È mancato improvvisamente lunedì 15 luglio 2019 all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio, don Roberto Calgaro.
Don Roberto, nato a Piovene il 4 agosto 1931, era entrato nel Seminario di Thiene in anni duri e faticosi. Il cammino formativo si era concluso con una classe di 27 giovani preti (tra cui il vescovo Egidio Caporello), anche se le ordinazioni furono celebrate in tre momenti distinti: don Roberto divenne prete di buon mattino, il 10 luglio 1955.
Nel settembre successivo fu inviato come cooperatore nella parrocchia cittadina di San Daniele. Nel 1956 venne nominato vicerettore nel Collegio Atestino, dove rimase fino al 1960, quando fu mandato come cooperatore a Stanghella, prima di passare nella primavera del 1963 a Enego con lo stesso incarico. Dal 1965 all’autunno del 1968 fu rettore di San Rocco in Asiago.
Successivamente ebbero inizio le esperienze di parroco: la prima a Vanzo, dal 1968 al 1975, poi ad Anguillara Veneta, dal 1975 al 1992 e l’ultima a Cogollo del Cengio dal 1992 al 2007, quando si ritirò per limiti di età. Fissata la residenza a Piovene, si mise a disposizione della parrocchia e ne fu anche nominato amministratore nel 2009 durante la grave malattia del parroco don Danilo Fantinato.
Nel 2017 trovò ospitalità all’Opera della Provvidenza, manifestandosi come interlocutore attivo, persona serena e gioviale, capace di umorismo e di sana ironia, attenta al personale e alle religiose, godendo della fraternità che il luogo permetteva. Ogni venerdì mattina i preti ospiti scambiano qualche riflessione sulle letture domenicali, quasi sognando di essere ancora in cura d’anime e di avere davanti un pubblico in ascolto (un’esperienza sorprendente ed esaltante, nonostante i condizionamenti del caso). Don Roberto non mancava mai di intervenire, preparandosi con scrupolo, sempre sostenendo che la gente ha bisogno di cose semplici, di chiarezza ed essenzialità. Si percepiva uno stile pastorale ormai divenuto convinzione e vita concreta, uno stile preoccupato di dare pane e cibo solido alle persone, senza proporsi tanto altro. La settimana scorsa aveva celebrato l’anniversario di ordinazione con i compagni rimasti, diversi dei quali ospiti del Cenacolo e dell’Opera della Provvidenza. Qui la morte lo ha colto improvvisamente nel pomeriggio del 15 luglio 2019, prima di cena: don Roberto aveva da poco terminato la preghiera comunitaria del Vespro, dell’Ufficio di letture e il canto del Sub tuum praesidium, con la sua rotonda voce da basso.
Negli incarichi pastorali don Roberto ebbe modo di mostrarsi come uomo giusto, figura posata e intraprendente, capace di critica intelligente e sapienza pastorale. È stato un prete innamorato della gente, di cui ha accolto le fatiche, le delusioni, le attese oscure e improduttive, godendo e soffrendo con le sue comunità. Ha accompagnato e fecondato il suo servizio pastorale anche con il carattere buono, sereno, accogliente, comprensivo, senza cedere alla bonomia o alla superficialità. Sapeva che la vita pastorale è quotidianità e perseveranza ostinata, nella migliore tradizione dei preti padovani e della spiritualità diocesana. E delle molteplici esperienze pastorali raccontava spesso e volentieri, tanto che di ognuna parlava come se fosse stata la più bella, la più nuova, la più gratificante ed entusiasmante; come se quella gente precisa, quella parrocchia, quel parroco, fossero la cosa migliore che potesse capitare. In questo modo esprimeva la stoffa del pastore, realista e positivo, che si adegua serenamente e con slancio alla realtà e alle persone incontrate, amando senza pregiudizi.
Il funerale sarà celebrato dal vescovo Claudio giovedì 18 luglio, alle ore 10, nella chiesa di Piovene e a Piovene don Roberto sarà sepolto, accanto ai genitori.
«Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo Amore e ci abbiamo creduto. Tutto è stato bello (…) Soprattutto è stato meraviglioso il dono del sacerdozio, premio del Signore più alla fede e alla preghiera di mia mamma che a qualche mio merito, ma sempre troppo grande per me. “Canterò in eterno la bontà di Dio”: ha scelto veramente un “povero” per farlo suo ministro. Chiedo perdono alle persone che ho incontrato nei vari luoghi del mio ministero della mia pochezza e dell’aver loro impedito di camminare più spedite verso la santità: nel loro amore abbiano una preghiera per me.
O Signore, già da questo momento accetto la morte che vorrai per me: mi fido di Te. Nostra Signore della buona morte, prega per me.
La Madonna dell’Angelo benedica tutti i presenti alla messa di commiato e quanti avranno la bontà di pregare per me». (Piovene, 10 giugno 2008)