La necessaria arte dell’incontro

di Paola Gardellin e Francesco Roveron (Incaricati Ufficio famiglia Diocesi di Padova)

Coppie di amici in dolce attesa, altri con bambini appena venuti al mondo, amici storici, genitori, fratelli e nipoti… Avevamo la lista delle persone da incontrare ma ci siamo dovuti fermare come tutti e accontentare delle videochiamate e dei messaggi.

In più di qualche occasione abbiamo proprio sentito tutta la nostalgia di alcune persone, realizzando che il contatto umano e il calore di un abbraccio ma anche solo di un sorriso condiviso nella stessa stanza, non trovano egual effetto nella videochiamata. Ce ne siamo fatti una ragione perché sul momento non c’erano alternative ma abbiamo promesso di recuperare! Sì, perché sarebbe stupido aver subito tutto questo passivamente. Crediamo sia doveroso imparare qualcosa da questo periodo di lockdown.

La riscoperta più bella per noi, nel pieno della solitudine forzata, è stata il ritrovarsi bisognosi degli altri! Non tanto dell’aiuto dei nonni che abbiamo tanto desiderato e nemmeno di una presenza che riempisse le giornate: non abbiamo mai corso così tanto e di tempo libero a fine giornata non ne rimaneva. Eppure, abbiamo sentito chiara la necessità di confrontarci e raccontarci al di fuori delle nostre mura. Abbiamo percepito il peso della chiusura e l’impatto che questa ha avuto nella nostra famiglia quando il piccolo Giovanni, di fronte al primo volto di un estraneo, dopo mesi di vita a tre, ha pianto inconsolabile.

Del resto, la famiglia è parte di un sistema, come cellula di un tessuto più complesso: tenerla a lungo isolata non può farle certo bene.

Abbiamo riscoperto la necessità di fidarci della vita e di Nostro Signore perché in una situazione così complessa non è scontato ricordarci che Lui cammina al nostro fianco e che dobbiamo contare sulla sua complicità. Fiducia che si estende alle persone che ci vivono vicine: se ci amano, vogliono il nostro bene, non ci metteranno a rischio con comportamenti fuori luogo.

Abbiamo scoperto la responsabilità, soprattutto verso i più deboli e indifesi: quanti dubbi sul ripartire con il vedere i nonni ed eventualmente lasciar loro i nipoti. Le nostre scelte e i nostri comportamenti hanno delle ricadute anche sugli altri.

Abbiamo riscoperto la difficile arte dell’accettare gli altri per quello che sono: le nostre paure e insicurezze non sono quelle di tutti e la ripartenza ha per ciascuno tempi e modi diversi. Così ci siamo ritrovati dapprima a declinare inviti e poi a proporne in punta di piedi realizzando che non è facile armonizzare ritmi diversi e che l’incomprensione è sempre dietro l’angolo.

Sperando che l’emergenza sia conclusa, vogliamo provare a non dimenticare quanto abbiamo riscoperto, mantenendo vive queste attenzioni nella vita di tutti i giorni.

  1. Per continuare questa riflessione durante il tempo estivo, potrebbe essere utile godersi un momento di relax con l’attore Giovanni Scifoni guardando un suo video al link https://www.youtube.com/watch?v=dwz3QSGuSTY oppure leggere l’articolo di Giovanni Giavini che trovi al link http://www.settimananews.it/bibbia/salmo-128/ oppure leggere i numeri 86, 87 e 88 dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco.
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