospettiva suscitate dalla lettura approfondita del Rapporto, in qualche modo, trovano ulteriore conferma nel vissuto di questi mesi, segnati dalla pandemia, che richiama attenzione per l’oggi e per il futuro.
Il vescovo Claudio Cipolla nell’introduzione ripercorre gli orizzonti pastorali 2020-2021 e sottolinea come: «L’esperienza della fragilità, della paura, della malattia ha condizionato i nostri percorsi di questi ultimi mesi e ha condizionato le nostre scelte. Quest’esperienza si è presentata come male, malattia, morte, lockdown ma, guidati dallo Spirito l’abbiamo affrontata e abbiamo tentato di ricavarne il bene» e conclude sottolineando che, guardando all’oggi, possiamo «immaginare una possibilità di rinnovamento per le nostre comunità […] A partire dall’urgente appello dei poveri, siamo chiamati a ripensarci, a ringiovanirci nel cuore, a ritentare di edificare quelle comunità del Vangelo che parlano del Signore con la vita. È una grande opportunità per le nostre comunità per darsi un volto credibile e accogliente».
Messaggio che ritorna nella relazione di missione in cui il vicario episcopale per i beni temporali della Chiesa, don Gabriele Pipinato, riprendendo la recente enciclica di papa Francesco – Fratelli tutti –, sottolinea come il pontefice nell’evidenziare che la pandemia e le sue conseguenze chiedano una revisione e rivisitazione degli stili di vita, chieda in primo luogo «a noi di partire, iniziando dalle nostre comunità cristiane dove viviamo divisioni e lacerazioni tanto umane, ma anche tanto faticose: ci chiede di far finalmente prevalere il “noi” della comunione».
C’è necessità quindi di ripensarsi, anche di «alleggerirsi, di entrare in un processo partecipato di discernimento che consenta di comprendere quello che è davvero necessario alla nostra missione e quello di cui possiamo fare a meno».
E se è «possibile che alcune nostre strutture siano state un grande aiuto in passato», è altrettanto pensabile che oggi possano «diventare una zavorra»; e anche sul fronte delle “attività” c’è bisogno di individuare quelle capaci di rispondere ai bisogni delle persone.
È tempo quindi di discernimento e di capacità di scegliere cosa tenere e cosa lasciare, come era già stato annunciato in occasione della presentazione del Rapporto annuale 2018, un tempo che comprende anche la fatica per ogni comunità «di ricomprendere la propria missione per permettersi di lasciare andare tutto quello che non serve a compierla. Purtroppo, bisognerà saper rinunciare anche a strutture che potrebbero essere utili alla missione, ma che non risultano più sostenibili».
Venendo ai dati, il Rapporto annuale, disponibile sul sito diocesano (2022.diocesipadova.it), presenta il “Bilancio dell’ente Diocesi” (stato patrimoniale e rendiconto gestionale) raffrontato con l’anno precedente: in estrema sintesi, il rendiconto gestionale 2019 si chiude con un totale di proventi pari a 9.423.461 euro a fronte di 10.471.219 euro di costi, con un disavanzo di 1.047.759 euro. Di seguito si potrà leggere il rendiconto finanziario e la relazione dell’ente certificatore PricewaterhouseCoopers SpA.
Per quanto riguarda le assegnazioni dell’8 per mille, sono stati destinati 1.618.729 euro in interventi caritativi; 1.679.427 in esigenze di culto e pastorale; 142.336 euro per il restauro di beni culturali.
Ci sono poi i dati aggregati dei bilanci di altri enti diocesani (Casa del Clero, CPCS-Centro padovano della comunicazione sociale, MAD-Movimento apostolico diocesano, ODA-Opera diocesana assistenza; ODAP-Opera diocesana adorazione perpetua) e il rendiconto delle parrocchie.